Capitolo 4

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Un nuovo giorno era sorto a Narnia, le prime luci del sole facevano capolino fra gli alberi. Nel mentre due soldati di Telmar solcavano le calme acque del fiume di Beruna, portando con sé il povero Trumpkin, legato ed imbavagliato, pronto per essere buttato nel fiume.

- Continua a fissarmi! – disse uno dei soldati, gettando un occhio al nano sotto di lui che lo fissava minaccioso.

- E tu non guardarlo! – rispose indifferente l'altro soldato, continuando a scrutare l'orizzonte. Il commilitone provò ad ascoltarlo, ma sentendosi osservato, lanciò nuovamente lo sguardo sul nano, che per tutta risposta, strinse i suoi occhietti azzurri in due fessure minacciose. Intimorito il soldato smise di remare.

- Siamo abbastanza lontani qui! – affermò, lanciando uno sguardo d'intesa all'altro. I due presero il nano dalle corte gambe e dalle braccia, pronti a gettarlo nel fiume, quando una freccia dalle piume rosse si andò a conficcare nel legno della barca.

- Mollatelo! – si sentì gridare, mentre dall'altro lato della sponda la regina Susan, imboccava un'altra freccia in direzione dei soldati, venendo affiancata poi dai suoi tre fratelli. I soldati si guardarono, per poi gettare comunque il nano in acqua. Susan scoccò una freccia nel petto di uno dei soldati, mettendo in fuga l'altro, mentre Peter ed Edmund si tuffavano nel fiume per trarre in salvo Trumpkin e recuperare la barca. Quando il nano fu in salvo, Lucy si prodigò a slegargli mani e piedi. Trumpkin iniziò a tossire acqua prima di alzarsi in piedi a fatica e scagliarsi contro i due Re e le due Regine.

- Mollatelo!? Non t'è venuto in mente niente di meglio!? – ringhiò verso Susan.

- Un semplice grazie sarebbe sufficiente! – rispose la giovane lanciandosi occhiate con i fratelli.

- Quei due ci riuscivano anche da soli ad affogarmi! – disse sprezzante Trumpkin.

- Avremmo dovuto lasciarli fare! – intervenne Peter che non sopportava quell'insolenza e quell'ingratitudine da parte del nano, che chinò il capo imbarazzato.

- Ma perché volevano ucciderti? – domandò Lucy, guardando amorevolmente il piccolo abitante di Narnia.

- Gli abitanti di Telmar, è questo che fanno! – sputò fra i denti.

- Abitanti di Telmar!? A Narnia? – fece sorpreso Edmund, guardando Peter.

- Ma negli ultimi secoli voi dove siete stati? – domandò Trumpkin sbuffando.

- È una lunga storia! – sorrise Lucy scambiandosi sguardi d'intesa con i fratelli maggiori, mentre Susan passava a Peter la sua spada. Trumpkin osservò i quattro ragazzi e i suoi occhi corsero all'elsa della spada di Peter, che raffigurava la testa di un leone ruggente.

- Oh, voi vi state prendendo gioco di me! – asserì il nano incredulo. – Voi siete i Re e le Regine di un tempo? – domandò sbigottito, pensando di star impazzando. Peter allungò la mano verso di lui e con fare solenne si presentò.

- Sono Re Peter, il Magnifico! – Trumpkin si soffermò a guardare la mano del ragazzo, sentendosi anche in imbarazzo.

- Forse potevi evitare l'ultimo appellativo! – disse Susan, cercando di sdrammatizzare la situazione.

- Forse poteva! – rise il nano.

- Rimarrai sorpreso! – rispose allora Peter, sguainando la spada.

- Oh, non vorrai sfidarmi ragazzo! – fece Trumpkin osservando l'imponente spada, la cui lama brillava al sole.

- Non io! – disse Peter – Lui! – si voltò con sorriso verso Edmund, conosciuto come il migliore degli spadaccini del suo tempo. Trumpkin titubante ma troppo orgoglioso, afferrò con la sua minuta mano la pesante spada di Peter e facendo leva su tutta la sua forza l'aizzò contro Edmund, ingaggiando un piccolo duello. Il ragazzo dapprima sorpreso dall'irruenza del nano non riuscì ad evitare un colpo nell'occhio, per poi scansarsi ed attaccare Trumpkin fino a disarmarlo in due soli colpi. Il nano cadde inginocchio incredulo.

Take me home - Chronicles of NarniaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora