[ Alla ragazza che ha 13 anni ma che vuole leggere questa storia: NON FARLO, SMETTI SUBITO IO TI VEDO GUARDAA ]
Dopo aver scoperto davvero all'ultimo minuto di essere tra gli invitati che andranno in trasferta a Napoli ho preparato un borsone di fretta, emozionata come una ragazzina. D'altronde sono tanti anni che non vedo la mia città e sono anche abbastanza sicura che la squadra che la rappresenta, estremamente prestante quest'anno, batterà anche di brutto il Milan.
In effetti non posso negare che in qualche modo sono legata al Napoli e anche se non posso che tifare Milan, per credo, in un certo senso, mi fa comunque piacere che la capolista sia azzurra. In ogni caso, Paolo è venuto a prelevarmi, mi fa cenno di seguirlo e io lo seguo.
"Andiamo in auto?"
"No, saliamo sul bus con gli altri." Spiega, distratto dai suoi pensieri e con gli occhi vispi.
Immagino che sia teso, questa è pur sempre la sua squadra. "Come andrà?"
Lui mi guarda, poi sorride nervoso. "Lo scopriremo. Ho delle sensazioni che preferisco tenere per me."Mettendomi una mano sulla spalla, mi accompagna fuori da Milanello e i ragazzi si sono quasi tutti radunati intorno al bus. Incontro molto in fretta gli occhi di Rafael, che si accorge della mano di Paolo sulla mia spalla, e questo quasi accorgendosene la toglie subito dopo, raggiungendo un pensieroso Stefano Pioli, elegante come sempre, che cammina su sé stesso mentre un altrettanto agitato Giacomo Murelli parla velocemente vicino a lui. C'è anche Zlatan tra loro, li guarda infastidito mentre sembra riflettere su come dovrebbe zittire il tecnico senza essere forse troppo scurrile.
"Che bello, una gita mista." Dice in spagnolo un sorridente Theo Hernandez, proprio lui, uno degli uomini che non riesco a togliermi dalla testa, per quanto consapevolmente in torto.
"Non festeggerei in fretta." Commenta Olivier, incrociando le braccia al petto.
"Bravo – sorride Paolo, dandogli una pacca sulla spalla che appare inspiegabilmente molto fredda – lei è qui perché non possiamo lasciarla da sola."
"La portiamo con noi come un cane?" Chiede Rafael, un po' infastidito, anche se il tono caldo della sua voce ma anche la sua chiarezza, appaiono irresistibilmente innocenti.
"Qualcosa del genere." Ridacchia Simon Kjaer, massaggiandosi sensualmente la mascella mentre mi guarda.Cazzo, che brutto effetto che mi fa il danese, anche se in questo momento indossa una tuta e un bomber smanicato che lo fanno tanto sembrare uno spacciatore. Non importa, quei capelli raccolti, biondi, i suoi occhi azzurri come il ghiaccio, persino il modo in cui tiene la mano in tasca è sensuale, tuttavia non è il momento adatto per lasciarmi andare a queste pulsioni che vanno ad inumidire certe zone.
"Non succederà nulla di quello che credete – borbotta divertito Paolo, mentre mi spinge dentro l'autobus visto che tutti iniziano a salire. – Viene soltanto per questo motivo."
"Non erano diversi i patti?" Domanda Simon salendo proprio dopo il dirigente.
"Troppo rischioso fuori casa, al massimo quando ritorniamo." Ride Paolo.La cosa davvero divertente è che parlano di questo con un'aria di nonchalance davvero incredibile, mi ritrovo a chiedermi se non sarebbe più facile farmi anch'io una risata in questo momento, piuttosto che starmene a farmi dilemmi morali. Dopo essere salita, dunque, Olivier mi fa cenno di sedere accanto a lui, io – scodinzolante e felice – accetto prontamente e sfuggo dalla vista di Paolo quasi comicamente per sedere accanto al mio bellissimo, dolcissimo daddy.
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La Mascotte! || MILAN - INTER || IN PAUSA
Fiksi PenggemarAdele ha scoperto di avere un grosso debito niente poco di meno che con l'AC Milan e il modo in cui hanno deciso di farglielo pagare è davvero poco ortodosso, ma questo lei certo non lo sapeva quando ha firmato il contratto... col diavolo rosso.