Subito fuori dall'ufficio un'imponente ma familiare montagna di muscoli mi sbarrò la strada, era il maggiore Armstrong, anche conosciuto come l'alchimista nerboruto.
"Maggiore."
"Caporale Adler, il colonnello le ha già detto tutto...?"
"Sì. Non si preoccupi. Suo fratello è al sicuro con me."
"Era proprio quello che volevo sentire... Mi riempie di sollievo sapere che il mio fratellino è in mano a uno dei migliori uomini di Mustang."
"Così mi lusinga, maggiore..."
"E sei pure così modesto! Ohh mi piange il cuore, il nome della famiglia Armstrong è in ottime mani! Mi viene quasi voglia di abbracciarti!"
Quel gigante di un maggiore scoppiò in lacrime.
"N-non mi sembra il caso maggiore. Suo fratello mi sta già aspettando fuori, non vorrei tardare. Con permesso!"
Salutai e corsi via.
Raggiunsi rapidamente la macchina che mi aspettava con una postura rigida e composta. All'interno, in attesa, il ragazzo che avrei dovuto proteggere fino a nuovo ordine. Era un giovane dall'aria snob. Guardava dall'altra parte del finestrino senza degnarmi di uno sguardo diretto. L'unico tratto che combaciasse con la descrizione fornitami in un foglietto dal colonnello, erano i suoi vaporosi capelli biondo chiaro dalle punte arricciate, che si fermavano all'altezza delle orecchie. Il simbolo della famiglia Armstrong.
"Fufufu. Chi mi è stato dato? Un misto tra un giovincello e uno zombie! Ci sono. Lo zombie di un povero fanciullo! Aiuto!"
Ignorai i suoi commenti sarcastici, aprendo la portiera e prendendo posto vicino a lui.
"Perdoni il mio aspetto trasandato. Quest'incarico è piovuto dal cielo, altrimenti mi sarei reso più presentabile. In ogni caso è un piacere, signorino Keith Gavin Armstrong. Mi chiamo Nero Adler. Ho solo il grado di caporale, ma ho svolto un addestramento intensivo e specifico sulla protezione degli obbiettivi assegnatimi. Il mio grado non è che una maschera. Spero che troverà utili i miei servizi."
"Oh, questo spiega un po' di cose, eheh."
Potei osservare i suoi occhi azzurri assottigliarsi in un sorriso nel riflesso del finestrino.
"Adoro il tuo tono formale, quasi principesco. Inoltre osservandoti più da vicino...sì... sei abbastanza carino per lavorare con me. Non posso certo farmi vedere in giro con uno di quegli omaccioni rudi e senza sapore che si porta dietro quel colonnello donnaiolo."
Fui leggermente infastidito dal modo in cui parlava del colonnello, e lui probabilmente se ne accorse.
"Sei un tipetto fedele. Vedo che Mustang sceglie bene i suoi cagnolini."
Quella sentenza mi trafisse di netto. Ero il cane del colonnello? Annegai il pensiero e cercai di essere il più formale possibile.
"Preferirei non parlassimo del colonnello, se non è estremamente necessario."
"Ah. Peccato, e io che volevo finalmente inquadrarlo un po' meglio."
Keith si voltò, dandomi il suo primo vero sguardo. Purtroppo, le mie guance erano colorate di un lieve rossore causato dalle affermazioni precedenti.
Il biondo mi sorrise con una punta di malizia.
Forse siamo più simili di quanto pensi, caro il mio caporale.
Pensò lui.
"Metti in moto, Guinevere. Ci spetta una lunga giornata."
L'autista del giovane Armstrong mise in moto.
Dal finestrino, osservai il quartier generale farsi sempre più lontano.
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Il Caporale e il Colonnello di fuoco
Fanfikce"Sarò onesto con te. Hai perso tutto stanotte. Ma se senti ancora qualcosa dentro che ti spinga, anche ciecamente, verso una nuova meta... perseguila. Corri e non guardarti indietro. Noi umani siamo fatti così." La storia riprende gli eventi di FMA...