Stiles si sveglia di colpo, l’aria che fatica ad arrivare ai polmoni. Si siede nel letto e si passa una mano nei capelli sudati. Aspetta di tornare a respirare più o meno regolarmente prima di alzarsi con passo incerto e affacciarsi alla finestra. L’aria è piacevolmente fresca e Stiles si ritrova a scendere per le scale, prendere le chiavi della Jeep e uscire. Non sa bene come si è trovato a parcheggiare davanti alla riserva né, tantomeno, come sia finito a passeggiare davanti a villa Hale completamente ristrutturata. Quando mesi prima Stiles aveva saputo dei lavori si era domandato il motivo per cui Derek avesse deciso di ristrutturla visto che Scott gli aveva assicurato che l’Hale non aveva intenzione di tornare a Beacon Hills ma, ora, non sa se l’amico gli aveva detto la verità o meno.
“Stiles?”
La voce di Derek lo fa sobbalzare. “Der, mi hai spaventato.”
“Cosa fai qua? È proprietà privata” dice facendo brillare gli occhi di rosso provocando brividi nella schiena di Stiles.
“Si sta bene qui, c’è più fresco.”
Derek si siede sul primo scalino della veranda e fa segno a Stiles di sedersi vicino a lui. “Hai ancora gli incubi?”
Stiles sospira. “Ho imparato a convicerci, ma no, stanotte non ne ho fatti.”
“E allora perché sei qui?”
“Sinceramente non lo so. Mi mancava l’aria, sono uscito e mi sono ritrovato qua” risponde con sincerità.
“Non volevo ferirti.”
“Lo so, so che non sei cattivo e vuoi proteggere le persone che ti stanno attorno. Ma escluderle da quello che succede nella tua vita ti porta inevitabilmente a farle soffrire.”
“Lo so, ora l’ho capito. E sto cercando di non commettere gli stessi errori.”
“Parlami del tuo nuovo branco.”
“Cora è arrivata poco dopo la fuga di Breaden. Ricordo il panico quando mi sono trovato da solo con Ana che piangeva senza sosta. L’ho chiamata nel cuore della notte e lei è arrivata la mattina seguente. Isaac era con lei. Sono entrati nel mio appartamento e non se ne sono più andati” racconta.
“Alex e Beth, invece? Le hai trasformate tu, vero?”
“Sì.”
“Tempo fa non lo avresti mai fatto.”
“Loro non avevano niente da perdere ma tutto da guadagnare. Le ho incontrate una notte in un vicolo. Beth teneva Alex tra le braccia. Erano coperte di sangue. Stavano uscendo dal locale dove lavoravano e un bastardo ha tentato di rapinarle. Quando si sono rifiutate di dargli la borsa ha estratto un coltello e ha cercato di colpire Beth. Alex si è messa in mezzo. Quando sono passato di là Alex era in fin di vita e Beth disperata. Sentivo tutto il suo dolore, il terrore di restare sola senza la sua compagna. Non ho potuto ignorarlo e ho salvato Alex. Beth ha voluto seguire le sorti di Alex e l’ho accontentata.”
“È stato difficile?”
“Cosa?”
“Sai, una bambina piccola, due nuove beta e tutto il resto.”
“Sì, lo è stato. Ma Cora mi ha aiutato molto e Alex e Beth si sono aiutate tra di loro.”
“Si vede che sono molto legate.”
“E anche molto diffidenti. La vita non è stata molto clemente con loro. Entrambe senza genitori, sono cresciute assieme e se la sono sempre cavata da sole. Sono forti ma non amano mischiarsi con le persone. Di solito tendo a lasciarle a casa ma qui…”
“… è come se fossi a casa” termina per lui Stiles.
Derek lo guarda negli occhi con un’intensità che Stiles è certo non abbia mai avuto. Si avvicina anche impercettibilmente quando la porta si apre. “Papà pecchè sei qui?”
“Principessa cosa succede?” chiede Derek allargando le braccia per permetterle di sistemersi tra di esse.
“Ho ape’to gli occhi e tu non eri qui. Ciao Giles.”
Stiles vorrebbe sottolineare che il suo nome è Stiles, con la s, ma la bambina sembra momentaneamente innocua e assonnata e decide di lasciar perdere.
“Stavo chiacchierando con Stiles.”“Posso stare anche io?”
“Certo, ma chiudi gli occhietti.”
Stiles pensa che Ana ci metta due minuti a riaddormentarsi, due minuti in cui non riesce a staccargli gli occhi di dosso. Arriva perfino a pensare che è davvero carina quando dorme ma non lo ammetterà mai. “Come l’ha presa quando Breaden se ne è andata?” gli domanda.
“Era molto piccola. Aveva due mesi. Non credo abbia ricordi di lei.”
“Non ti chiede mai niente?”
“No, almeno non a me. So che ha chiesto a Cora se è lei la sua mamma ma le ha spiegato che la sua mamma è partita ma che ha una grande famiglia che le vogliono tanto bene. Ma è ancora piccola, tra qualche anno dovrò spiegarle la verità.”
Stiles gli appoggia una mano sul braccio. “Stai facendo un buon lavoro e non le manca niente. Vedrai che capirà.”
“Soffrirà lo stesso.”
“Non potrai evitarlo. Così come non potrai evitare la prima cotta e la prima delusione d’amore.”
“Vorrei poter uccidere tutti quelli che la faranno soffrire.”
“È illegale.”
“Ma tu sei bravo a fornire alibi e sviare le indagini.”
Stiles ridacchia. “Vedrò cosa posso fare. È meglio se vado, tra poco papà torna e si preoccupa se non mi trova.”
Stiles fa per alzarsi ma qualcosa glielo impedisce. Abbassa lo sguardo e vede che Ana stringe la manica della sua felpa nella manina. Ci pensa un momento prima di sfilarla con attenzione, cercando di non fare movimenti bruschi per non svegliarla e avvolgere la felpa attorno ad Ana. “Puoi tornare quando vuoi” gli sussurra Derek.
E Stiles ci legge dentro molto più di quello che forse dovrebbe ma questo non gli impedisce di sorridere prima di salutarlo e andarsene.
Questa volta il capitolo c'è davvero. Perdonatemi per ieri ma sono un pò fusa e ho sbagliato. Non pensavo e non volevo scatenare un delirio. A domani ❤️
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Ana
Fiksi Penggemar"Papà." Una bambina dai capelli ricci e neri, pelle scura e occhi verdi si rivolge a Derek con sguardo supplicante e un piccolo broncio. "Sono finiti i cereali tutti colorati." Papà. Quella parola rimbomba nella testa di Stiles. Non gli ci vuole mol...