Sarò Educata O...

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"Ho finito, Signore" comunico poggiando la matita sul tavolo e osservando soddisfatta il mio lavoro.

Lui si alza dalla scrivania e si avvicina al mio banco. Guarda la pagina scritta e annuisce.

Resta in piedi accanto a me, mi poggia una mano sulla testa e dice "Lara, oggi hai imparato a scrivere il tuo nome. Mi aspetto che da ora in poi ricorderai come si fa, è così?"

"Sì Colonnello Milkovich" rispondo pronta. Non lo dimenticherò.

"Molto bene" mi accarezza dolcemente e chiude il quaderno.  "Sei stata brava oggi a lezione, ma io non ho dimenticato la tua maleducazione di questa mattina. Lo sai vero?"

Abbasso lo sguardo sulla mia gonna a quadri.

"Alzati e vai alla lavagna". Quando nota la mia titubanza mi poggia una mano sulla schiena per incoraggiarmi "da brava, non peggiorare la tua situazione".

Ubbidisco mentre lui va a prendere qualcosa dalla sua scrivania.

"Voltati" dice asciutto.

Mi giro e rivolgo il viso all'ardesia. Sento le sue mani armeggiare con la mia gonna. La alza scoprendomi il sedere.

Mi abbassa le mutandine fino alle caviglie e prendendomi per mano mi fa fare un passo avanti.

Prende gli slip da terra e li mette in tasca.

L'aria fredda mi provoca la pelle d'oca.

Sento freddo, ma le mie guance scottano.

"Ripeti le regole che devi rispettare in questa casa".

"Sii puntuale. Sii educata. Esprimiti in modo articolato" mi affretto a rispondere nella speranza che questo basti a far terminare la vergogna che provo.

"Molto bene, Lara. Le hai rispettate tutte oggi?"

"No Signore" dico in un soffio.

"Quale non hai rispettato?"

"Sii educata" ammetto riportando alla memoria l'aggressione verso la sarta.

Lui prende un gesso e scrive qualcosa alla lavagna. Legge indicando una alla volta le parole "sarò educata o sarò punita , lo scriverai fino a riempire la lavagna, senza fare errori".

Osservo la scritta e recupero il gesso. Lo appoggio sull'ardesia scura. La mia mano trema leggermente mentre completo la prima riga copiando con attenzione la sua grafia.

Lui è in piedi, dietro di me. Sento il suo sguardo bruciarmi la pelle scoperta.

Sono alla seconda riga quando sento qualcosa tagliare l'aria e abbattersi sul mio sedere, colpendo entrambe le natiche.

Lancio un urlo di sorpresa e copro istintivamente con le mani la zona colpita. Mi volto di poco. Aleksey mi guarda imperturbabile, stringe in mano un righello.

"Hai commesso un errore" mi fa notare indicandomi che ho saltato una lettera.

Cancello con un dito e riscrivo.

"Prosegui" dice.

Lo scrivo altre due volte e ricevo di nuovo il morso della riga sul sedere.

"Devi stare più attenta se non vuoi finire di nuovo col il culetto dolorante" mi sussurra.

Cancello e riprovo. Vado avanti fino in fondo.

Con un gesto il Colonnello gira la lavagna mostrandone l'altra faccia.

"Sei a metà del tuo castigo" mi avvisa accarezzandomi delicatamente il sedere proprio nei punti in cui mi ha colpita.

Riprendo a scrivere: questa volta il compito è più difficile perché non ho alcun esempio da cui copiare la scritta. Appoggio il gesso all'estremità sinistra della lavagna e mi sforzo di ricordare la forma delle lettere.

Scrivo: saro ed...

Un altro colpo di riga mi fa sussultare. Il mio braccio si ferma a mezz'aria, il gesso si rompe tra le mie dita e sento le lacrime pungermi gli occhi.

Aleksey aggiunge l'accento dove mancava.

Proseguo con la punizione: la mia grafia sta via via peggiorando, scossa dai singhiozzi.

Vengo ripresa e corretta con la riga altre due volte in rapida successione.

"Concentrati" mi ammonisce Aleksey.

Ubbidisco e provo a mettere tutto l'impegno che posso.

Arrivo finalmente alla fine della lavagna: i muscoli del mio braccio sono doloranti per il gesto ripetuto, mi brucia il sedere e non so per quanto ancora riuscirò a trattenere le lacrime.

"Dunque, vediamo se hai imparato la lezione. Leggi. " indica con l'indice la prima parola della frase.

"Sarò" dico.

Lui annuisce e mi colpisce con il righello sulla natica destra. Sussulto.

Fa scorrere il dito sulla seconda parola.

"Educata" rispondo alla sua richiesta esplicita e mi preparo ad un impatto che arriva con qualche istante di ritardo e mi fa bruciare la natica sinistra.

Prosegue.

"o" e un colpo più leggero al centro del sedere.

"Sarò" il Colonnello sferza l'aria e poi mi assesta un colpo sulla parte alta della coscia destra.

"Punita" concludo con un filo di voce e accogliendo l'ultimo colpo sulla coscia sinistra.

La mia vista è appannata, la testa mi gira per il dolore e la vergogna.
Prima che possa rendermene conto Aleksey mi tira tra le sue braccia. Mi sento sparire nel suo petto e scoppio in lacrime.

"Mi dispiace, Signore" dico bagnando la sua camicia bianca.

"Ssshh.. Lo so che ti dispiace" la mano di Aleksey mi accarezza i capelli, le sue dita tra le ciocche.

Con un gesto fluido mi prende da sotto le ascelle e mi solleva. Avvolgo le gambe attorno ai suoi fianchi, mentre lui mi sostiene il sedere ancora nudo e dolorante con l'avanbraccio.

Non ho la forza di chiedere dove stiamo andando. Mi sento stanca e svuotata di ogni energia. Chiudo gli occhi mi lascio cullare dal dondolio dei suoi passi.

*** Spazio autrice
Ecco il nuovo capitolo,
Cosa ne pensate?

Stella se vi è piaciuto, commento se volete che continui e cosa vi aspettate per i prossimi capitoli.

A 50 stelline pubblico il capitolo nuovo!

Un abbraccio,
ayni

LaraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora