Capitolo 15: XI. | PROBATIO DIABOLICA

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XI.

PROBATIO DIABOLICA

(prova del diavolo)


Lei stava in mezzo al soggiorno come se fosse il suo appartamento e non quello di lui, con le maniche della camicetta arrotolate con disinvoltura.

A Draco dava ancora fastidio che lo costringesse a disfare le scatole davanti a lei. Non era sicuro del motivo per cui aveva evitato di farlo negli ultimi giorni, ma per qualche ragione aveva voluto evitare di affrontare la sua vecchia vita per un po'. Si sentiva in imbarazzo a cominciare proprio ora, sotto gli occhi attenti della Granger.

Lei, tuttavia, non sembrava intenzionata a tollerare ulteriori obiezioni, nonostante Draco avesse ripetutamente cercato di dissuaderla dalla sua idea così grandiosa. Invece, aspettò stoicamente che lui alzasse finalmente la bacchetta. E alla fine lui lo fece, solo perché aveva segretamente voglia di fare una magia, ovviamente, e non certo perché lei glielo avesse chiesto.

"Accio", disse con sicurezza.

Tenne la bacchetta puntata con nonchalance su una delle scatole che erano state etichettate con la parola 'Libri'. Nella sua mente si era manifestata la chiara immagine di un volume sul Quidditch, che aveva visto giacere in cima alla pila quando aveva aperto la scatola. Con grande disappunto di Draco, non accadde assolutamente nulla. Il libro non si mosse, né si mosse nessun altro oggetto nelle sue vicinanze.

"Accio libro", ripeté autorevolmente, mettendo tutta la sua concentrazione nell'incantesimo.

Sentiva la magia pulsare nel suo corpo (era debole, ma c'era) e non capiva perché non funzionasse.

"Non è insolito, Malfoy. Non lasciarti scoraggiare". La Granger era arrivata alle sue spalle e la sua voce era comprensiva.

Poteva ficcarsela su per il culo. Lui la ignorò.

Invece di rispondere, lanciò di nuovo l'incantesimo, agitando la bacchetta in modo così brusco che il libro rimbalzò un po'. Ma invece di schizzare verso di lui come avrebbe dovuto, ruzzolò oltre il bordo della scatola e atterrò con un tonfo sul pavimento di legno scuro.

"Sapevo che era un'idea stupida", mormorò Draco esasperato.

Guardò la scatola da lontano, alzò la mano e riprovò, questa volta con un altro libro. Il risultato fu lo stesso. Dopo qualche altro frustrante tentativo, si arrese.

"Senti la magia nel braccio?" Chiese la Granger e lui annuì.

"Sì, la sento, ma sembra fuori controllo. Come se volesse uscire, ma non sapesse esattamente come. E più debole di quello a cui sono abituato", aggiunse rassegnato.

Sorprendentemente, quando si voltò verso di lei, la Granger non aveva l'aria di commiserazione che si era aspettato. (Non se la sarebbe bevuta, per inciso.)Al contrario, lei si limitò a fissare la scatola con sguardo vuoto e ad annuire lentamente.

"Sì, so esattamente cosa vuoi dire", mormorò, sembrando immersa nei suoi pensieri. "Alla fine andrà meglio. Basta che non ti arrenda".

Cominciò a muoversi, superandolo, e prima ancora che Draco potesse immaginare cosa stesse per fare, lei alzò una mano e gli strinse brevemente la spalla. Sembrava inconsapevole di quello che aveva fatto. Con un'aria ancora stranamente distratta, prese il volume di Quidditch, lisciò le pagine sgualcite e lo rimise con cura nella scatola.

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