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15 Ottobre

Il giorno successivo entrambi non riescono a smettere di pensare a quell'incontro.

Simone, in particolare, ha posizionato il dinosauro sulla scrivania e continua a fissarlo. Addirittura mentre studia lo fissa di sottecchi, come se quell'oggetto inanimato potesse improvvisamente parlargli e rimproverarlo perché in realtà dovrebbe concentrarsi sugli esercizi, piuttosto che sui suoi ricordi e su Manuel.

Manuel.

Ci pensa da ore a Manuel, anche se non vuole ammetterlo.

È tutto molto strano, in realtà. L'ultima volta che ha avuto un amico vero è stata al terzo anno di liceo. Aveva un compagno di banco un po' particolare, Filippo. Combinava un sacco di guai, ma a lui piaceva, si confidavano su tutto, passavano tanto tempo insieme, avevano sviluppato un legame particolare, soprattutto perché con lui Simone ha scoperto cose riguardo la sua sessualità e mai una volta si è sentito sbagliato o diverso.
Gli manca sapere di avere una persona su cui poter contare, qualcuno da poter considerare amico, appunto.

Incolpa proprio il desiderio di sentirsi ascoltato quando prende il telefono e finisce sulla chat di Manuel.

Non ha il coraggio di scrivergli però, anche perché lo vede online.

Ciò che non sa è che la ragione dietro quell'online è proprio il suo stesso desiderio, è Manuel che sta fissando la chat con lui, perché vorrebbe scrivergli, ma teme di risultare invadente, opprimente, ridicolo.

Manuel è forse quello che è più rimasto deluso da tutta quella ambigua situazione. Se ne rende conto anche Anita che lo osserva mentre fissa lo schermo del telefono senza dire una parola da ore.

«Scusa Manu ma tutto bene?» decide allora di chiedergli, perché dell'incontro con Simone lei non sa nulla.

Manuel parla soltanto quando lei gli si siede accanto, sul divano.

«Jacopo è morto.» dice, tranquillamente, lui che tranquillo non ci si sente affatto.

«E come... come lo sai?» chiede la madre, immobile, lasciandogli tutto lo spazio di cui immagina abbia bisogno.

«Ho incontrato suo fratello ieri... t'avevo detto che l'avrei trovato...» ridacchia lui, sornione. Poi quel sorriso si spegne.

«L'ho trovato, solo che... ecco, lui era il gemello di Simone. Simone è stato pure molto gentile eh, perché ha visto il tweet mio e m'ha voluto incontra' di persona pe' dirmelo... avrebbe potuto inviarmi un messaggio, invece ha preferito farlo così... più delicatamente, diciamo.» spiega.

Anita cede ed inizia a lasciargli qualche carezza.

«Me piace Simone, m'è simpatico. Però... sembra proprio uno che... boh, pensa che studia matematica ma'...»

Il tono alla fine è drammatico e sua madre ride insieme a lui, anche se comprende chiaramente la sua ansia.

«La verità, ma', è che da bambini è tutto più facile... o forse so' io che non so' adatto a socializza', a non ave' amici, a non esse' accettato...» inizia a dire, abbandonando il telefono tra i cuscini del divano.

«Manuel ma che dici?» esclama lei, amareggiata.
«Eh che dico... 'a verità dico. So' troppo sbagliato pe' essere amato io. So' sempre stato solo e resterò solo.»

Manuel sembra quasi sereno mentre afferma ciò, quasi come quella fosse una verità assoluta, per lui.

«Manuel, io ti amo e ti amerò sempre. Questo non devi dimenticarlo mai, me lo prometti?» ribatte prontamente Anita, dispiaciuta, prima di baciargli una tempia.

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