Valerie Davies, una pittrice affermata di New York e proprietaria di una Galleria d'Arte nell'Upper East Side ma anche madre single di un bambino di sette anni.
La vita per lei non è stata molto clemente e tra sacrifici, difficoltà e scelte decisiv...
《Mi hai promesso che non avresti fatto domande. Per cui abbi un po' di pazienza, tieni stretta la mia mano e tutto andrà bene.》
Le mie dita erano intrecciate alle sue mentre la guidavo verso la meta prestabilita. Non le avevo suggerito nulla riguardo alla mia idea; il mio intento era quello di sorprenderla. Una volta tanto toccava anche a me. Nell'ultimo periodo non avevo fatto molto per la nostra relazione, non che non avessi voluto, tutt'altro. Gli impegni lavorativi e tutti gli eventi che si erano susseguiti mi avevano tenuto occupato più del dovuto. Finalmente dopo un periodo altalenante e riconquista della sua fiducia, quella sera avevo preso coraggio e forse, in parte, avrei rimediato.
Val dal canto suo ha provato a non chiedere e rimanere buona, ma la sua forte curiosità ed il ritrovarsi bendata non hanno fatto altro che alimentare le sue domande - senza alcuna risposta - ovviamente. Den stringe la sua mano intanto che avanza lentamente guidata da lui soltanto; nonostante sentisse delle voci non riesce a capire dove possa trovarsi.
"Stai mettendo a dura prova i miei sensi, lo sai?"
Prende un respiro sollevando le spalle inebriata dal profumo del suo uomo quando lascia la mano e con un lento movimento avverte la sua presenza dietro di lei. Stavolta lo trattiene il respiro ed annuisce alle sue parole con il battito a mille: la curiosità ha lasciato spazio al desiderio di scoprire quella sorpresa.
《L'ultimo scalino, su. Ce l'abbiamo quasi fatta.》
Durante tutto il tragitto l'avevo tenuta bendata, in modo da non farle percepire nulla. La sua testolina curiosa aveva provato più volte a farmi parlare, ponendomi domande a trabocchetto, alle quali -però- io non avevo ceduto. Mi posizionai dietro di lei dopo aver raggiunto il punto più alto dell'Empire State Building. Avevo richiesto al personale addetto di non far salire nessuno, in modo da poter rimanere per un breve periodo da solo con la mia ragazza. La terrazza era enorme: da lì era possibile scorgere gran parte di quella meravigliosa città in cui vivevamo. Mi posizionai dietro di lei, portando le mie mani all'altezza della sua nuca, intenzionato a sciogliere la benda.
《Adesso ti scoprirò gli occhi. Aspetta prima di guardare. Aspetta che ti dica io di aprire gli occhi. Resisti alla tentazione. Ascolta solo le mie parole.》
Sussurrai al suo orecchio, lasciando ricadere la benda dal suo viso. Feci un passo in avanti, fermandomi di fronte alla sua figura. Con la punta delle mie dita accarezzai il profilo delle sue labbra.
《Forse non te lo ricordo spesso, eppure sei così bella Davies. Sei bella da mozzare il fiato.》
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Lei tiene ancora gli occhi chiusi nell'istante in cui il sussurro delle sue parole la investono: deglutisce con il fruscio del suo corpo che continua ad avvolgerla lasciano che dei brividi lungo la schiena compiono un percorso dalla nuca all'intera colonna vertebrale. Un mugugno a quel tocco leggero sulle labbra e poi quelle frasi che sembrano confermare i pensieri che da mesi ha messo da parte.
