6. In riva al mare

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*Buon venerdì*

Nuovo capitolo, che spero vi piacerà come sempre e anche di più <3 soprattutto nel finale, ehehe <3

Sì, scopriremo qualcosa che cercavamo di capire da tempo, anche se la vera conferma arriverà nel prossimo capitolo, che spero di pubblicare presto ;)

GRAZIE PER SEGUIRMI SEMPRE <3 SIETE MERAVIGLIOSE e DOLCISSIME <3

Al prossimo capitolo,

Un bacione grandissimo


Era il tramonto, faceva caldo

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Era il tramonto, faceva caldo...molto caldo.

Giocavamo fuori, all'aperto, i giochi erano usurati, cocenti sotto al sole, ma a noi non importava. Ridevamo come non mai, sfidandoci a quante volte riuscivamo a fare quello scivolo rosso a curva, sbiadito e un po' traballante.

Maria rideva insieme a noi, aiutandoci di volta in volta a salire i pioli di quella scaletta ripida, per evitare che ci facessimo male, mentre con il fondoschiena andavamo sempre per terra, ma il pavimento era morbido, fatto a posta per quello!

Sudavamo moltissimo, Giò molto più di me, Maria gli cambiava spesso la maglietta, per infilargliene un'altra asciutta e pulita.

Il bambino dagli occhi color luna aveva una cicatrice al petto...una cicatrice piccola, ma risaltava sulla sua pelle diafana, come la superficie di una gemma preziosa, in mezzo alle rocce.

*****

"Mamma, tra poco dovrei andare via..." le annunciai, mentre sistemavo i tavoli per l'apertura serale, apparecchiandoli di tutto punto.

Giada mi osservò con evidente curiosità nei suoi occhi castani: "Mmm...cosa ci nascondi Lia? Sei strana da giorni e adesso esci prima del previsto per andare chissà dove e chissà con chi?"

"Tesoro, lasciala stare! Saranno anche affari suoi, no? Ormai la nostra Lia è grande abbastanza da far ciò che le pare e poter decidere per sé stessa!" intervenne Marcello in mia difesa, stringendomi in un intenso seppur breve abbraccio. "Ma ricordati che per noi resterai sempre il nostro waferino al limone!"

Una risata affiorò sulle mie labbra, proveniva direttamente dal cuore. Giada e Marcello erano i migliori genitori che potessi desiderare!

Mi avevano ridato una famiglia, una casa...mi avevano restituito la vita.

Non ricordavo quasi nulla dei miei genitori biologici, ricordi sfuocati, immagini sbiadite e distorte dal tempo, ma in cuor mio mi ero sempre costruita ed immaginata i loro volti, che mi sorridevano, che mi dicevano che erano sempre con me...

In quel momento, pensai che fossero fieri di me, della donna che ero diventata, e grati ai coniugi Castelli per avermi amata e cresciuta come una figlia, in modo così amorevole da non farmi desiderare altro che un amore come il loro.

Tienimi per manoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora