Gli ho fatto strada fino a casa di mia zia. Abita in una graziosa villetta singola, per questo riesco a vedere che la luce in cucina è ancora accesa, nonostante domani lavori anche lei e mia cugina Carlotta. Ha divorziato dal marito da prima che andassi ad abitare da lei, per fortuna direi, o mi avrebbe accusato anche di averci provato con lui. Patrizia se ne inventa di tutti i colori, in fondo ha sempre odiato me e anche mio padre, e di rimando anche mia madre, per qualche ragione.
"Sicuro che ti vada bene farmi da autista?" Chiedo a Rafael, imbarazzata, e un po' timorosa di rientrare a casa con la novità di starmi trasferendo.
"E tu sei sicura di voler lavorare per loro?" Cambia però discorso, eludendo la mia domanda.
Lo osservo con incertezza. "Certo, perché no? Non credo mi lasceranno in pace, considerando quanti soldi deve loro mio padre."
"Ho una brutta sensazione."
Non capisco, cos'è che ha sentito? Se fosse davvero ciò che ho ipotizzato, non sarebbe così tranquillo adesso, allora cosa c'è che non va? "Cosa ti hanno detto? Dimmelo."
"Non... è niente. Immagino fossero solo battute di cattivo gusto, eppure, non ho mai sentito di un ruolo come il tuo in nessuno degli altri club in cui ho giocato."Non so cosa dire, in fondo a me sembra piuttosto normale. Hanno detto che sarò operativa 24 ore su 24, significa che mi manderanno a destra e manca per tutto il giorno, e vogliono farlo nel modo più illegale. D'altronde, di certo, dietro ad un club come il Milan devono esserci diversi magagni. Decido che devo smettere di pensarci, scendere dall'auto e salire a prendere le mie cose.
Per qualche fortuito caso, proprio prima che entri, è mia cugina Carlotta ad uscire. È in pigiama e ha un cracker in bocca mentre trasporta una busta dell'immondizia e mi vede, sul vialetto, sorpresa. Noto come il suo sguardo si posta velocemente sulla vistosissima auto, poi torna su di me.
"Torni solo adesso?" Mi chiede.
Mi irrigidisco, involontariamente. "Sì." Non so perché rispondo.
"Hai visto che macchinone?" Mi chiede, avvicinandosi furtiva, per nascondersi dietro le siepi.
Non sono sicura di come potrei spiegarle la situazione, ma le metto una mano dietro la schiena e la accompagno dentro, rientrando con lei. "Ho... un nuovo lavoro." Dico, poco prima di chiudere la porta, mentre le do le spalle e chiudo gli occhi, cercando di organizzare i pensieri.
"Un nuovo lavoro? E... cosa c'entra quella macchina?"Dal fondo del corridoio, come una furia, si precipita anche zia Patrizia. Sento i suoi passi avvicinarsi sempre più rumorosamente sul parquet consumato, persino Carlotta è scossa dalla sua brusca apparizione in scena; mi guarda in cagnesco, credo sia più grave di quello che pensavo.
"Ti avevo detto di pagare la bolletta almeno due giorni fa, mi prendi per il culo?" Sono queste le sue parole, non appena rientrata. Non è diverso dagli altri giorni.
"Mamma..." Cerca di dirle Carlotta, debolmente.
"Zitta Carlotta, stai zitta. Perché non l'hai ancora pagata?"
"Come fai a sapere che non l'ho fatto?" Sogghigno, sbigottita e allo stesso tempo piuttosto divertita dall'assurdità della situazione.
"Rispondi pure?"
"La corrente è attiva, perché stai facendo la matta?"
Sgrana gli occhi stizzita, con quel suo viso lungo e affilato che si ritrova. Si avvicina sollevando la mano su di me, come per colpirmi, ma Carlotta si mette in mezzo, povera ragazza. "Mamma, aspetta! Adele ha una novità, ha un nuovo lavoro!"
STAI LEGGENDO
La Mascotte! || MILAN - INTER || IN PAUSA
ФанфикAdele ha scoperto di avere un grosso debito niente poco di meno che con l'AC Milan e il modo in cui hanno deciso di farglielo pagare è davvero poco ortodosso, ma questo lei certo non lo sapeva quando ha firmato il contratto... col diavolo rosso.