Capitolo venti

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Isabel

«Si chiama: domanda e risposta. Io ti faccio una domanda, ad esempio su di te e mi rispondi sinceramente. Tu la fai a me e rispondo. Ti va?»

La sua domanda mi lasciò spiazzata, ma mi ripresi un secondo dopo. Non sono una ragazza insicura, soprattutto quando qualcuno mi fa domande di questo genere. Io le prendo come una sfida contro me stessa. Per superare le aspettative altrui e degli altri.

«Okay. Ma aggiungo una regola al gioco: se ad esempio mi chiedi il mio film preferito, anche tu devi rispondermi. Intesi?» accettai.

«Intesi. Iniziamo... Film preferito? Il mio è "Harry Potter".»

Glielo concedo. Ha appena ricevuto un altro punto.

«Idem, anche "Twilight". Tocca a me, gusto al gelato preferito? Il mio è la nocciola, il migliore, ovviamente.»

Sì, sono abbastanza vanitosa per quanto riguarda questo genere di cose.

«Non ti allargare troppo, il gusto alla nocciola potrebbe essere anche buono, ma quello alla stracciatella è nettamente migliore. Ho visto che hai un tatuaggio di un tulipano sulla clavicola, ha qualche significato?»

Sorrisi, «Sì. Per me ha un significato molto importante. Il tulipano rappresenta il simbolo delle relazioni pure ed equilibrate, innalzandosi quindi a simbolo di vero amore. Nonostante la mia precedente relazione mi ha distrutta fiscalmente e psicologicamente, io non smetterò mai di credere al vero amore.» sospirai abbassando lo sguardo. Dopo aver capito quanto la mia relazione con Brendon fosse dannosa, lo lasciai immediatamente. Lui non voleva lasciarmi andare, ma quello non era amore, era possessività. «Cosa cerchi in una relazione?» chiese.

«Cerco equilibrio e pace. Nelle relazioni sane ci sono dei momenti bassi, ma si supera tutto con un sorriso vero sul viso. Io voglio una persona che sia libera insieme a me, non che mi faccia sentire in trappola vietandomi tutto per piacere personale.» confessai portando lo sguardo da un'altra parte. Non voglio che lui mi veda debole.

«Non devi avere paura di me. Posso essere un arrogante patentato, ma non ti giudicherei mai, se vuoi sfogarti con me, non esitare e fallo. Non sono bravo a dare consigli o altro, ma sono un bravo ascoltatore.» dichiarò mostrandomi un piccolo sorriso.
«Quando è il tuo compleanno? Il mio è il venti aprile.»

«Il mio è il dieci gennaio. Raccontami qualcosa della tua infanzia magari, o dei tuoi genitori, scegli tu.»

Dopo questa mia domanda, contrasse immediatamente la mascella.

«Ascolta, non sei nessuno per ficcare il naso in queste cose.» rispose brusco. Giuro, non lo capisco. Prima fa il dolce, poi diventa amaro come il caffè.

Sogghignai, «A me è sembrato che ieri sera fossi più di "nessuno", e il tuo amichetto penso non sarebbe d'accordo con questa tua risposta.»

«Smettila. Ti confesso solo che prima dei miei nove anni non avevo assolutamente nessuno se non dei figli di puttana addosso.» la sua confessione mi lasciò confusa per un paio di secondi. Ma la sua domanda non tardò ad arrivare.

«Ora è il mio turno. Dimmi la causa del perché prendi le pillole.» più che una domanda, mi sembrò un ordine.

«Ora ho capito il tuo giochetto... Incanti chiunque con il tuo fascino e le parole da "bravo ascoltatore" per estorcere qualunque cosa tu voglia. Mi dispiace deluderti ma con me tutto questo non funziona. Dovrai sforzarti di più.» dissi con tono deluso. Pensavo che gli interessasse davvero sapere qualcosa su di me. Evidentemente mi sbagliavo.

«Sai che sono impaziente per certe cose. Dimmelo, Isabel.» ribatté.

«Fai tanto il misterioso e poi se qualcuno non ti dice qualcosa ti incazzi. Cresci, James.» sibilai assottigliando le fessure degli occhi.

Mend a Broken HeartDove le storie prendono vita. Scoprilo ora