La Visita

1.8K 23 7
                                    

ATTENZIONE:
In questo capitolo sono presenti scene esplicite fortemente disturbanti, se vogliamo, oppure fortemente interessanti, dipende dalla vostra sensibilità e soprattutto dalla vostra età. Non fate i bimbi o le bimbe ribelli e se non avete almeno 16 anni non leggete questo capitolo, e in generale il resto della storia ahahahahha scusate finisco sempre in sproloqui senza senso. MI RACCOMANDO, questo è un contesto irreale di cui ho il completo controllo, quindi qualora vi trovaste in situazioni simili nella realtà its not funny, scappate. Bacetti e buona lettura, vi dedico questa canzone che mi ha invaso tiktok a causa degli edit di pedro pascal vvb a tutti

"Addirittura il servizio in camera?" Mi prendo la libertà di scherzare, davanti a quest'uomo il cui sguardo gelido mi fa letteralmente tremare le ginocchia – per questo scelgo la via del sarcasmo.
Paolo, che indossa un elegante completo grigio, abbozza un sorrisetto ma non si scompone. "Sei stata brava, non mi hai fatto aspettare. Sai, io odio aspettare." Dice, con quella sua aura innocentemente minacciosa.
Deglutisco e mi chiudo la porta alle spalle. "La stanza è anche troppo bella – parlo mentre ci avviamo fuori da Milanello, camminando una di fianco all'altro. – Non dovevate disturbarvi così tanto."
Maldini non mi risponde, per qualche motivo, ma quando ci avviciniamo alla sua BMW nera e mi apre lo sportello per farmi salire per prima, cosa che ammetto mi fa in un certo senso fremere. "Non c'è molto di cui ringraziarci, viste le mansioni che svolgerai." Dice, e mi sembra di vederlo quasi sogghignare, mentre chiude in fretta lo sportello, impedendomi momentaneamente di replicare.

Quando prende posto anche lui, realizzo di non riuscire ancora a credere di trovarmi nella stessa auto di quello che è praticamente uno dei miei idoli, seppur lo abbia visto giocare poco, visto che ero una bambina ai tempi e comunque mio padre guardava soltanto il Napoli.

"Visto che non credo sia possibile recidere il contratto, posso almeno sapere di che tipo di mansioni?" Chiedo e mi sembra di apparire un po' petulante per lui, sebbene la sua espressione rimanga serena.
"Visto che non è possibile recidere il contratto, no, direi di no."

Lo guardo di sottecchi mentre continua a guidare e in effetti non so cosa dire. Forse ha ragione, inoltre, non voglio contraddirlo o infastidirlo, non solo perché la mia vita dipende letteralmente da lui ma anche perché in fondo lo stimo e ammiro molto, e anche se non mi sembra il contesto adatto per fare la fangirl, vorrei comunque dimostrargli la mia gratitudine – per tutto quello che mi ha messo a disposizione.

"Che tipo di visita è?" Chiedo, però, visto che non so restare zitta troppo a lungo.
"Hai ventitré anni, giusto? Ho letto così." Mi ignora palesemente.
Stringo le labbra perplessa, poi sospiro sconfitta. "Sì."
"L'armadio dovrebbe essere pieno di vestiti, perché non li hai messi?"
"Non mi sembrava il caso."
"Sono stati presi di proposito per te, d'ora in poi smetti di indossare questi stracci." Mi spiega, mentre posteggia davanti a quello che sembra uno studio medico privato.
"Per me? – Chiedo, osservando dal finestrino l'edificio bianco. – Come facevate a sapere le mie taglie e che sarei arrivata proprio quella sera?"
"I miei uomini ti pedinano da molto tempo. Questione di tempo, certo, ma eri l'unica che avrebbe potuto saldare il debito di tuo padre." Continua, dopo aver fermato la macchina.

Gli cammino modestamente dietro mentre mi fa strada dentro l'edificio. Prendiamo l'ascensore che di fatto è vuoto, quindi restiamo ancora per un po' in un imbarazzante silenzio, poi finalmente arriviamo allo studio medico che si trova al terzo piano. Lo capisco dalla targhetta bianca sulla porta che però dalla fine del corridoio non riesco a leggere chiaramente. Solo quando siamo abbastanza vicini mi rendo conto che... tutto ciò sta diventando troppo strano.

La Mascotte! || MILAN - INTER || IN PAUSADove le storie prendono vita. Scoprilo ora