Isabel
Quella sera ero a casa da sola. Mia mamma e mio fratello erano andati a prenotare la cena al ristorante così da cenare insieme. Mi stavo preparando, avevo deciso di indossare un vestitino di seta bianco, lungo fin sopra le ginocchia. Me lo aveva regalato mia mamma al compleanno. Mi piaceva, era semplice, e mi stava bene. Però in quel momento alla porta bussò Brendon, il mio ragazzo. Stavamo insieme da più di un anno, ma ultimamente si comportava un po' male. Però non ci davo molto peso, magari era la pressione pre-esame. Può sucedere. Ma quella sera era diverso dal solito. Entrò in casa e salì in camera mia. Quando mi aveva vista con quel vestito addosso, era andato su tutte le furie. Mi aveva chiesto dove andavo vestita in quel modo. Mi aveva detto parole molto brutte. Non era la prima volta che lo faceva. Mi urlava contro avvicinandosi. E io stavo immobile, con un nodo in gola, come se fosse una cravatta. Le lacrime minacciavano di uscire, ma se mi mostravo debole difronte a lui, urlava ancora più forte. Chiudevo sempre gli occhi, si avvicinava sempre di più, fin quando non alzava la mando destra, e in una frazione di secondi, la sua mano finiva sulla mia guancia.
Mi svegliai di colpo sussultando, con il respiro irregolare e le lacrime agli occhi.
Avevo fatto un incubo, l'ennesimo incubo.
Tranquilla Isa, va tutto bene. Non può farti nulla.
Guardai l'orario: le sei e mezza. Era presto per me, che di solito mi svegliavo alle dieci. Mi misi a letto, cercando di dormire anche un pochino. Ma non riuscii a chiudere un occhio, quell'incubo mi aveva scombussolata molto. Decisi perciò di andare in palestra. Prendermi cura del mio corpo andando in palestra era una delle cose che preferivo di più in assoluto. Mi faceva schiarire le idee, dimenticandomi del mondo esterno. Mi truccai, e mi misi un completino da palestra, con top e pantaloncini. Il top era un po' piccolo, avevo solo questo, dato che gli altri li avevo lasciati a mia madre. Ok, ho deciso: oggi andrò a fare rifornimento di completini per palestra. Lasciai un bigliettino sul comodino affianco al letto di mio fratello, con su scritto che ero uscita un po'.
Uscii di casa per incamminarmi verso la palestra. Se qualcuno questa mattina mi parlerà, rischierá di trovarsi senza un dito. Ero di cattivo umore, e ancora sconfortata da quell'incubo. Entrai in palestra, e per prima cosa mi diressi verso lo spogliatoio. Una cosa fondamentale della palestra, è portare con se un asciugamano. L'igiene, soprattutto nei posti pubblici, va rispettata con cura. E come ogni volta, per riscaldarmi, andai verso il tapis roulant. Lo utilizzavo prima dell'allenamento e dopo.
«Incredibile. Ti trovo anche qua» riconobbi al volo quella voce rauca.
«Sto spruzzando felicità da tutti pori» dissi sarcastica. «Chiariamoci fin da subito, stammi lontano, non ho intenzione di aspirare ancora il tuo profumo. Oggi non sono dell'umore giusto» continuai diretta. Lo guardai, aveva una maglia nera attillata, in cui sì intravidero i suoi addominali scolpiti.
Accidenti, niente male.
«Continuo a pensare che dovresti prendere una camomilla prima di dormire. Sei sempre irritata. So che ti faccio questo effetto infondo. E poi chi ti ha detto che voglio starti vicino?» sussurrò al mio orecchio, prima di andarsene dal tapis roulant.
Presuntuoso arrogante che non è altro.
Finii il riscaldamento e andai a fare glutei. Feci gli stacchi a gambe tese, gli affondi e gli squat; tutti e tre con il bilanciere. Mi sentii uno sguardo addosso, mi girai per vedere se ci fosse qualcuno. Trovai Anderson che mi guardava mentre stava sollevando dei pesi da diciassette. Qualcosa in me disse che quello era solamente un riscaldamento per lui. Mi concentrai sui miei esercizi, fermandomi per il minuto di pausa, mentre dei ricordi riaffiorarono.
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Mend a Broken Heart
ChickLitIsabel Torres, è una ragazza che sogna ad occhi aperti, ma con il cuore malandato. Isa ha una problema al cuore, causato dal suo passato. Molte persone l'hanno tradita e trattata come se non nulla fosse. E per questo motivo è diventata una persona p...