Dalla visita di Nero in ospedale passarono alcune ore, nelle quali lui e la tenente Hawkeye avevano stabilito che Nero avrebbe sorvegliato il fuori, come prima linea di difesa, e la tenente sarebbe rimasta dentro con il colonnello Mustang e il sottotenente Havoc. Furono ore silenziose, che garantirono il riposo di Havoc. Questo si addormentò poco dopo che Alphonse Elric se ne andò.
Alphonse Elric era il minore dei fratelli Elric. Nero l'aveva inquadrato come un individuo sospetto, che nonostante l'età di quattordici anni torreggiava su tutti i presenti con oltre due metri di altezza. Inoltre indossava una grossa armatura che ne copriva qualsiasi caratteristica fisica. Comunque sia, per il colonnello i due fratelli erano due alleati preziosi, quindi Nero non poté che tenersi i suoi dubbi.
Alphonse ed il colonnello parlarono di laboratori in cui venivano svolti esperimenti illegali sulla pietra filosofale, gli homunculus e la possibile corruzione dei gradi alti dell'esercito di Amestris. Insomma, tanta roba da processare.
Sembrava di star sentendo un racconto di fantascienza.
Ma non c'era tempo per crederci o meno. Se questo era ciò a cui il colonnello sarebbe andato incontro, allora Nero ne fece la sua nuova realtà senza troppe storie.
Le primi luci dell'alba sorsero, la tenente Hawkeye ebbe la premura di chiudere le tende dell'unica finestra della stanza per far si che non disturbassero il sonno di Havoc. La donna riprese la sua postazione, vicina a un pensieroso Roy Mustang.
Notare quella parvenza di insicurezza nel suo sguardo fu ciò che bastò a Riza per stabilire che qualcosa turbava il colonnello. Qualcosa che andava oltre le minacce bizzarre e temibili che li attendevano; qualcosa di intimo e personale.
La donna conosceva il suo superiore meglio di chiunque altro, e il sentimento era reciproco. Così in quei brevi attimi che il loro lavoro concedeva, divenivano l'uno il confidente dell'altro.
"Mi dica la verità, colonnello. Quella di prima era solo una sceneggiata. Avevate intenzione di riprendervi Nero sotto la vostra ala fin dal principio."
Il colonnello sorrise. Non solo la tenente l'aveva scoperto in flagrante, ma era pure arrivata al punto col suo cinismo mortale. Ma con gli anni ci aveva fatto l'abitudine.
Non poteva nascondere nulla a quegli occhi castani e scrupolosi.
"Le cose sono cambiate. Se il nostro nemico si è infiltrato nell'esercito è bene tenersi vicino gli amici in modo da non permettergli di creare possibili ostaggi."
Roy sorseggiò il bicchiere d'acqua che stava posato sul comodino.
Riza lo fulminò con lo sguardò.
"Non cerchi di eludermi con le sue mezze verità. Per quanto lo nasconda, ha quell'espressione preoccupata fin da quando ha sentito della segnalazione di Scar."
Il colonnello non rispose.
"Non si aspettava che avrebbe ingaggiato Scar da solo. Ha sottovalutato la sua impulsività, e ora sente che il miglior modo per controllarlo è averlo al suo fianco."
"Dirti che hai torto sarebbe un insulto alla tua intelligenza, tenente. Ma dimmi... cosa dovrei fare?"
Riza fu colta di sorpresa da una domanda tanto diretta, e su una questione così personale persino. L'unica risposta che le venne in mente non fu altro che il modo in cui lei si sentiva al riguardo.
"Non lo so. Colonnello, lei mi sembra... in conflitto con se stesso. Ma qualsiasi sia il modo in cui lei si sente personalmente verso Nero, deve ricordarsi che ormai lui non è più un ragazzino, e odierebbe essere trattato come tale."
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Il Caporale e il Colonnello di fuoco
Fanfiction"Sarò onesto con te. Hai perso tutto stanotte. Ma se senti ancora qualcosa dentro che ti spinga, anche ciecamente, verso una nuova meta... perseguila. Corri e non guardarti indietro. Noi umani siamo fatti così." La storia riprende gli eventi di FMA...