Capitolo 23: XIX. | IGNORANTIA FACTI

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XIX.

IGNORANTIA FACTI

(ignoranza dei fatti)


Poteva letteralmente leggere dal volto della Granger che già si era pentita di essere qui.

Dato che non l'aveva sentita per tutta la settimana e che il loro prossimo appuntamento era ancora lontano, Draco era finalmente andato a Diagon Alley per mandarle un messaggio tramite il Servizio di Posta Magica.

Abbiamo un accordo. Che ne dici di sabato?, erano state le uniche parole che aveva scarabocchiato sulla pergamena.

Invece di rispondere, lei si era semplicemente presentata davanti alla sua porta questa mattina. Era troppo ligia al dovere, anche se ovviamente non aveva voglia di passare del tempo con lui. Ma apparentemente pensava che fosse suo compito assecondare il suo desiderio e accompagnarlo. E forse era proprio nella sua natura non infrangere le promesse.

In ogni caso, ora era in piedi nel mezzo del prato in cui si erano Smaterializzati, con uno sguardo estremamente infelice rivolto al cielo coperto di nuvole. In lontananza, Draco udì un basso rombo di tuono. Era la prima volta in questo mese che sembrava davvero voler piovere, e se l'avesse saputo prima non avrebbe scelto quel giorno per salire su una scopa per la prima volta. Ma adesso che ormai erano qui, sarebbe andato fino in fondo.

Draco si appoggiò alla sua nuova scopa e osservò senza dare nell'occhio la Granger, che sembrava assolutamente a disagio. Nonostante l'espressione cupa, era incredibilmente bella, come aveva già notato quando le aveva aperto la porta. Era vestita in abiti sportivi (pantaloni di lycra aderenti e una maglietta abbinata) e aveva i riccioli castani legati in una coda di cavallo alta. Solo alcune ciocche le incorniciavano il viso e lei continuava a soffiarle via nervosamente.

Aveva portato anche una scopa, un modello più vecchio. E Draco, che ricordava che la Granger era stata un disastro nelle lezioni di volo sotto l'occhio vigile di Madame Hooch, si chiese segretamente quando avesse volato per l'ultima volta.

"Possiamo cominciare?" chiese a un certo punto, quando ebbe guardato abbastanza, strappandola dai suoi pensieri con la sua domanda.

"Quando vuoi. Ma ci fermeremo immediatamente se inizierà a tuonare".

Draco alzò gli occhi al cielo per il tono spocchioso della Granger. Era colpa sua, dopo tutto aveva accettato lei l'accordo. Non doveva prendersela con lui perchè aveva paura. Detto questo, anche lui non era entusiasta di volare con un temporale estivo. Avrebbe preferito invece raggiungere la sua vecchia forma in maniera più prudente.

Montò sulla scopa e finalmente si alzò da terra. La sua bacchetta, sebbene fosse ancora quasi del tutto inutile, era infilata nell'elastico dei pantaloncini. Per orni evenienza. Fece un piccolo giro a qualche metro di altezza e non poté evitare che la sensazione di felicità che lo colpì gli facesse spuntare un sorriso inaspettato.

Anche la Granger era in aria ora, ma stava guadagnando altezza molto più lentamente e in modo chiaramente instabile. Stringeva forte la scopa, con un'aria così infastidita che Draco quasi rideva. Ma non sentì il bisogno di provocarla. Era troppo grato che lei lo avesse accompagnato. Così distolse rapidamente lo sguardo da lei e si limitò a godersi la possibilità di volare di nuovo.

Il tempo passava troppo in fretta. Dopo poco tempo, Draco divenne più coraggioso e volò molto più lontano e più in alto della Granger, tanto da poterla scorgere solo come un piccolo puntino sotto di lui. Alla fine, provò anche alcune delle manovre che ricordava e fu piacevolmente sorpreso perché in effetti gli riuscirono bene. Il suo corpo non sembrava aver dimenticato cosa si prova a stare su una scopa. Grazie a Merlino.

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