Capitolo 9: V. | NE BIS IN IDEM

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V.

NE BIS IN IDEM

(non due volte sullo stesso)


"Ti prego di non fraintendermi, Hermione, sono davvero orgoglioso di te. Sono sicuro che Malfoy non ha percepito la tua insicurezza. E sospetto che sia molto difficile per te mantenere la calma quando si tratta di lui, ma se me lo chiedi... avresti potuto essere un po' più sensibile".

Hermione strinse più forte il suo boccale di burrobirra mentre ascoltava le parole caute di Harry. Gli aveva chiesto di dare la sua impressione sulla sua prima conversazione con Malfoy, ed era quello che aveva ottenuto, anche se non era esattamente quello che aveva sperato di sentire. Hermione apprezzava il fatto di poter sempre contare sui pareri sinceri e severi dei suoi amici, ma ora la cosa la tormentava.

Oltre a Harry, anche Ron si era riunito nel piccolo pub che avevano scelto per bere una birra dopo il lavoro. Hermione non lo vedeva così spesso come Harry, poiché Ron non lavorava per il Ministero della Magia, ma aveva seguito le orme di Bill come Spezzaincantesimi per la Gringotts. Era quasi sempre in viaggio a livello nazionale e internazionale per la Banca dei Maghi, quindi beccarlo in una delle sue brevi ma regolari visite di cortesia a Londra era sempre una fortuna.

Oggi era apparentemente uno di quei giorni fortunati. Ron si godeva appieno la libertà e l'indipendenza che gli derivavano dal suo lavoro. Ma quando aveva saputo per quale progetto erano stati ingaggiati i suoi amici, si era recato immediatamente sul posto. Aveva appena terminato un incarico a Belfast quando gli era arrivato il messaggio di Harry. Grazie a Merlino, non gli ci era voluta più di una stazione di apparizione per raggiungerli.

Ora Ron sedeva teso al tavolino, lanciando occhiate attente tra loro.

Harry mise una mano sul braccio di Hermione per scusarsi. Aveva notato che le sue parole l'avevano fatta riflettere. In effetti, ora le si era formato un nodo in gola, che la turbava ancora di più. Poco professionale.

Anche se poche ore prima era stata orgogliosa di essere sopravvissuta alla prima riunione e di non aver lasciato che Malfoy avesse la meglio, ora doveva ammettere che Harry aveva assolutamente ragione. Mai prima d'ora aveva parlato con tanta condiscendenza a una persona di cui doveva occuparsi, che le piacesse o meno.

Concordava segretamente con Harry che avrebbe potuto, o dovuto, essere più empatica. Soprattutto con lui. Dopo tutto, si trattava di un progetto molto speciale. E questo richiedeva inevitabilmente un modo molto speciale di trattare con il colpevole.

Ma il fatto che si trattasse proprio di Malfoy le rendeva le cose difficili. Anche più di quanto avesse pensato in precedenza.

Lui era già riuscito a provocarla già così tanto con le sue prime parole che lei non era stata capace di èresentargli in maniera delicata i suoi falsi ricordi. Invece, gli aveva semplicemente spiattellato il disastro che rappresentava la sua presunta vita. Che nulla di tutto ciò fosse realmente accaduto non aveva importanza, perché dopo tutto la verità era ancora peggiore.

Ron si accontentò infine di darle una pacca sulla spalla quando notò le emozioni che le turbinavano dentro. Dopo che Harry e Hermione gli avevano riferito come si presentava il Progetto 137.43.M.D. e che Hermione avrebbe avuto a che fare con Malfoy costantemente nei mesi successivi, era rimasto per lo più in silenzio. A differenza di Harry, non aveva commentato la conversazione di Hermione con Malfoy. Probabilmente gli dispiaceva solo per lei.

Project 137.43.M.DDove le storie prendono vita. Scoprilo ora