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Stanotte ho frugato un po' nei suoi sogni, nel suo passato, ora è nel parcheggio del piccolo supermercato di famiglia, nascosta dietro la porta di emergenza del negozio Shoutie fuma di fretta la sua Camel.

La schiena poggiata alla parete, la gamba piegata e il piede che tiene il tempo lasciando impronte sulla parete bianca, si prende una pausa dal lavoro che odia. I capelli biondi ossigenati scalati lunghi alle spalle si muovono seguendo il movimento del capo mentre canticchia "love you to death" dei type or negative.

Sente nella testa la chitarra bassa e piena, distorta ma allo stesso tempo morbida, adora quella canzone, tutto l'album che non fa altro che ascoltare prima di dormire.

Incastra la sigaretta tra pollice e medio e la lancia via più lontano che può, abbottona la felpa verde pistacchio, il nome ricamato in giallo sul petto dice: "Elisabeth", sua madre l'ha chiamata così in onore della regina d'Inghilterra, un modo per sentirsi legata a casa, alle sue origini probabilmente.

La maglietta dei Nirvana scompare dietro la zip, poi Shoutie sbuffa e guarda l'orologio, il tempo le sembra non passi mai, e torna a lavoro.

Shoutie ha sempre un espressione imbronciata, suo padre non fa altro che ripeterle
- Ma Ellie, Così spaventi i clienti! Sorridi? - ma a lei sorridere non piace, la fa sentire vulnerabile e stupida.

È una ragazza introversa, chiusa, solo la musica sembra tirarle fuori la sua vera essenza.
Shoutie sogna di diventare una musicista, una cantante, lei ha in testa solo la musica, mentre batte scontrini, riordina scaffali, vende alcolici ai ragazzini.

Shoutie pensa solo ad una cosa, a prendere la chitarra in mano spingere il pedale e sentirla fischiare distorta a tutto volume.
Non vede l'ora di sentire il sapore del ferro del vecchio microfono sulle labbra, la musica fa parte di lei, scrive la sua musica le sue canzoni, è la sua valvola di sfogo è l'unica cosa che la rende felice, l'unica che la fa sorridere senza sentirsi in imbarazzo.

Quando finalmente finisce il suo turno di lavoro Elisabeth lancia la felpa e le converse nell'armadietto dello spogliatoio, infila gli anfibi e il cardigan logoro e bucato, prende la chitarra lo zaino e scappa via impaziente di andare in sala prove, suo padre dalla cassa le chiede se cenerà da solo anche stasera, Shoutie gli grida solo

- Scuuuusaaaaaa!-

mentre i campanelli della porta a vetri tintinnano e questa si chiude alle spalle di lei.

Cammina a passo svelto, saltellerebbe se non avesse peso sulle spalle, mentre il sole cala lentamente nascondendosi dietro le montagne, e giornate iniziano ad allungarsi ma la luna è gia alta, dà un occhiata al cielo poi prende a calci una lattina vuota che le ostacola il passaggio, ripetutamente, ci gioca.

Una signora le passa accanto squadrandola dalla testa ai piedi, lei fa lo stesso con gli occhi azzurri come il ghiaccio truccati di nero, poi un ghignetto le sfiora le labbra per un piccolo istante.
Shoutie è un personaggio eccentrico, tutti la conoscono in paese come quella strana, è una bellezza particolare, ha degli occhi grandi azzurri come il ghiaccio, le ciglia lunghe e delle sopracciglia ben disegnante che lascia incolte, non le interessa della moda che le richiede fine e quasi invisibili.

Toglimi Una Curiosità [1]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora