5. And you'd come back

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"We went through all that to be strangers again."
- Lil Baby

Con il pollice Lucas mi asciuga le lacrime e saliamo in moto.

Non sapeva niente di me e io non sapevo niente di lui , non lo avrei mai ammesso , ma avevo bisogno di un abbraccio, da chiunque fosse , era stato gentile con me sin da subito , Lucas non è un tipo che ama parlare , ma nel suo sguardo puoi leggere tutto quello che vorrebbe dire , mi dispiace che mi abbia conosciuto in queste circostanze.

Sento Lucas mormorare :
-Quella brutta abitudine di perdonare tutti tranne te stesso-

Gli chiedo di ripetere , ero distratta , lui sorride e mi guarda.

- Sei una di quelle persone che ha la brutta tendenza di perdonare tutti , ma non te stessa , lo sai perché l'ho notato ? perché ero così pure io , e Dio solo sa quanto io abbia sofferto , perdona prima te stessa, se vuoi che lo facciano gli altri -

Le sue parole mi hanno trafitto lo stomaco , ma non voglio dirgli che ha ragione , preferisco continuare a non riconoscere  la realtà , mentendo a me stessa e a chi mi sta attorno , nella speranza che lui se ne accorga tardi.


-Mi mancano-

-Charles Bukowski diceva che ci sono persone indimenticabili e nessuna cura-

- Quindi devo semplicemente farmene una ragione?-
Gli domando non essendo contenta di questa possibilità , lui mi guarda come se avessi appena risposto io stessa alla domanda.


-Andiamo?-

Io annuisco ed indosso il casco ; dopo avergli indicato la via di casa mia.









Lo saluto con la mano , non appena arrivata a casa e lui sfreccia via , bene , non sono pronta ad affrontare mia madre , sono emotivamente provata e l'ultima cosa che mi serve è una ramanzina su quanto questo giorno fosse importante.

-Evie-

Entro in casa e mia madre non appena mi vede si alza dal divano e mi viene incontro.

-Sai , mentre ero a lavoro tranquilla , poche ore dopo aver salutato la figlia che ... credevo aver cresciuto con sani principi e a cui pensavo di aver insegnato il valore dell'impegno e delle responsabilità , mi telefona la vice-direttrice dispiaciuta dell'assenza di mia figlia , ad una delle conferenze più importanti , a cui la partecipazione,non era facoltativa-

Parla con tono estremamente tranquillo , mi aspettavo che mi urlasse addosso , ma invece sembra solo delusa e amareggiata , non so se dirle cosa è successo , probabilmente penserebbe che io mi stia inventando una scusa e mi direbbe di trascorrere meno ore su Netflix.

- Cosa avevi di meglio da fare? a parte uscire in moto con degli sconosciuti? -

Mi si avvicina guardandomi come se non riconoscesse sua figlia , odio litigare con lei , amo mio padre ma l'unico genitore che ho è mia
lei , lei mi ha cresciuta , lei mi accompagnava a scuola , lei mi ha insegnato a fare i compiti e in questo momento lei è quella che tenta di rimediare al casino appena successo , odio deluderla , ma se solo sapesse quello che è veramente successo non mi guarderebbe con disprezzo credendo di aver fallito.

Provo a dire qualcosa ma lei mi ferma subito con un gesto.
-Non ci provare , va in camera tua-
e così faccio.



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