Andrà Tutto Bene

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La carrozza di Viktor si allontanò scricchiolando sul selciato. Il mio amico si affacciò al finestrino e salutò con un gesto della mano. 

Io e la ragazza restammo a guardarlo fino a che svoltò l'angolo, indecisi sul da farsi una volta rimasti soli. Gli occhi verdi di Lara ebbero un fremito, strinse i pugni. La osservai e mi chiesi distrattamente a cosa stesse pensando. Era spaventata? Triste? Arrabbiata? Non lo sapevo e forse non lo sapeva nemmeno lei. 

"Entriamo, voglio presentarti una persona" dissi aprendo la porta e lasciandola camminare un passo avanti a me. 

Lara rimase in piedi in mezzo al soggiorno. Probabilmente stava studiando le vie di fuga e l'esposizione della casa, mentre io chiamavo Gale. 

La donna uscì dalla cucina con il grembiule legato in vita, osservò la ragazza con finto stupore. Gale era un'ottima governante, ma era anche una gran curiosa: era evidente che avesse passato tutto il tempo a spiare l'accaduto. 

"Sì, Signor Milkovich?" 

"Gale, ti presento Lara. Lara, ti presento Gale" dissi avvicinandomi a Lara facendo forza sul bastone. Il dolore alla gamba si era d'improvviso fatto più forte. "Starà da noi per.." indugiai nelle mie stesse parole, per quanto? "Per qualche tempo". 

"Oh, che tesoro di ragazza. È un piacere conoscerla" Gale allungò la mano, ma la ragazza non la strinse, invece replicò un formale saluto militare. 

"Non sei obbligata a queste formalità, Lara. Questo non è un accampamento militare e tu sei un'ospite" dissi sorridendo per cercare di smorzare l'imbarazzo della domestica. 

Gli occhi della ragazza si fecero incerti e mi osservarono, come se le mie parole non avessero alcun senso. Avrei voluto dirle che capivo, che la guerra e la pace hanno regole così diverse che non sembrano frutto dello stesso mondo. Sorrisi per rassicurarla. 

Andrà tutto bene, Lara. 

"Vieni, ti mostro la casa" dissi proponendole un diversivo. Lei mi seguì in silenzio quando le mostrai la cucina, la stanza degli ospiti in cui avrebbe dormito ed il bagno. Non era una grande casa, ma ero ne ero particolarmente orgoglioso. Avevo passato la vita a distruggere e questa era la mia creazione. 

"Questa casa era un mulino." spiegai "alla fine della guerra decisi di acquistarlo e ristrutturarlo affinché fosse autosufficiente". Mi avvicinai alla finestra e Lara fece lo stesso. "La ruota che vedi, gira grazie alla forza dell'acqua, e produce tutta l'energia di cui abbiamo bisogno". Per me era molto importante che la mia vita fosse lontana dai combustibili fossili che avevano causato il terzo conflitto. 

Lara osservava rapita il movimento dell'acqua e della ruota. Le labbra socchiuse, i capelli disordinati e un odore acre. Aveva bisogno di un bagno e vestiti puliti. Soprattutto volevo che si togliesse la divisa mimetica e indossasse vestiti adeguati alla sua età. Come avrebbe potuto ambientarsi nella pace se era vestita da guerra? Ricordai la soddisfazione con cui avevo tolto l'uniforme e indossato abiti civili alla fine della guerra. 

"Chiedo a Gale di prepararti un bel bagno" dissi poggiandole una mano sulla spalla. 

Lei sussultò. 

**Spazio Autrice**
Ecco il secondo capitolo. La nostra Lara ancora non parla, ma ha in serbo delle sorprese per voi.
Idee su cosa accadrà nel prossimo capitolo?

Ayni 🌄

LaraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora