Capitolo quindici

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James

«Tranquilla, l'ho già fatto.» accennai aprendo la porta dell'atelier.

In realtà no, ma devo farlo. Anche stavolta il mio autocontrollo è andato a farsi benedire. Devo starle lontano, o almeno comportarmi in modo diverso.

Diventa un maschio alfa ed è fatta.

Io sono un maschio alfa, per chi mi hai preso?

Ma proprio in quell'istante, nell'atelier entrò una figura a me sconosciuta.

Dall'aspetto mi sembra uno di quelli che preferisce andare ai dibattiti scolastici che stare con la propria ragazza. Capelli biondi, occhi marroni, barba di una settimana, pantaloni del nonno e maglietta a quadri che assomiglia ad una tovaglia. Cavoli...Se io mi vesto male questo qua mi supera altamente.

Mi sorpassò con disinvoltura lanciandomi un'occhiata indifferente. Decisi di rimanere un altro po' per capire chi fosse e cosa ci faceva nell'atelier di Isabel.

Volsi lo sguardo verso di lei. A differenza di qualche minuto prima, il suo viso si fece pallido come un vampiro e la mascella contratta.

Il tipo con la maglia a quadri si decise a parlare. «Ciao Isabel, sei cambiata molto dall'ultima volta o sbaglio? Vedo che hai fatto anche delle amicizie...» rivolse lo sguardo verso di me. Il tipo continuò a parlare ignorando la mia occhiataccia minacciosa.

«Allora Isabel, non mi chiedi nemmeno cosa ci faccio qua a Los Angeles?» domandò il tipo con voce fastidiosa. Vista la difficoltà di Isabel, decisi di intervenire.

Saresti intervenuto in ogni caso.

«Scusami per l'intromissione, ma guardando la faccia di Isabel non penso che abbia intenzione di parlare con te. Ma lascia che ti faccia una domanda, chi saresti tu?»

«Sono il suo...»

«Nessuno, non è nessuno di importante.» Isabel interruppe il tipo. Okay, la situazione si sta facendo abbastanza interessante, ma quest'uomo continua a non piacermi.

«Da quel che ricordo non penso che io sia stato "nessuno di importante". Ti ho mandato mille messaggi e non mi hai risposto.» ribatté lui.

«No, ma lo sei diventato, e se non ti ho risposto un motivo ci sarà. Ora sei pregato di andartene, se vuoi chiedere un capo d'abbigliamento dovrai aspettare, oggi l'atelier non è aperto.» rispose lei mantenendo la calma.

«E perché lui può rimanere? Fammi indovinare, non gli hai detto nulla per quanto riguarda la...»

Riguardo cosa? Cosa nascondi, Isabel?

«Ora basta! Lui è il mio Interior Designer e se ne stava per andare, vero Anderson?» la sua domanda attirò la mia attenzione.

«Sì, ha ragione, me ne stavo per andare. Ma prima vorrei sapere come si chiama quest'uomo qua.» dissi attendendo la risposta.

«Sono Brendon Davis, perché?» rispose lui corrucciando la fronte.

«Bene, Signor Brendon Davis, la prossima volta che esce di casa, le consiglio di guardarsi un po' allo specchio. I pantaloni del nonno e la camicia a quadri che sembra una tovaglia non le donano affatto. Detto questo, auguro ad entrambi una splendida giornata.» annunciai uscendo dall'atelier una volta per tutte.

Mi ripetei che della vita di Isabel non me ne fregava assolutamente nulla, e che se non fossi riuscito a starle lontano, allora avrei dovuto iniziare a comportarmi in modo diverso.

Continuai a chiedermi cosa intendesse Brendon con quella frase.

"Fammi indovinare, non gli hai detto nulla per quanto riguarda la...". Ebbi davvero l'impressione del fatto che Isabel non era per nulla felice di aver rivisto quell'uomo, anzi, era più che scioccata. A giudicare da come si parlavano, mi sembrava che si conoscessero molto bene, ma ora lei non vuole più vederlo. Se la mia teoria e le mie ipotesi sono giuste, Brendon Davis è l'ex di Isabel Torres. Chissà cosa gli avrà fatto da farsi odiare così tanto da lei.

Mend a Broken HeartDove le storie prendono vita. Scoprilo ora