Capitolo 19: XV. | AUDIATUR ET ALTERA PARS

342 28 2
                                    


XV.

AUDIATUR ET ALTERA PARS

(ascoltare l'altra parte)


La gamba di Hermione si muoveva a scatti su e giù freneticamente. Malfoy era in sala esami da mezz'ora e più lo aspettava, più diventava nervosa. Era chiaro che aveva troppo tempo a disposizione per preoccuparsi. Per dei pensieri che non avrebbe dovuto avere.

Da quel giorno alla tavola calda non aveva quasi mai dovuto seguire i consigli di Ginny. E, stranamente, era proprio questo che ora la tormentava. Era almeno dalla situazione dell'ascensore, che Hermione desiderava segretamente poter bisticciare con Malfoy. Magari anche flirtare con lui. Provocarlo. O semplicemente fare qualsiasi cosa che potesse alleviare la maledetta tensione che provava quando gli stava vicino.

In effetti, Malfoy era stato insolitamente calmo durante i loro ultimi due incontri, che si erano limitati alle sue visite in ospedale. A Hermione era sembrato persino premuroso, ma lei non riusciva a capirne il senso. Sperava solo che non avesse nulla a che fare con il fatto che lui si fosse insospettito per il suo lapsus, perché questo avrebbe messo in pericolo l'intero progetto.

La porta della sala esami si aprì di scatto e Malfoy avanzò con nonchalance nel corridoio. Hermione sospirò e si alzò dalla sedia su cui stava aspettando, cercando di prendere il rapporto che lui le porgeva abitualmente. Lo guardò e alla fine non poté fare a meno di emettere un suono di apprezzamento.

"Soddisfatta?" Malfoy si informò con un tono sommesso che Hermione trovò piuttosto ironico. Lei evitò di guardarlo.

"Molto", si limitò a rispondere onestamente.

Il corpo di Malfoy si era rigenerato a una velocità mozzafiato. Nel frattempo, i guaritori non solo gli avevano attestato un peso quasi normale, ma anche un tono muscolare adeguato alla sua età. Inoltre, i valori del sangue erano superiori alla media, soprattutto in considerazione della durata della sua prigionia. Si era ripreso meravigliosamente e forse il Wizengamot avrebbe apprezzato almeno questo quando Hermione avrebbe presentato il suo rapporto intermedio.

L'unico problema che rimaneva era incanalare la sua magia, e Hermione sapeva che era suo dovere esercitarsi con lui più spesso. Solo che non riusciva a chiederglielo. E una vocina in fondo alla testa le sussurrava che aveva solamente un po' paura di rimanere nell'appartamento da sola con lui. Anche se naturalmente (a parte la fervida immaginazione di Hermione) non c'era alcun motivo razionale per questo.

Quando Malfoy diede segni di insofferenza, fu strappata alle sue riflessioni e distolse lo sguardo dalla pergamena. Stupidamente, fu subito catturata dai suoi occhi grigi, che erano ancora fissi su di lei. Merlino, non sbatté nemmeno le palpebre. Anzi, le studiò il viso con attenzione per un po', prima di aprire esitante la bocca.

"Andiamo a fare una passeggiata, Granger? O devi liberarti di me in fretta?"

Hermione scosse la testa e si allontanò immediatamente. Ormai anche lui doveva essersi accorto che si stava comportando in modo strano. Doveva assolutamente ricomporsi.

"No, non ho altri appuntamenti oggi. Andiamo", disse infine, volutamente annoiata, e scrollò le spalle.

Lui la seguì in silenzio attraverso i corridoi affollati dell'ospedale e in pochi minuti erano sul marciapiede. Camminarono tranquillamente fianco a fianco per un po' e Hermione si concentrò sui raggi del sole che le scaldavano il viso. Giugno aveva portato la prima ondata di caldo dell'anno e Londra era piena di gente che passeggiava mengando gelati e di turisti felici.

Project 137.43.M.DDove le storie prendono vita. Scoprilo ora