All the young dudes - Sirius's Perspective

Capitolo 31: Secondo Anno: Punizione

Lunedì 25 Dicembre 1973

Regulus aveva ragione: ritrovò la voce quella sera, prima della cena. Sua madre gli lanciò un'occhiata, si stava assicurando che fosse adeguatamente vestito con le sue vesti eleganti (gli fece sparire la cravatta - i colori di Grifondoro) prima di annullare l'incantesimo.

"Mi aspetto che tu ti comporti al meglio con i nostri ospiti stasera", disse mentre lui ansimava, sentendosi come se qualcuno gli avesse versato dell'acqua calda direttamente in gola, "Questa cena è della massima importanza per il tuo futuro e il futuro del Mondo magico."

Sirius si trattenne dal roteare gli occhi. Aveva le caccabombe nascoste al sicuro nelle sue vesti e non voleva rischiare di essere sgridato prima di avere la possibilità di esigere la sua vendetta. I suoi genitori erano sempre così drammatici riguardo a qualsiasi evento che tenevano, e sebbene fosse insolito ospitare tutti le Sacre Ventotto, Sirius non vedeva davvero come questo sarebbe stato diverso da tutte le altre feste in cui i maghi purosangue si pavoneggiavano in giro in abiti costosi, facendo commenti sprezzanti e giudicandosi a vicenda.

Era seduto accanto a Narcissa a cena, il che gli fece torcere le viscere. Il loro fidanzamento non era stato annunciato al di fuori delle loro famiglie - sarebbe avvenuto durante l'estate - ma Bellatrix gli lanciò uno sguardo d'intesa, accigliata dall'altra parte del tavolo. A peggiorare le cose, Lucius Malfoy era lì con la sua famiglia, e ribolliva per tutta la cena, fissando Sirius con rabbia. Come se fosse colpa sua se la sua famiglia mentale voleva che sposasse sua cugina! Narcissa non gli disse una sola parola per tutto il pasto, e ogni volta che lo guardava il suo volto s'incupiva. Miserabile.

C'era la quantità prevista di strette di mano e baci. Sirius notò che tutti sembravano un po' nervosi, ridevano troppo forte alle battute l'uno dell'altro o annuivano servilmente quando qualcuno faceva un commento con cui erano d'accordo. Alcune delle famiglie erano chiaramente più a loro agio nel maniero dei Black rispetto ad altre, rendendo facile vedere chi aveva già partecipato a qualunque offerta politica i suoi genitori stessero facendo. Si parlava molto del "futuro del mondo magico" e dell' "invasione dei babbani" e di un sacco di altre stronzate che Sirius ignorava per lo più. Voleva scegliere il momento perfetto per far esplodere le sue caccabombe, e si sentiva nervoso mentre aspettava la sua opportunità.

Arrivò quando Rodolphus Lestrange, il nuovo marito di Bella, si alzò per fare un discorso prima della quarta portata. Suo cugino stava fissando adorante il giovane mentre parlava della sua nuova posizione al ministero, e di come lui e i suoi colleghi avessero riflettuto molto sul coinvolgimento dei babbani negli affari dei maghi. Sirius voleva disperatamente cancellare il sorriso maniacale dalla faccia di Bellatrix e rovinare il momento di suo marito. Mentre tutti erano distratti, guardando dall'altra parte del tavolo il buon vecchio Rod, si fece scivolare con cura le caccabombe tra le mani, tirando le piccole linguette e facendole rotolare sotto il tavolo.

"...certo, sono d'accordo che abbiamo la responsabilità di aiutare i meno fortunati, ma devo chiedermi: qualcuno cresciuto al di fuori del mondo magico può veramente capire cosa sia..."

BANG!

La prima bomba esplose, perfettamente, proprio ai piedi dell'uomo, liberando una nube di fumi nocivi.

BANG! BANG!

Quando gli altri iniziarono a rilasciare i loro vapori maleodoranti, la stanza esplose in un caos confuso. I maghi balzarono in piedi e fissarono il tavolo che ora era stato avvolto da un fetore orribile, cercando di capire cosa stesse succedendo. Il discorso di Lestrange si interruppe bruscamente quando tossì, dopo aver inalato una boccata dei fumi. La testa di Bellatrix si girò di scatto, la mano premuta davanti al suo naso. I suoi occhi individuarono Sirius, e lo guardò in modo omicida. Sorrise compiaciuto a sua cugina, provando una scarica di adrenalina e profonda soddisfazione per lo scherzo perfettamente eseguito.