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Dean è sdraiato sul letto, le mani dietro la testa e lo sguardo al soffitto, le gambe stese sono leggermente sollevate e poggiate sulla testiera del letto.

Guarda il lampadario anni settanta della camera del motel in cui alloggia, mentre i colpi di pistola di un film western in tv fanno da sottofondo. Le tende beige a fantasia lasciano trapelare un caldo e spesso raggio di luce, il sole del primo pomeriggio taglia la polvere della stanza in penombra.

Il demone non ha più messo piede all'inferno da quando ha fatto visita a Shoutie qualche giorno fa, la pensa spesso; e proprio ora il ricordo di quegli occhioni sfuggenti e imbarazzati lo fa sorridere.

Non riesce a definire con chiarezza la sensazione che prova in questo momento; è impazienza, desiderio, con un velo di eccitazione che lui non riconosce, ma io si.

Non vede l'ora di incontrarla di nuovo, di conoscerla davvero, di conquistarla e giocare con lei come un gatto col topo.

Si stiracchia nel letto, poi si alza velocemente, infila gli scarponi, la giacca di pelle, prende le chiavi ed esce dalla stanza; appena fuori si guarda attorno, si ferma lasciando che la porta si chiuda alle sue spalle, infila le mani in tasca ed inizia a camminare.

Il sole è caldo, Dean si toglie la giacca mentre passeggia sul marciapiede osservando i negozi, cercando qualcosa da fare, si annoia, sbadiglia.

L'ho informato che stasera Shoutie si esibirà, il Demone non sa se farsi vedere ancora sia una buona idea. D'altronde quando era in negozio davanti a lei, nella finta telefonata ha detto che venerdì sarebbe ripartito; e oggi e domenica.

Forse rimarrà nell'ombra, ma vuole vederla brillare, è curioso.

Osserva il susseguirsi di attività lungo la via principale della piccola cittadina mentre ricorda ancora quegli occhi di ghiaccio; una caffetteria, una lavanderia a gettoni, un negozio di elettrodomestici con tv di ultima generazione in vetrina.

Ignora totalmente gli indigeni che lo scrutano curiosi, che lo guardano chiedendosi chi sia; perché loro conoscono tutti in città, ed è palese che si chiedano cosa voglia questo straniero a casa loro.

Dall'altro lato della strada un negozio di strumenti musicali cattura l'attenzione di Dean che si ferma un istante, poi a grandi passi attraversa la strada; si ferma davanti alla vetrina, all'interno un pianoforte verticale cattura la sua attenzione, senza pensarci troppo entra.

Una ragazza gli sorride chiedendogli se gli serva aiuto, Dean ignora anche lei sedendosi davanti allo strumento, lascia scorrere le dita sulla tastiera.

Con dolcezza accarezza i tasti e le note di "life on Mars?" di Bowie si fanno spazio, il vociferare si ferma e i presenti si voltano ad ascoltare il piano, a guardare Dean di spalle che ad occhi chiusi suona con naturalezza; che con la testa totalmente vuota si lascia trasportare dalla musica e da ciò che prova, ne trae beneficio, si riempie di emozioni, le assorbe al massimo delle sue possibilità.

Il Demone all'improvviso ha la sensazione di iniziare a ritrovarsi.
E' come se comprendesse davvero quanto nel suo trascorso agli Inferi fosse profonda la mancanza di tutto ciò che ora lo circonda.

Suona con la testa leggermente all'indietro, ondeggia seguendo la musica, le dita si muovono da sole sulla tastiera, un ragazzo gli si avvicina e inizia a cantare.

Dean sorride senza aprire gli occhi, ha un leggero nodo in gola, è commosso e non sa perchè.

Mi stupisco di quanta umanità ci sia ancora in lui e spero non diventi un problema in futuro.

                         ***

Dall'altra parte della città Eddie e i ragazzi caricano sul furgone la strumentazione per l'esibizione di stasera. Alle 5:00 p.m. hanno appuntamento davanti al locale con il proprietario e un'altra band di supporto che aprirà la serata.

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