Capitolo 15: Ponte

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Cedendo alla curiosità, andai a vederlo.

Rannicchiato in un'altra stanza della baracca, vi era la figura grassa e pelata di Gluttony. Fu legato con delle salde corde d'acciaio. Emetteva solo alcuni mugolii, a vederlo così indifeso pareva un sacco di carne stretto nel metallo come un salame.

"Ci siete riusciti davvero..."

Il colonnello e il dottor Knox si affiancarono a me.

"Sì. È il premio più grande di quest'impresa."

"Aggiornami, Mustang. Non ho ben capito che ha di speciale questa creatura."

"È un homunculus. Un umano artificiale immortale... beh, a dirla tutta muore se lo uccidi abbastanza volte. Inoltre ha una pietra filosofale al suo interno. La cosa peggiore, è che questi esseri sembrano essersi infiltrate nei piani alti dell'esercito."

Al sentire il nome del colonnello, i gemiti dell'homunculus si facevano più frequenti e rabbiosi.

"Colonnello, credo ce l'abbia con lei."

Un sussurro che gelava il sangue fuoriuscì dal mostro imprigionato.

"MUSTANG... HAI UCCISO LUST... MUSTANG."

Le braccia grosse e carnose di Gluttony si gonfiarono di rabbia, le corde d'acciaio iniziarono a cedere sopraffatte dalla sua espansione.

"MUSTANG

TI FARÒ

SPARIRE... !"

I due fratelli Elric accorsero subito per rafforzare le corde, ma ormai era troppo tardi.

La creatura una volta liberatasi si rimise su due gambe e attraversò una macabra trasformazione. Le sue costole uscirono dal ventre e il suo intero torso si aprì come una grande seconda bocca, dentro la quale, un inquietante occhio grigio fluttuava nel vuoto.

Inconsapevoli di cosa ne sarebbe uscito fuori, ci allontanammo tutti da lui.

Dalla sua seconda bocca cacciò un vortice che aprì un enorme buco nella parete, distruggendo interamente la stanza in cui si trovava e cogliendo di sorpresa la tenente Hawkeye che faceva da guardia fuori.

"MUSTANG!"

Uscimmo tutti dalla casa, crollante per colpa della furia di Gluttony.

Il colonnello si mise i suoi guanti senza esitare un secondo.

"Colonnello, che fa?!" Gli urlò Ling.

"Se non possiamo ricavare informazioni da lui o sottrargli la pietra filosofale, non possiamo lasciarlo andare vivo. Conosce i nostri nomi e le nostre facce."

Schioccò le dita avvolgendo Gluttony in un'intensa fiammata.

Ma le fiamme non durarono molto. L'homunculus le risucchiò nel suo ventre, senza subire alcun danno.

Gluttony si preparò a rispondere al colpo, ma fu interrotto da alcuni colpi di pistola sparati dalla tenente, gli forarono la testa e diedero a tutti il tempo di riposizionarsi fuori dal raggio d'azione dell'homunculus.

"Le mie fiamme-..."

"Oh, al diavolo. Io me ne vado."

"Ottima idea, dottore. Prendete i feriti e andatevene, la macchina è ancora intatta. A Gluttony ci pensiamo noi."

Ling Xiao, Edward e Alphonse si fecero avanti.

Ling voleva restituire il favore che gli feci affrontando Bradley, e voleva assicurarsi che Lan Fan lasciasse il campo di battaglia. I due fratelli erano ancora determinati a comprendere la natura degli homunculus, nella speranza di ottenere indizi sul come recuperare i loro corpi originali.

"Assurdo. Dovrei lasciare tutto in mano a dei ragazzini?"

"Colonnello, è lei che vuole. Restando qui ci sarebbe solo d'intralcio." Constatò Edward.

"Ma-"

"Inoltre le sue fiamme sono inutili."

"Però-"

"Ha ragione."

"Tenente, pure tu?"

Un abbattuto colonnello fu costretto ad accettare la nuova disposizione.

Nel frattempo, le ferite di Gluttony si rigenerarono, e tornò in azione.

"Va bene, lascio a voi questa bestia. Non morite!"

Io, il colonnello, il dottore, la tenente e Lan Fan salimmo tutti in macchina. Stavamo stretti come sardine. Il dottore alla guida, nonostante disertore da anni, era ancora un ottimo guidatore e in pochi secondi fummo lontani dal luogo dello scontro, correndo a tutta velocità su una strada abbandonata.

In macchina vi era un silenzio assordante. Eravamo tutti stanchi e preoccupati. Nonostante ciò, il colonnello ci fece tesoro della sua esperienza, mantenendo i nervi saldi e illustrandoci il da farsi.

"Dobbiamo evitare che Lan Fan e Nero re-incontrino il comandante supremo. Ovviamente il nonno di Lan Fan verrà a riprenderla, mentre tu caporale dovrai restartene nascosto per un po'. Posso assumere di poter usare la tua casa, Knox?"

Feci un cenno d'intesa al colonnello. Il dottore ormai non aveva la forza di opporsi all'insistenza con cui il colonnello lo metteva in mezzo ai suoi piani, fece un sospiro rassegnato.

Il colonnello continuò.

"Il mio ordine di priorità è stanare i complici di Bradley..."

Tuttavia, le sue parole si fecero pian piano sempre più lontane.

Nell'istante in cui la macchina si ritrovò ad attraversare un vecchio ponte, ebbi una terribile sensazione.

Un flash accecante mi investii, per alcuni secondi le mie orecchie fischiarono e non vidi più niente, se in un attimo stavo seduto nel sedile dell'automobile, nell'altro mi ritrovai a precipitare nel vuoto, il braccio che riuscivo a muovere meglio si aggrappò per puro caso a qualcosa di indefinito e appuntito. Mi ci vollero una manciata di secondi per capire cos'era successo. Un'esplosione fece cedere la parte centrale del ponte e ridusse la macchina in un ammasso di ferraglia in fiamme. Riuscimmo tutti a uscire dall'automobile prima che questa divenne una gabbia infernale, ma non senza ritrovarci feriti e spaesati.

Guardai in alto. Una montagna di fumo nero si ergeva in cielo.

Come quel giorno.

Non riuscivo a muovermi. Il mio corpo era pieno di ustioni e tagli e avevo un solo braccio utile.

Notai che coloro che stavano ai primi posti furono più fortunati.

Lan Fan rimase illesa, per fortuna. Ma era ferita già da prima dell'esplosione.

Il dottore aveva le gambe bruciate e non riusciva a reggersi in piedi.

Il colonnello era incolume, forse fu colui che spinse Lan Fan fuori dalla macchina.

Mancava qualcuno all'appello.

Guardai alla mia destra.

In posizione quasi speculare alla mia.

La tenente si sorreggeva con una mano ai resti del ponte decadente.

Era piena di ferite e ustioni sanguinanti, il suo braccio destro pareva inutilizzabile.

Un secondo boato scosse l'intero ponte. Il motore della macchina era appena esploso, le vibrazioni indebolirono la mia presa. Sotto ai miei piedi, uno strapiombo di cui non si vedeva la fine, dalle ripide pareti armate di rocce aguzze.

"A...aiuto" Non riuscii a udire la mia stessa voce.

Alla fine, il mio appiglio si frantumò. Il mio corpo precipitò nella bocca dell'inferno, mentre i miei occhi decisero di donarmi un ultimo triste ricordo da portarmi con me nel mondo dei morti.

Quello di una mano che ne sorreggeva un altra.

Per lei, lui arrivò giusto in tempo.

Per la tenente Hawkeye, il colonnello Mustang sarebbe sempre arrivato in tempo.

Il Caporale e il Colonnello di fuocoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora