Uno.

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Come promesso eccoci di nuovo qua con una nuova storia. Se vi sembra di conoscere l'inizio, sì, è il seguito di una 365 di blu. Ci è piaciuta e abbiamo deciso di continuarla. Perciò eccovela. Buona lettura!
Pampu e Blu.

Stiles odia quando è il suo turno di andare a fare la spesa per il branco. No, non è vero: Stiles ama andare a fare la spesa, conosce tutti i gusti dei suoi amici e adora rendersi utile e prendersi cura di loro. È una delle poche occasioni in cui si sente il migliore. Non che, generalmente, lo facciano sentire inutile. Ma è consapevole di essere solo un umano, seppure molto intelligente, e sa che il suo compito è quello di prendersi cura di loro sotto quel punto di vista. Quello che odia è quando il suo turno capita il sabato pomeriggio, quando il supermercato è stracolmo di persone che vanno a fare la spesa per la settimana.
Stiles spinge il carrello cercando di non incastrarsi da qualche parte. Si allunga a prendere l'ultima scatola di cereali, quelli tutti colorati che piacciono tanto a lui e Liam, quando il carrello gli sfugge dalle mani e si schianta contro qualcuno. "Mi scus-Derek?"

Stiles si stropiccia gli occhi incredulo. Ma quello che si trova davanti è proprio Derek. Oddio un piccolo dubbio gli viene quando il mannaro lo vede e, al posto di aggredirlo come suo solito, gli rivolge un piccolo sorriso. "Ciao, Stiles."

"Cosa ci fai qui?"

Derek si morde un labbro come se stesse scegliendo le parole da usare. "Mi ha chiamato Scott..."

"Scott cosa?" urla Stiles per poi rendersi conto di dove si trova e tapparsi la bocca.

"Immagino che non ti abbia detto nulla."

Stiles ci pensa un momento. Si trovavano in una situazione anormale, ma quella non era una novità. Qualcuno sembrava essere sul punto di risvegliare il Nemeton e loro non avevano abbastanza esperienza per poter gestire la cosa. Sapeva che Scott voleva chiedere aiuto a qualcuno ma non pensava si riferisse proprio a Derek. In realtà, si da un po' dello stupido per non aver pensato a lui, ma davvero nemmeno era a conoscenza del fatto che l'amico sapesse dove si trovava. Sta per rispondergli quando un piccolo fulmine si aggrappa alla gamba di Derek. "Papà."

Una bambina dai capelli ricci e neri, pelle scura e occhi verdi si rivolge a Derek con sguardo supplicante e un piccolo broncio. "Sono finiti i cereali tutti colorati."

Papà. Quella parola rimbomba nella testa di Stiles. Non gli ci vuole molto per capire chi è la madre: togliendo gli occhi che sono quelli di Derek, per il resto è uguale a Breaden. Ma la domanda gli esce comunque dalle labbra. "È tua figlia?"

Derek le accarezza dolcemente la testa. "Sì, lei è Ana. Tesoro, lui è Stiles, un mio amico. Lo saluti?"

"Papà, ma ha i cereali colorati."

Stiles si trova a stringerli di più al petto. "Li prenderemo un'altra volta" le dice Derek. "Fai la bambina educata e salutalo."

"No! Voio i cereali!"

Derek sospira. "Ana, vai da zio Isaac."

"Ma..."

Derek fa brillare per un secondo gli occhi di rosso. "Vai."

Ana fa una linguaccia a Stiles e trotterella verso Isaac e l'umano si ritrova a pensare che quella bambina è antipatica quanto la madre! "Scusala, la stanno viziando troppo."

"Sua madre è...?"

"Breaden ci ha abbandonati appena si è resa conto che è una mannara come me. Non riusciva a gestire la situazione, credeva di non essere in grado di gestire entrambi e si è sentita in trappola. Così, una mattina, se ne è andata e siamo rimasti soli."

A Stiles un po' dispiace per Derek, sa quante volte è stato abbandonato. Ma solo un po' perché, alla fine, è stato proprio lui a scegliere di andarsene con lei. "Sì, lo so, ho fatto la scelta sbagliata."

E quella frase è davvero troppo per Stiles che vuole solo andarsene da lì. Allunga i cereali a Derek, fa dietrofront e lascia il supermercato, incurante di aver abbandonato il carrello con la spesa in mezzo alla corsia.

***

Guida come un pazzo fino al loft, quel loft che era proprio di Derek, ma che hanno occupato subito dopo la sua partenza. Al suo interno lo aspetta uno Scott piuttosto confuso per averlo visto arrivare come una furia e senza spesa. "QUANDO CAZZO PENSAVI DI DIRMELO?" gli urla contro cercando di spintonarlo.

Scott, generalmente, ci mette un po' a capire di cosa parla Stiles quando non mette i soggetti, ma la rabbia che emana non gli lascia dubbi sulla persona a cui si riferisce. "È già arrivato?"

"Sì, Scott. È già arrivato e sei proprio un Alpha del cazzo se non ti sei accorto della presenza di un altro branco nel tuo territorio."

Vuole ferirlo, farlo arrabbiare esattamente come lo è lui in quel momento. Si sente così tradito dal suo migliore amico che sente gli occhi pungere per le lacrime che spingono per uscire. "Stiles, amico, pensavo che avessi capito che mi riferivo a lui quando parlavo di chiedere aiuto a qualcuno di esperto."

"HA UNA FIGLIA!"

Scott abbassa impercettibilmente lo sguardo, una frazione di secondo che, però, a Stiles non sfugge. "Tu lo sapevi!" Soffia fuori per poi arretrare come se avesse ricevuto un pugno in pieno stomaco. "Lo sapevi e non mi hai detto niente?"

"Non mi sembrava il caso..."

"Non ti sembrava il caso perch-" Un'illuminazione lo coglie all'improvviso. Derek se n'era andato due anni e mezzo prima e la bambina doveva avere all'incirca... due anni. "Sei uno stronzo! Siete due stronzi. Perché me lo avete tenuto nascosto?"

Scott si avvicina a Stiles e cerca di abbracciarlo, ma l'umano si scosta. "Eri già distrutto per il suo rifiuto e la sua partenza. Come facevo a dirti che se ne è andato con Breaden perché lei era incinta?"

Per un momento Stiles vede tutto nero e sente le orecchie fischiare: doveva essere tutto un enorme scherzo. "Mi dispiace, non sapevo come l'avresti presa."

"Sicuramente meglio che essermela trovata davanti prima" riesce a rispondere Stiles prima di andarsene, sbattendo la porta.

AnaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora