Capitolo 12

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Affacciati sulla roccaforte Peter e Caspian si scambiarono uno sguardo preoccupato, quando videro l'immensità dell'esercito di Telmar. Miraz in sella al cavallo, in testa a tutti i suoi uomini, lanciava sguardi di fuoco in direzione dei due, per poi spostare gli occhi su Penelope. La giovane si sentì trafitta da quello sguardo e senza dir nulla voltò le spalle e rientrò nella fortezza. Il cuore che le palpitava dalla paura. Alla mente le tornarono le parole del soldato che aveva attaccato lei e Peter al laghetto. Era ovvio che Miraz la volesse viva e lei sapeva bene il perché. In quei giorni aveva completamente rimosso la questione riguardante il principe Akash di Calormen. Non riusciva a credere che nonostante tutto quello che fosse accaduto, l'accordo che suo zio aveva stipulato, fosse ancora valido.
- Va tutto bene? - la voce di Edmund la fece sobbalzare, si voltò di scatto ritrovandosi gli occhi puntati dei quattro fratelli Pevensie, quello di Caspian e quelli del nano Trumpkin. La scrutavano preoccupati, la principessa non si era accorta che respirava con affanno ed aveva la fronte imperlata di sudore.
- Sto bene! - biascicò a mezza voce, asciugandosi la fronte con le maniche del vestito, ormai logoro, che portava da giorni.
- Non mi pare! - asserì Caspian, muovendo qualche passo nella sua direzione.
- Forse è meglio se ti siedi, ti sei affaticata troppo dopo lo scontro con le creature di Jadis! - le disse il fratello, allungando una mano verso di lei.
- Avete visto cosa c'è la fuori! Non c'è tempo per sedermi e riposare. Dobbiamo escogitare un piano o Miraz ci ridurrà in poltiglia! - borbottò poi voltando le spalle e dirigendosi verso la sala della tavola di Pietra. Li ad attenderli c'era il popolo di Narnia.
- Miei signori! - s'inchinò Ripicì - Attendiamo i vostri ordini! - si fece portavoce. Peter si guardò con i suoi fratelli, scambiandosi uno sguardo complice con la piccola Lucy. Poi fece qualche passo in avanti, spiegando il piano che aveva ideato.
- Corpo di mille sicofanti, è il tuo nuovo brillate piano? - Trumpkin esplose di rabbia contro il Re Supremo - Mandare una bambina nel profondo della foresta da sola? - Disse indicando la giovane Lucy.
- É la nostra unica speranza! - si giustificò con tono calmo Peter, tono che stupì Penelope, dato che non lo aveva mai visto reagire così tranquillamente se una persona lo contraddiceva.
- E poi non sarà da sola! - si fece avanti Susan, che avrebbe accompagnato la sorella.
- Dico non ne sono già morti abbastanza? - Trumpkin guardò Lucy in un misto di paura e dolore.
- Nikabrick era anche mio amico! - s'intromise il Tasso attirando lo sguardo su di sé - Però aveva perso la speranza. La regina Lucy no, ed io nemmeno! - aggiunse cecando di far ragionare l'amico.
- Per Aslan! - levò lo spadino Ripicì seguito da un Orso Bruno.
- Allora io vengo con te! - s'impuntò il nano che in così poco tempo si era affezionato a quella giovane e dolce regina.
- No, tu servi qui! - gli sorrise bonariamente Lucy, posandogli una mano sulla spalla cercando di convincerlo.
- Bisogna resistere finché non saranno di ritorno! - disse Peter.
- Se mi posso permettere! - prese parola Caspian. Tutti si voltarono nella sua direzione ed il principe guardò prima il suo precettore e poi sua sorella, poi si alzò e si avvicinò a Peter.
- Miraz potrà essere un tiranno e un assassino. Ma in quanto re deve seguire le tradizioni e le aspettative del suo popolo. Ce n'è una in particolare che ci farebbe guadagnare tempo! - spiegò cercando l'intesa negli occhi di Peter. Penelope strabuzzò gli occhi capendo perfettamente cosa il fratello stesse proponendo.
- No! - disse levandosi in piedi.
- Di cosa si tratta? - la ignorò Peter.
- Un duello! - rispose il principe.
- Caspian ho detto di no! - continuò Penelope, avvicinandosi ai due con aria severa.
- Non sarà all'ultimo sangue Pen, ci servirà solo a tenerlo impegnato sino a quando Lucy non sarà di ritorno con Aslan! - spiegò Caspian guardando la sorella.
- Sfiderò Miraz! Ma ti prometto che farò attenzione! - aggiunse poi con occhi imploranti. Il suo sguardo urlava "Lo devo fare!" Era come un modo per lui per redimersi dai suoi comportamenti sbagliati.
- No! - s'intromise Peter.
- Ma... - Caspian si voltò verso il biondo non capendo il perché del suo diniego.
- Sarò io a sfidare Miraz. Io sono il Re Supremo, spetta a me! - aggiunse subito il biondo. Penny sbarrò gli occhi provando a dire qualcosa ma Peter voltò le spalle ai due principi di Telmar ed ordinò ad uno dei soldati pergamena e calamaio.
- Ed, tu recapiterai il messaggio. Ovviamente sarai scortato! Non voglio sentire alcuna lamentela al riguardo! - e detto ciò si allontanò dalla sala, scomparendo fra i cunicoli.

§

- Io Peter, per dono di Aslan, per elezione e per conquista, Gran sovrano di Narnia, signore di Cair Paravel e imperatore delle Isole solitarie, per evitare un esecrabile spargimento di sangue; sfido qui l'usurpatore Miraz ad un corpo a corpo sul campo di battaglia. Lo scontro sarà fino all'ultimo sangue e per il perdente sarà la resa totale - lèsse tutto d'un fiato Edmund, al cospetto di Miraz e dei suoi Lord.
- Ditemi principe Edmund... - prese parola Miraz.
- Re! - lo corresse il giovane.
- Perdonatemi? - Miraz lo guardò con sufficienza.
- Sono re Edmund in realtà. Soltanto re, Peter è il gran Sovrano! - spiegò celando dentro di sè il dolore che quelle parole gli provocavano - Lo so, ci si confonde! - aggiunse poi ironico, cercando di smorzare la tensione.
- Perché, accettare questa proposta, quando le nostre truppe potrebbero sterminarvi prima di sera!? - tagliò corto Miraz che dei titoli di Narnia se ne infischiava ben poco.
- Non avete già sottovalutato gli abitanti di Narnia? - fece con mezzo sorriso Edmund - Insomma solo una settimana fa, credevate fossero estinti! - guardò con sfida l'usurpatore.
- E lo sarete sul serio! - rispose lui con astio.
- Non avete da temere allora! - continuò la sua sfida Edmund. Doveva a tutti i costi tornare da Peter con la notizia che Miraz avesse accettato la sfida. L'uomo scoppiò a ridere seguito a ruota dai suoi Lord.
- Non è di coraggio che si sta parlando! - gli rispose.
- Dunque rifiutate con coraggio di battervi con chi ha la metà dei vostri anni!? - sentenziò Edmund con ancora quel sorrisetto beffardo che iniziava a dare sui nervi al nuovo Re di Telmar.
- Non ho detto che rifiuto! - scandì bene le parole Miraz allungandosi verso il giovane re.
- Avrete il nostro sostegno vostra maestà. Qualunque cosa decidiate! - prese parola uno dei Lord.
- Sire il nostro vantaggio militare da solo, ci permette di accampare una scusa per evitare...- prese parola Lord Sopespian indispettendo Miraz, inducendolo ad alzarsi in piedi e impugnare la spada.
- Io non evito niente! - lo redarguì l'uomo con tono perentorio.
- Stavo solamente facendo notare che il mio signore ha tutto il diritto di rifiutarsi! - si giustificò Lord Sopespian, per niente intimorito da quella scenata.
- Sua maestà non rifiuterebbe mai! - s'intromise il generale Glozelle - É felice di avere l'opportunità di mostrare al suo popolo, il coraggio del suo nuovo Re! - aggiunse facendo un lieve inchino con il capo. Miraz guardò il suo generale, per poi sollevare la spada verso il volto di Edmund.
- Tu, tu devi sperare che la lama di tuo fratello sia più affilata della sua penna! - lo minacciò. Edmund cercò di trattenere un sorriso e fece per voltarsi .
- Aspetta! - lo richiamò, Edmund si voltò senza espressione.
- Voglio aggiungere una postilla. Quando vincerò... - iniziò Miraz
- Se... vincerete! - lo corresse Edmund, infastidendolo ancor di più.
- Quando vincerò, voi e il vostro popolo di selvaggi sparirete per sempre da questa terra... -
- Mi pare che mio fratello abbia già dichiarato che in caso di vincita ci sarà la resa totale da parte dei perdenti! - lo interruppe nuovamente.
- Lasciatemi finire! - gridò Miraz, esasperato dalla mancanza di rispetto.
- La principessa Penelope.... - pronunciò Miraz facendo aggrottare lo sguardo al re Giusto - ...quando vincerò, la principessa Penelope tornerà con me al palazzo! Lei sa bene il perché! Ora potete andare! - ghignò posando la spada e risedendosi. Edmund cercò di mantenere un'espressione neutra, voltò le spalle e dopo aver fatto un cenno ai suoi uomini s'incamminò verso la tavola di pietra.

§

I tre fratelli Pevensie, Penelope, Caspian e alcuni abitanti di Narnia erano seduti nella sala della Tavola di Pietra in attesa del ritorno di Edmund.
- Ah ma quanto ci mette!? - fece preoccupata Susan che continuava a fare su e giù per la stanza.
- Eccomi! - la voce di Edmund giunse dalle gallerie, per poi far capolino dinanzi ai fratelli.
- Allora? - chiesero in coro Peter e Caspian, alzandosi in piedi.
- Ha accettato! Da per scontato che vincerà lui! - disse serio il ragazzo.
- Perché quella faccia!? Sta procedendo come volevamo! - fece Peter sorridendo al fratello.
- Ha aggiunto una cosa! - Edmund spostò lo sguardo in fondo alla stanza su Penelope. La giovane chinò il capo, intuendo cosa stesse per dire il ragazzo.
- Cosa? - domandò Caspian.
- Edmund cosa? - lo scrollò spazientito Peter.
- Quando avrà vinto si riprenderà Penelope. Ha detto che lei sa il perché! - disse continuando a fissare la ragazza. Tutti i presenti voltarono lo sguardo verso la principessa, che se ne stava a testa china, per nascondere le lacrime.
- Di cosa sta parlando Pen? - la richiamò con tono greve il fratello. Ma la ragazza non rispose, scosse solo le spalle, facendosi sfuggire un singhiozzo sommesso.
- Penelope! - la richiamò con tono austero Caspian, spaventandola.
- Mi ha venduta ai Calormeniani. Sono promessa sposa al principe Akash! - rispose sollevando la testa,  ma non guardando il fratello. I suoi occhi incrociarono quelli di Peter, nei quali colse un'improvvisa rabbia. Il giovane re strinse il pugno attorno all'elsa della sua spada.
- Vediamo di metter fine a questa storia! - disse Peter tra i denti per poi voltarsi e lasciare la stanza, pronto ad indossare l'armatura per la battaglia.

Take me home - Chronicles of NarniaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora