18. Maybe

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《Ho nascosto la mia cassetta》dice impassibile.

Soffre di bipolarità.

Prima si mostra tentennante e poi è indifferente.

《Ovviamente io l'ho detto, chi poteva nascondere un segreto se non il ragazzo del misterio》ammette Noah《certamente, l'hai pensato》gli dice l'amico dandogli un schiaffetto sulla nuca.

《Bene ora niente più segreti, ognuno ascolterà la cassetta degli altri》dice, mio fratello, tirando fuori la sua cassetta dalla tasca

《Diamo inizio alle danze》urla Noah《potresti smetterla di fare l'idiota》ribatte Sadie.

Joy mi passa la sua cassetta《Vorrei che tu fossi la prima》dice timidamente, le sorrido《certo》.

《Vuoi ascoltare la mia?》le chiedo.

《Mi dispiace ma devo ascoltare prima quella di Sadie》.

《Non preoccuparti》troverò qualcuno che ascolta la mia cassetta.

Ma nessuno,apparte...

《E siamo di nuovo qui》gli cedo la mia cassetta.

《Sono il tuo primo ascoltatore, Angel?》sorride strafottente, afferrandola senza sfiorarmi.

《Già》ammetto, non che mi dispiace.

Avrei preferito qualcun'altro? Sicuramente.

Ma io sono stata la prima ad ascoltare la sua, quindi perché non lui la mia?

《Cosa nascondi, Nahara?》sussura all'orecchio.

《Niente》.

《Questo lo scopriremo》dice per poi allontanarsi, e rintanarsi da qualche parte dell'istituto.

Mi dirigo in camera, per ascoltare la cassetta di Joy.

Una ragazza cresciuta da sempre solo con il padre e il fratellino.

Che continuava a fare avanti e indietro, dalla sua scuola al lavoro, da suo fratello a casa per prendersi cura di suo padre, per mettere al suo fratellino di fare qualsiasi cosa desiderasse.

Per riuscire ad eguagliare la mancanza della madre.

Lucciola, non devi prenderti cura del tuo vecchio》continuava a ripeterle il padre, ogni sera mentre gli somministrava le medicine, per poi salutarlo e tornare a lavoro.

Per fare il turno di notte.

Come ogni giorno, ormai la sua normale routine.

Senza mai dimenticarsi, di raccontare la favola della buonanotte a suo fratello.

《Sera Signor Sander》lo vedeva ogni volta nel vialetto per arrivare a lavoro.

《Aspetta...ho una cosa per te》era un vecchietto sull'ottantina, bassotto, sembrava quasi Babbo Natale.

Almeno era così che lo chiamava suo fratello.

《Signor Sander non doveva》disse la dolce ragazza, mentre osservava la parmigiana di melanzane, che molto probabilmente aveva preparato sua moglie.

Quei due erano spostati da più di 60 anni.

Felici...lei si chiedeva sempre quale fosse il loro segreto di felicità.

《Quante volte ti ho detto di chiamarmi Anthony, mia dolce Joy》le accarezza dolcemente il viso.

《Quante volte le ho detto, di non darmi niente...sto bene Signor Sander, non si preoccupi per me》lei sorride, cercando di far credere a quell'ultima frase.

Forse più per lei stessa che per il Signor Sander.

Ma il cuore dolce del signore, non avrebbe mai permesso di lasciarla sola.

《Sai io ho vissuto la mia vita qui, in questo paesino, tua madre era una ragazzina dolcissima, e forse, la più bella che questi occhi abbiano mai visto》fa una lunga pausa, come per ricordare tutti i bei vecchi tempi《passava davanti casa mia, molto spesso giocava a carte con me, raccontandomi del suo futuro...di un marito, due splendidi figli》.

《Piccola Joy, finché resterò qui, non lascerò che ti accadi niente perché tua madre non avrebbe mai voluto questo per te, era una grande sognatrice e desiderava che i sogni di ognuno si realizzasse...se ti va appena sei libera, qualche volta passa da me, devo mostrarti una cosa》disse, infine, sorridente.

Passerò sicuramente, buonanotte》gli lascia un veloce bacio sulla guancia, per correre a lavoro.

Ma anche lì, il suo unico pensiero in quel momento, era la madre.

Era da anni, che qualcuno non parlava di ella, almeno non in sua presenza.

La sua curiosità riportava sempre al Signor Sander, e a cosa volesse mostrarle.

Qualcuno bussa alla porta, riportandomi alla realtà.

《Declan》dico ritrovandomelo davanti.

《Ciao...senti so che ora non è un bel momento, solo che è l'unico in cui siamo soli》inizia molto velocemente.

《Niente sentimentalismi Declan, queste ultime settimane sono state molto frenetiche, cavolo abbiamo dei poteri!》apparte il fatto che una persona è in pericolo, e siamo gli unici che può aiutarlo.

《Si beh...so che hai preferito sempre Rohan, e so anche che non prenderò mai il suo posto》fa una breve pausa, forse per paura di una mia reazione《da quando se ne andato, e nostra madre ti ha mandato qui...insomma non ho mai avuto il coraggio, la forza di dimostrarti che io ci sono, e ci sarò sempre》abbassa la testa, cercando di nascondere gli occhi lucidi.

《Senti Declan, per me Rohan è sempre stato come un ancora...ma tu sarei sempre mio fratello, almeno a differenza di nostra madre non mi hai abbandonata, e ti sono grata per questo》 si fionda tra le mie braccia, in un'abbraccio, a riprendere tutti quelli persi negli ultimi anni.

《Perchè mi dici tutto questo ora?》chiedo stranita, in tutta la sua vita non è mai successo.

《Rohan non era l'unico a nascondere i segreti》direi bene, no?

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