Eliot uscì dall'edifico stringendosi il collo della giacca.
Si accorse con una punta di fastidio che piccole goccioline stavano piovendo dal cielo.
Storcendo il naso, si andò a riparare sotto la tettoia del portico, in attesa che qualcuno lo venisse a prendere.Si appoggiò al muro e abbassò il capo, nascondendo il viso dietro ai capelli biondi.
Erano l'unica cosa per la quale le persone gli facevano dei complimenti.
O almeno l'unica vera.Gli avevano detto almeno un centinaio di volte quanto fosse inusuale per un ragazzo avere i capelli così chiari.
Lui aveva provato una punta di felicità, ma poi era stata subito spenta dai soliti sguardi canzonatori che gli riservavano i ragazzi nei corridoi.Per quello lì teneva così lunghi.
Per far si che quando camminasse, la gente notasse loro e non lui. Per far sì che si potesse nascondere, sotto di essi.E quasi erano essenziali, per lui, quei capelli fini e chiari.
Aveva pensato di tingerli, una volta. Così le persone non avrebbero notato nenche loro, e sarebbe stato lasciato in pace.Appoggiò una gamba al muro dietro di lui e, chiudendo gli occhi, si abbandonò ad un sospiro rassegnato.
"Ti conviene abbassare la gamba. La signora lì in fondo potrebbe non apprezzare"
Eliot corrucciò gli occhi e girò la testa, confuso. Pensava di essere solo, ma quella che si trovò di fianco fu la ragazza dai lunghi capelli e i tratti particolari che aveva visto prima. La felpa larga, nascosta sotto un cappotto altrettanto scuro.
"Cosa?" domandò lui guardandola imbarazzato e a disagio.
Lei lo guardó con una strana espressione noncurante che lui trovò quasi divertente."Quella donna laggiù" disse indicando una vecchia signora mezza gobba che li osservava con gli occhi stretti dietro un grosso giornale, seduta vicino all'entrata su una sedia arrugginita.
"La conosco da parecchio tempo e non vuole che sporchiamo il muro"Eliot si accorse che sulla parete color crema dietro di lui c'era un piccola macchiolina di terra.
"Oh" mormorò mortificato.
Si affrettò a spostarsi, e guardò il danno con rammarico.
La ragazza parve accorgersene."Tranquillo, si vede appena" si sbrigò a tranquillizzarlo.
Ma lui era tutto fuori che calmo. Gli pareva strano che una ragazza gli rivolgesse la parola di sua spontanea volontà, e si sentì tremare al pensiero che erano stati nella stessa stanza fino a poco prima.
Praticamente in panico, Eliot alzò la testa senza spostare gli occhi dal terreno, e rivolse un debole cenno di ringraziamento col capo.
Lo metteva a disagio trovarsi faccia a faccia con quella ragazza particolare, e non sapere che dire.Lei gli rivolse un sorriso pacato e tornò ad osservare gli alberi del parco davanti all'edificio.
Eliot si sistemò dov'era prima, senza però appoggiarsi al muro per paura di venir richiamato.
Si strinse nel cappotto e sentì una goccia bagnargli il naso. Tremò leggermente, e alzò gli occhi lentamente, con la speranza di non farsi vedere.La ragazza sembrava non aver freddo e il cappuccio della sua felpa era coperto da macchie scure, provocate dalle numerose gocce che cadevano dall'alto. Lei era proprio nel punto in cui l'acqua colava dalla grondaia e si infrangeva sul pavimento. O sulla sua felpa.
Eliot provò l'impulso mai provato di prenderle la giacca e tirarla verso di lui, al coperto dal tetto.
Aveva paura, però, che lei lo scacciasse come facevano tutti, e quindi di sentirsi sbagliato e rifiutato. Ma quella ragazza... Gli provocava qualcosa all'altezza dello stomaco e si sentiva che sarebbe stato diverso, quella volta.
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Lui Non Mi Lascerà
General FictionLui è qui. Continua a sussurrare, a parlare, gridare. Lui ci distrugge. Attacca chi non ha abbastanza forza per tapparsi le orecchie, infimo e violento, colpendo la testa e oscurando tutto il resto. Sminuendo, tutto il resto. Anche noi, ci dimentich...