Capitolo 15

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Dopo l'ennesimo intruglio alcolico di colore improponibile, Stan si alzò per andare a urinare.
Essendo completamente ubriaco si diresse verso l'uscita invece che al bagno e mentre si sganciava i pantaloni dell'uniforme, notò che nella taverna di fronte c'erano due figure familiari:
Tweek il traditore e Craig lo stronzo.
Stan si scordò immediatamente del suo bisogno primario e lanciò istintivamente il suo dischetto affilatissimo nella loro direzione.
Craig agguantò Tweek per un polso e lo trascinò per terra un attimo prima che il vetro della taverna si infrangesse in mille pezzettini.
« C-che sta succedendo? » balbettò il biondo in preda alla paranoia più totale.
« Brutto figlio di puttana caffeinomane! Due dei miei migliori amici sono morti per colpa tua!» urlò Stan richiamando il cerchietto metallico e lanciandoglielo nuovamente con tutta la forza che aveva.
« C-chi?» balbettò Tweek nascondendosi dietro il marine che aveva appena attivato uno scudo di plasma che respinse il nuovo attacco.
« Kenny e... Kyle» rispose prima di iniziare a correre nella loro direzione. In un attimo fu loro addosso e sferrò un pugno a Craig, che cadde rovinosamente per terra.
« Sono morti tutti e due per colpa vostra!» urlò prima di sferrare un altro pugno verso il biondo che però venne intercettato dai riflessi felini del marine che rispose con un destro nello stomaco.

« I tuoi amici sono morti perché non dovevano trovarsi lì. Voi adesso morirete, perché avete distrutto la mia casa, la mia famiglia e i miei amici» rispose il soldato con un ringhio.
Estrasse la pistola e trapassò con un proiettile laser l'arteria femorale del corvino che cadde a terra imprecando.
« Mi vendicherò stronzi» sussurrò Stan prima di cadere inerte nella pozza del suo stesso sangue.
« Devi prima riuscire a sopravvivere » sentenziò Craig prima di prendere Tweek per la mano e trascinarlo via.
« M-mi dispiace... » sussurrò il biondo verso la direzione del guerriero.
Stan per tutta risposta sputò nella sua direzione con disprezzo, le lacrime gli annebbiarono la vista. L'ultima cosa che riuscì a vedere fu il suo amico Token corrergli incontro, lo vide posizionargli qualcosa sul petto e poi calò il buio.
 

****

Butters era riuscito a trovare un luogo tranquillo in cui passare la notte. Il ciccione si era risvegliato nel pomeriggio e a malincuore il biondo dovette ripercorrere mentalmente tutte le tragedie successe da quando il robot era svenuto.
« Porca puttana Kyle! Solo io avrei dovuto ucciderti, maledetto ebreo!» imprecò con la voce metallica che tentennò.
Un'altra imprecazione giunse appena seppe di Kenny.
« Ucciderò quel merdoso di Tweek appena lo vedrò!».
« Ma non è colpa sua, non immaginava quello che sarebbe successo» provò a scusarlo Butters sedendosi su uno strano futon estremamente comodo.
« Butters che cazzo! Come fai a difenderlo!? Se ci hanno trovati e portati davanti a quel coglione di Timmy è stato SOLAMENTE per colpa sua» gli ricordò il ciccione sempre più adirato.
I suoi circuiti iniziarono a sfrigolare nuovamente e il biondo si allarmò.
« Eric devi calmarti se non vuoi rimane K.O. per un'altra giornata intera.» 
« Come faccio a calmarmi se dici stronzate?» ribatté l'amico con la sua voce ormai completamente atona.
« E inoltre, come facciamo a ritrovare Stan e Token? O a sapere noi dove siamo?» continuò.
Lieto che avesse cambiato discorso, Butters iniziò a ragionare sulla questione.
« Prova a concentrarti e vedere se hai una specie di database o qualche strumento di geolocalizzazione » suggerì.
Vide che gli occhi luminescenti dell'amico diventarono una linea piatta e immaginò che se fosse stato umano, li avesse chiusi per potersi concentrare meglio.

Dopo qualche minuto lo sentì "sussultare" per quanto potesse sussultare un robot di bulloni e metallo.
« Eric, tutto bene?» chiese l'amico preoccupato.
« Non lo so, vedo qualcosa... ma non riesco a capire esattamente cosa...» il ragazzo si immobilizzò.
« Stan? Porca puttana! Stan sei proprio tu?» lo stupore del robot trapelò attraverso lo sfrigolio di tutti i suoi ingranaggi.
« Cosa? Che ci fa Stan lì?» chiese Butters in preda alla confusione più totale.
« Butters zitto. Sto cercando di capire. Non parla come noi, sta utilizzando più un linguaggio da.... programma?» ipotizzò.
Il biondo allora si sedette nuovamente sul futon e attese, ogni volta che sentiva Cartman sfrigolare gli veniva voglia di chiedergli cosa gli stesse dicendo il loro amico ma si trattenne, aspettando che quegli interminabili minuti finissero.
Vide Cartman annuire, o almeno, immaginò che stesse annuendo perché quella che doveva essere la sua testa fece degli strani movimenti scattosi avanti e indietro.
« Ci aggiorniamo fra un po' allora» disse il robot prima di riaprire le finestre luminose che aveva al posto degli occhi.
« E quindi?» lo incalzò Butters.
« Mi ha detto che lui e Token dovrebbero essere sul nostro stesso pianeta, anche se non siamo nella stessa città. Sono andati a bere, lui è andato a pisciare, ha visto Tweek e Craig in un locale di fronte al loro e ha provato a ucciderli. Invece a quanto pare, Craig è stato più bravo» rispose Cartman tutto d'un fiato, se avesse avuto aria da espirare.
« Cosa vuol dire?» chiese il biondo titubante.
«Stan è morto».


La Gemma dell'Oltre 2: Ricerca ~ South ParkDove le storie prendono vita. Scoprilo ora