La stamberga l'accoglieva silenziosa, e Simone, ad osservarla nel suo pittoresco nulla, carta straccia a ricomporsi in dimora, quel senso non riusciva a coglierlo.Sentiva terribilmente la mancanza di casa, di quel giardino che soffocava i confini fino a mangiare di Roma ogni cosa, delle scale a susseguirsi ad incroci, a fargli pensare vi fosse sempre, seppur di quella casa aveva fatto mappatura, un posto dove nascondersi, come se essa dal legno a coprire il tufo poroso, si facesse braccia ad ogni angolo, per consolarne ogni pena.
Amava quella casa, che talvolta a lui era stata madre e padre, e consigliera e rifugio.
Di questa, invece, a guardarla priva della presenza di suo padre, chissadove a fingersi con Anita gioventù, non ne comprendeva la natura.
Era morta, ecco, forse era questo.
Carcassa di tre vite che bramavano fuggirne, ma ne restavano impigliate, ed allora fingevano, le una con le altre, di non far nulla se non amarne la carta fragile a coprirne le pareti, gli spazi angusti e contati, dove nessuno poteva fare rifugio.
Si chiese, allora, a vedersi solo fra quelle quattro mura, se per amore di quel padre a metà, non ve ne fosse rimasto incastrato anch'egli.
Gettò lo zaino su quel divano rattoppato da coperte, sbuffando sonoramente per la sua sorte, contemplando, nel gettarvisi sulle molle arrugginite, di esaurire la sua giornata così, a guardare lo strampalato ed inverso ticchettio di quell'orologio, fingendo d'avere una vita da vivere, attendendo il fortuito ritorno di suo padre, che di quella giornata gli avrebbe donato i più intrepidi racconti, dei quali lui poi, avrebbe fatto esistenza.
"Ma che cazzo ce fai tu qua adesso?" giunse invece sconvolta la voce di un Manuel che pareva, a guardarlo con l'accappatoio stropicciato e le mani ai capelli a malapena puliti, il più disperato degli uomini, i piedi scalzi e bagnati a tracciarne il percorso in ludiche pozzanghere alla cucina.
"Ci vivo?"
Perse tempo a guardarli, quei rombi ricuciti a doppio filo fra le coperte logorate, a tracciarli con le dita, ad occhi bassi, pur di occuparli a qualcosa che non fosse di Manuel il disordine, che non fosse l'impeto della sua bellezza, del suo essere uomo e bambino a tratti simili, così dolorosamente evidenti nella storia dipintasi al volto inclinato, alle mani ruvide a strofinarsi fra i capelli troppo folti per non essere conseguenze di pensieri.Era fastidiosa, la bellezza di Manuel, e così fastidiosamente irricercata, spontanea, come le erbacce ad infestare le ville abbandonate attorno al tesoro della sua dimora.
"Simò te prego, te supplico, vai in bagno, okay? Stai zitto e non fa rumore che mo' sale Mauro e gli ho detto che stavo da solo, che se scopre che ce sta qualcuno non famo più nulla" aveva parlato così di fretta, Manuel, che comprendere quel susseguirsi di sillabe disciolte s'era rivelato per Simone, scosso dalla stretta delle sue mani bagnate ai polsi stretti, trascinato di caotica fretta in piedi, con la giacca sbottonata solo in parte a strofinarsi contro l'accappatoio dell'altro, un'impresa disumana.
"Ma- come in bagno? Che faccio in bagno tutto sto tempo- Mauro? Ma tu non eri il fidanzato di Chicca?" digerì ogni parola con estrema lentezza, che anche le sue, allora, un tempo precise ed analitiche, vennero fuori come un disordinato ammassarsi di concetti, soffocate da quell'odore di uomo tanto vicino che iniziava a dargli alla testa.
"A' Simo', ce se fidanzava nell'ottocento! E vai, dai, che è uno timido te prego, te giuro che te ripago il favore poi, che tanto ce metto pochissimo"
Aveva già vestito i panni del seduttore, Manuel, che quella voce vorticava dolcissima, per la poca distanza che doveva percorrere, mentre a passi inversi, e dalla dicitura tanto disciolta che il cuore del piccolo temeva avrebbe dovuto dichiarar fallimento, lo costringeva prima in quella che era camera loro, dai lettini appiccicati ed apparecchiati al piacere di qualcun altro, fino poi al bagnetto dalle ceramiche ingiallite e le tende ancora umide, a serrarne poi in ansiosa fretta la serratura.
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Acquisiti
FanfictionFratelli, no. Non erano fratelli, non proprio, non davvero. Acquisiti, certo, forse. Erano cresciuti lontani, Manuel e Simone, nell'anima come nel corpo, gravitandosi attorno senza mai azzardarsi a sfiorarsi, e poi, d'improvviso, come vittime del...