XXIV

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Più che angelo il mio
è un diavolo custode


Lilith


Jericho, 1037

Sentivo il mio corpo bruciare, il dolore era diventato insopportabile, era come se fossi appena stata gettata in una vasca di pece bollente.
Urlavo, ma nessuno sembrava sentirmi, o forse, fingevano di non farlo.
Mi sentivo morire, cercavo di liberarmi, mi dimenavo come un animale in gabbia, stringevo i pugni fino a farli sanguinare, la mia vista era offuscata, le palpebre si facevano sempre più pesanti, tenevo a stento gli occhi aperti, non volevo addormentarmi, per la paura di non risvegliarmi mai più.
Cercai di urlare ancora più forte, lacrime amare scendevano copiose sulle mie guance, non riuscivo più a muovermi, il mio corpo sembrava non reagire più agli stimoli nervosi.
Mi guardai le mani, terrorizzata, non sapevo cosa fare, e fu in quel momento, che pensai che sarei morta, per davvero.
Così chiusi gli occhi, lasciando che il destino decidesse la mia fine.

Presente

"Lilith, tutto ok?" Annuisco guardando l'ustione sulla mia mano, forse mostrare il mio più grande nemico non è stata proprio una brillante idea.
Ma penso che Mercoledì meritasse una spiegazione, e anche una conseguenza, se vogliamo mettere le cose come stanno.
Annuisco cercando di essere il più naturale possibile e forzo un sorriso, non voglio che Tyler mi veda così, infatti mi guarda storto, mentre nascondo il dolore e copro la ferita con l'altra mano.
"Suvvia, l'ho vista, fa vedere" mi prende la mano con uno strattone e la osserva, mi irrigidisco e faccio una smorfia di dolore quando la sfiora leggermente con un dito.
"Vieni dentro, ti medico".

"Cosa è successo?" Faccio spallucce, "diciamo che il mio caffè era troppo bollente per essere bevuto subito" mento, lui sembra crederci perché ride appena.

Fortunatamente.

"Sai dov'è finita Mercoledì?" Scuoto la testa, "no, è la stessa domanda che mi sto ponendo in questo momento, telepatia proprio" rido, lui ricambia per poi mettere via il kit di pronto soccorso, "ecco fatto" prende la mano ferita e ci posa un bacio galante, facendomi ridere.

"Grazie, messere" scherzo mimando un inchino, "l'ho già fatto molte volte in passato sai?" Lui mi fa fare una piroette e mi guarda, "ma davvero?" Annuisco, "è stato comunque tanto tempo fa" continuo, "deve essere stato interessante" mi riporta alla posizione iniziale e sorrido, "beh, insomma" lui mi guarda torvo, "perché? Non eri una nobile o roba così?" Rido sommessamente e incrocio le braccia intorno al suo collo, "beh vedi, a quei tempi le donne non erano persone, ma oggetti" sospiro, "non avevamo libertà di scelta" lui mi fissa, "ero nobile, si, ma avrei preferito non esserlo" continuo, "capisco" sorrido e gli poggio una mano sulla guancia, "avanti, chiedi pure" lui esita, "come sei, beh ecco perché sei" "come sono morta?" Annuisce piano, "storia molto lunga, mi sono pugnalata comunque" lui sgrana gli occhi, "perché avresti dovuto farlo?" Scuoto la testa, "volevano che sposassi un uomo che non amavo, così mi sono vendicata, a modo mio" il mio sguardo cade sul suo bracciale di bronzo, mi stacco con un gesto secco.
Mi guarda confuso.

"Quello, dove lo hai preso?" Chiedo con voce tremolante, "il bracciale intendi?" Annuisco piano, "un regalo, perché me lo chiedi?" Sgrano gli occhi e rimango in silenzio, "Lilith, cosa c'è?" Si avvicina di un passo, ma io indietreggio, alza le mani in segno di arresa, "ok, non vuoi che io mi avvicini, d'accordo".

Quel coso, è identico a quello trovato sulla mia scrivania.

I ricordi cominciano a riaffiorare, senza che io possa controllarlo.
La melodia di quella canzone, le fiamme, il dolore, e poi lui.
Kracston.

There's parts of me I cannot hide...
I've tried and tried a million times...

Cross my heart and hope to die welcome to my darkside...

"È questo che sei"
"Brucia all'inferno"

Darkside...
Darkside...

"BASTA!"

Welcome to my darkside...

"Basta!" Il bancone si incendia, ma non mi importa.
Questa melodia, non mi lascia in pace, i miei incubi sono frequenti.
Rivivo quella notte continuamente.

Sono qui con il corpo, ma la mia mente è altrove.

Aspetta.
Questo, non è reale.

"Lilith?" Mi volto a guardarlo, "tutto bene?" Chiede pacato, la sua voce mi risuona lontana, ho una brutta sensazione, il presentimento che qualcosa di terribile stia per accadere.

Adesso.

"Mercoledì?" La vedo entrare nel locale, sembra aver corso parecchio, ha il fiatone e i vestiti sono stropicciati.
La guardo stralunata.

"Vieni via" ordina, "cosa?" "Andiamo!" "Ma- "ORA!" mi prende per un braccio e mi trascina fuori dal bar.

"Aspetta, che succede?" Chiedo poggiando le mani sulle ginocchia, "ho, avuto una" esita, "visione" la guardo come a dire va avanti, "e con questo? Pare siano all'ora del giorno, no?" Lei scuote la testa e alterna lo sguardo da me al locale ormai lontano.
Mi prende per le spalle e mi guarda con determinazione, ma sembra quasi amareggiata? Agitata? Nervosa? Triste? Arrabbiata?

Io invece sono solo impaziente di sapere quello che ha visto.

"Ascolta, probabilmente non mi crederai mai ma" sospira, "lo so" "cosa?" "So chi è il mostro" spalanco gli occhi, "chi?" Chiedo curiosa.

"Ti prego, controllati" inclino la testa, "allora? Di quel maledetto nome!"

"Tyler, è lui il mostro".

Tutto accadde in fretta, qualcuno che mi colpisce, e un forte dolore.

Welcome to my darkside...

Spazio autrice

Canzone usata: DARKSIDE  by Neoni

Alla prossima!
Chiara ♥️

The new phoenix (Wednesday serie)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora