Capitolo 22: XVIII. | CAUTELA ABUNDANS NON NOCET

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XVIII.

CAUTELA ABUNDANS NON NOCET

(L'estrema prudenza non nuoce)


In effetti, la visite di controllo di Malfoy al St. Mungo, che si erano svolte tre volte alla settimana da quando era stato rilasciato, non avevano più bisogno di essere ulteriormente proseguite.

"I suoi risultati sono eccellenti", aveva annunciato la giovane guaritrice nel breve colloquio finale a cui Hermione aveva accompagnato Malfoy.

Gli era stato consigliato di continuare a fare esercizio fisico, a mantenere la dieta e a fare tutto ciò che lo faceva sentire a suo agio. Malfoy sarebbe dovuto tornare in ospedale solo in caso di problemi gravi. E Hermione dubitava che sarebbe successo.

Avrebbe dovuto essere sollevata dal fatto che quelle riunioni regolari fossero finalmente finite e che, di conseguenza, in teoria avrebbe dovuto vedere Malfoy meno spesso di quanto avesse fatto in precedenza, ma per qualche motivo la cosa la faceva anche un po' arrabbiare.

Era quasi scandaloso la rapidità con cui Malfoy era tornato alla vita, mentre lei aveva impiegato anni per riprendersi dal trauma della guerra. Ancora oggi, di tanto in tanto, faticava a superarlo. Lui, invece, si era ripreso splendidamente nel giro di poche settimane, anche se, a differenza di lei, aveva trascorso dieci maledetti anni ad Azkaban.

Fondamentalmente, era un modo vergognoso di vedere le cose, Hermione lo sapeva. Malfoy era stato Obliviato e, naturalmente, l'obiettivo del Wizengamot era quello di far sì che la Fase di Riabilitazione avesse più successo di quello che molto probabilmente avrebbe avuto senza l'Incanto della Memoria. In realtà, come Mentore, Hermione avrebbe dovuto essere felice che Malfoy si fosse ripreso così bene. Eppure, la cosa la infastidiva.

Dopo aver scortato Malfoy nel suo appartamento, si era diretta all'ufficio dell'OSAR per preparare il rapporto intermedio che avrebbe dovuto presentare al Wizengamot alla fine della settimana. Grazie a Merlino, quella mattina Malfoy non aveva lasciato trasparire nulla sul bacio della sera prima. Allo stesso modo, Hermione aveva cercato di essere neutrale e professionale con lui.

Ma mentre forse era riuscita a convincerlo che la cosa non le aveva fatto nessun effetto e che poteva archiviare l'incidente della sera prima come un episodio isolato con una ragionevole distanza, nel suo intimo le cose sembravano molto diverse. In effetti, continuava a pensarci quasi ininterrottamente.

Ogni volta che i suoi pensieri vagavano (e purtroppo lo facevano di continuo) sentiva di nuovo le sue labbra sulle sue. Ricordava la sua mano sulla nuca e come l'aveva spinta verso di sé mentre la baciava quasi con urgenza. Le venne la pelle d'oca solo a pensare a come aveva sentito il suo tocco, a come i loro corpi si erano premuti l'uno contro l'altro per qualche secondo.

Hermione emise un gemito sommesso e posò la penna d'oca che aveva inconsciamente stretto così forte da essere ora tutta arruffata.

Era abbastanza per farla impazzire. Perché diavolo stava reagendo così a Malfoy? Era il suo progetto. L'oggetto del suo odio fin dal primo anno a Hogwarts. Era un ex Mangiamorte e un criminale di guerra. Era arrogante, fastidioso e presuntuoso. Ed era dannatamente attraente.

Cazzo.

Si alzò bruscamente, raccolse le sue cose e uscì dal suo cubicolo con passi energici. Era ora di dire addio al rapporto intermedio di oggi. Malfoy non solo l'aveva fatta imprecare internamente più di quanto avesse fatto negli ultimi dieci anni, ma era anche responsabile del fatto che la sua concentrazione aveva ormai raggiunto un livello infinitesimale. A parte questo, un leggero mal di testa le martellava ancora dietro le tempie e, lentamente ma inesorabilmente, le sembrava di impazzire per questo.

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