Capitolo cinque

90 10 17
                                    

Isabel

«Pronto?» risposi accigliata.

«Salve! Mi chiamo Daniel Wilson, sono il manager di una modella della linea "Shine", ovvero Angelina Anderson. L'ho chiamata perché io, i miei assistenti e ovviamente Angelina, avevamo pensato di proporle una cosa»

Aspetta un attimo...Ha detto Anderson?!

«Certo, mi dica pure»

«Sappiamo che si è appena trasferita e si deve ancora organizzare, ma Angelina la adora. Ama tutti i suoi capi, dal primo all'ultimo. E appena si è trasferita qua a Los Angeles non ha esitato un attimo a dirci di contattarla. Perciò volevamo proporle questo. Vorrebbe essere la stilista di Angelina per la prossima Fashion Week, e chi lo sa, magari anche per le altre?» mi domandò con un barlume di speranza.

Per un attimo non mi soffocai con la mia stessa saliva. Partecipare come stilista ad una Fashion Week è più che un onore, solo pochi stilisti hanno questa opportunità.

«O mio dio, è una proposta sicuramente allettante. Ma essendomi appena trasferita devo organizzare tutto. E il mio Atelier di moda deve ancora essere arredato. Ma se questo non è un problema, è un si al cento per cento» risposi senza esitare con gli occhi ancora spalancati.

«È un onore per noi. Più tardi le manderò una email con tutte le informazioni. Nel frattempo Angelina vorrebbe vederla per una chiacchierata, per quando sarebbe libera?»

«Questo pomeriggio alle quattro e mezza allo Starbucks sulla quattrocentoventotto?» chiesi dubbiosa.

«Perfetto, grazie ancora»

«Grazie a lei» attaccai con un sorriso.

Non passarono nemmeno cinque minuti dalla chiamata e mi arrivò un email dall'agenzia di moda "Shine".

"Salve signorina Torres.
L'abbiamo contattata perché per noi sarebbe un onore averla come stilista di moda alla Fashion Week della stagione autunno che si terrà il ventitré ottobre, al Beverly Hills Shine. Vari dettagli più specifici le verranno dati più avanti.
Grazie e buona giornata.
Staff Shine."

Beh, intenso. Certo, fino al ventitré ottobre mancava ancora un mese e mezzo, ma apprezzo il fatto che mi abbiano chiamata con largo anticipo, così da potermi organizzarmi per bene. Ma la mia mente continuò a pensare al cognome di Angelina Anderson. Aspetta...Non è lei la ragazza di cui mi aveva parlato Diego? E forse potrebbe essere la stessa Angelina con cui parava James al telefono.

Ad ogni modo, in questo momento, ho molto da fare al posto di pensare a quell'essere affascinante.

Era già mezzogiorno, perciò tornai a casa a pranzare e sistemarmi per l'incontro con Angelina. Decisi di portare con me alcuni miei bozzetti. Entrai in casa e mio fratello non era ancora tornato. Mi venne in mente James. Se deve arrendere la mia stanza, deve entrare in casa mia. Oddio.

Cercai di non distrarmi e fare le mie cose senza interrompermi ogni due secondi -come mio solito-. Preparai la pasta al pesto, che mi suscitò un mucchio di ricordi.

Quando ero piccola, io e la mia famiglia viaggiavamo molto. Ed una volta eravamo andati in Italia, in Liguria. Ci avevano raccontato che uno dei loro piatti tipici erano le trofie al pesto. Ci avevano fatto vedere anche come si cucina, e poi le abbiamo mangiate, ovviamente. Da quel giorno diventai quasi ossessionata da quel piatto.

*

Erano le quattro e venti e incominciai ad incamminarmi verso lo Starbucks, -è molto vicino casa quindi ci metto poco ad arrivarci-. È passata solo una settimana da quando mi sono trasferita qua a Beverly Hills e quasi ogni giorno vado da Starbucks. Le cameriere mi conoscono così bene che ormai quando entro sanno cosa devono prepararmi: il cappuccino e dei pancake. Uno spettacolo. Ma ora mi concedo solo un cappuccino.

Mend a Broken HeartDove le storie prendono vita. Scoprilo ora