15. Nothing is Enough

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Prima o poi quel ragazzo mi farà andare nei guai.

In guai seri.

Corro in camera, indosso il pigiama e mi corico nel letto.

《Notte ragazze》dice Sage, chiudendo la luce.

《Notte》rispondiamo in coro.

Chiudo gli occhi cercando di lasciarmi andare tra le braccia di Morfeo, ma niente da fare.

La storia della cassetta continua a tormentarmi.

Non riesco a non pensarci.

Devo ascoltarla?
Portarla dagli altri?

Molte altre domande girano tra i miei pensieri, non permettendomi di chiudere occhio.

Affero la cassetta che avevo nascosto sotto il materasso, e la fisso.

Continuo a girarla tra le mani, non riuscendo a prendere una decisione.

Nella lettera dice che dobbiamo ascoltare le cassette degli altri, quindi perché non iniziare da quella di Carsten?

Prendo un respiro profondo, per poi mettermi le cuffie.

Play.

Londra, 2018

《Carsten hai una visita》disse la direttrice dell'orfanotrofio di Londra.

《Arrivo》riposò il libro sullo scaffale, per poi seguire la signora anziana.

Lo portò fino ad una stanza, dove l'unica fonte di luce proveniva da un enorme finestra.

E li c'era un ragazzo girato di spalle, che non aveva mai visto prima.

Aveva più o meno la sua stessa età, forse un po' più grande.

La direttrice lo incoraggiò ad andare per poi allontanarsi.

《Salve》disse, curioso di vedere il ragazzo.

《Salve》risponse l'altro, continuando a osservare il panorama alla finestra.

《Chi sei?》si avvicinò sempre di più, non era mai stato un ragazzo pauroso.

Affronta sempre ciò che c'è al di della paura.

《Un amico...》si voltò, rivelando il suo volto, occhi azzurri come il cielo che si ammira alla finestra《almeno spero》concluse sorridendo.

Un sorriso smagliante, quasi a far sparire tutto il dolore dal passato di Carsten.

《Non ho bisogni di amici》ammise.

《Allora sarò un confidente, qualcuno che ti aiuterà a fuggire dalla realtà》 Carsten rimase ammirato dalle sue parole.

《Ci sediamo?》chiede per poi sedersi per terra, anche Carsten si sedette mantenendo sempre la distanza.

Non si sarebbe mai fidato alle prime parole di un ragazzo.

《Voglio raccontarti una leggenda...se posso》gli fece un cenno di "si" con la testa.

《Ad Hartely esiste un istituto psichiatrico...si dice che un giorno tra quelle quattro mura entrerà qualcuno》l'osservava attentamente, forse si aspettava qualcosa da Carsten.

《Essa sarà la candela nera, nera come la pece...che qualcuno accenderà e a quel punto avrà accesso l'oscurità》girò lo sguardo verso la finestra per poi tornare da lui.

《Cosa ne pensi?》gli chiese.

《Sei un psicologo?》ribatte.

Non si fidava, neanche un po', era ammirato dalle sue parole, sì.

Ma credeva che era solo una persona molto brava con le parole, ma al primo ostacolo gli avrebbe voltato le spalle.

Come avevano fatto tutti.

《Non sono un psicologo, potrei essere più un ricercatore...amo le leggende》ammise.

《Non mi fido di te》scandì bene le parole.

《Non voglio questo...ci rivediamo qui ogni settimana, forse tra qualche mese crederai》.

Crederò cosa?》la curiosità di Carsten cresceva ad ogni parola pronunciata dal ragazzo.

《Lo scoprirai, se mi permetti di raccontarti qualche leggenda》gli fece l'occhiolino.

《Cosa significa quel ciondolo?》disse osservando la colonna che portava al collo.

《Oh questa...è il segno di Lilith, spirito della notte》si tolse la colonna, afferò la mano di Carsten e la poggiò al suo interno《puoi tenerla tu》gli chiude la mano.

《Ti ho trattenuto a lungo, meglio che vada》si alzò e Carsten subito dopo.

Si diresse all'uscita《aspetta》lo richiama.

《Non mi hai detto il tuo nome》il ragazzo gli rivolge un sorriso《ti ho detto che amo il misterio?》dice per poi andarsene.

Osservò la collana tra le sue mani, ripensando alla leggenda raccontata dal ragazzo.

Sono ormai le 2:30, e manca ancora tanto alla fine della cassetta.

Non capisco perché doveva nasconderla, alla fine racconta solo dell'incontro con il suo amico.

Ma la cassetta non è ancora finita.

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