Capitolo 24: Il lago

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Col passare del tempo, le giornate si fecero più lunghe. Col clima afoso, le uscite del ragazzo dalle braccia meccaniche si fecero sempre più frequenti, e in una piccola cittadina come Ortjence basta poco per rendere qualcosa di insolito lo scoop dei suoi abitanti annoiati.

C'è chi pensava fosse inviato dall'esercito per tenerli tutti sotto controllo, chi diceva fosse un potente alchimista che aveva trovato nei terreni del villaggio una scoperta sensazionale.

Una cosa era certa: La sua presenza era sfuggente come quella di una creatura folkloristica, alla stregua di un elfo o una fata.

Il giovane evitava il centro abitato e trascorreva maggior parte del suo tempo a vagare tra la natura come un fantasma.

Ma i più informati sapevano dove e quando trovarlo.

Verso la sera, la silhouette della sua figura magra ed elegante, contrapposta all'ombra dei suoi automail, era a malapena visibile sulle sponde del lago Kor. La luce del sole che tramontava si rifletteva sull'acqua in un bagliore accecante che impediva di scorgerne ulteriori dettagli.

-

"Anche oggi qui?"

Amon si tolse le scarpe per poi sedersi vicino a me sulla riva.

"Scusa se non sono di grande aiuto in questo periodo."

L'uomo sorrise.

"Non preoccuparti, fai il necessario. Inoltre sono felice di vedere che ti prenda del tempo per te."

Mi chinai, sedendomi vicino a lui.

"Cos'è che ti piace tanto di questo lago?"

Presi il mio buon tempo per rispondere.

"In questo lago, ogni cosa ha un suo compito. Gli uccelli, i pesci, gli insetti, le piante, i molluschi. Sono tutte parte di un grande ecosistema contenuto in un fluido limpido e puro. È come osservare un mondo a parte."

Amon mi ascoltava in silenzio, lasciandomi continuare.

"...Il me che è arrivato qui sei mesi fa lo avrebbe degradato a una semplice distesa di acqua dolce senza nulla di interessante. Ma ora... Non posso che continuare ad esserne ammaliato. E ogni volta che mi reco qui, penso anche al nostro "mondo". Il mondo degli umani. E cerco di capire qual è il mio compito."

Senza che nemmeno me ne rendessi conto, il mio capo si poggiò alla spalla di Amon, in cerca di sicurezza e conforto. Questo ne fu toccato, e iniziò a carezzarmi i capelli con dolcezza.

"Prima o poi ogni piccolo lascia il nido. La tua partenza è stata rallentata e ora ti sei scordato come decollare. Non ti mentirò, non sarà facile riprendere quota con il peso extra che ti porti appresso. Ciò non toglie che la destinazione devi sceglierla tu. Ma questo lo sai bene, vero?"

Feci cenno di si con la testa.

"Credo... credo di esser pronto per tornare a Central City."

"Ho sentito che le cose son diventate caotiche, King Bradley è morto e insieme a lui coloro che volevano effettuare un brutto colpo di stato... poi pare ci sia stata una battaglia-"

"Non credere a niente di tutto ciò. La verità è che le cose si sono risolte."

Lui mi guardò confuso, e io sospirai. "Ti spiegherò tutto per bene all'evenienza, ma ora non vorrei cambiare argomento."

"Hahah, okay okay. Cosa farai una volta tornato a Central?"

"Vorrei impiegare quei soldi che ho risparmiato dalla mia parte, ho un progetto in mente."

"Wow. Non so di cosa si tratti, ma so che non hai risparmiato molto."

Sospirai di nuovo, arrivando alla parte delicata del discorso.

"Hai ragione. Ma ho delle conoscenze che potrebbero sostenere ciò che manca,"

Lo sguardo di Amon si incupì.

"Non intenderai..."

"No, non lui."

L'uomo si rasserenò per poi farmi un'altra domanda.

"Beh, direi che non ha senso girarci intorno. Cosa vuoi combinare a Central City?"

Mi rialzai e guardai l'orizzonte.

"In questi mesi, ho realizzato che tante cose son andate storte nella mia infanzia, su questo non ci piove. Ma soprattutto, ho capito che più di ogni altra cosa non vorrei che una creatura innocente come un bambino subisca quello che ho subito io. Non voglio che altri me, frutti della negligenza e l'esercito, vengano creati, e ho sentito la più profonda e autentica delle gioie nel vivere con te, Otis ed Elia, nel sentirmi parte della vostra famiglia, nel donare e ricevere amore incondizionato. Voglio che tutti i bambini che il mio potere può raggiungere abbiano una seconda possibilità, e farò in modo che ricevano il più sostegno e affetto possibile nelle mie capacità. Per realizzare queste mie nuove ambizioni, ho intenzione di avviare un orfanotrofio senza scopo di lucro. Cercherò di essere sempre lì con loro, per dargli amore, supporto, risposte, voglio che crescano... baciati dal sole."

Amon mi guardava silenzioso a bocca spalancata, come se le mie parole lo avessero trascinato in una trance.

"Tuttavia... Io sono solo. Ma tu Amon, tu sei il padre perfetto, e qualcuno di cui mi posso fidare ciecamente, del resto con i bambini potrò avere attorno solo persone come te. Vieni con me a Central. Ho usa casa così stupidamente spaziosa, potremmo viverci benissimo tutti e quattro!"

Gli afferrai la mano entusiasta.

Ma quando il mio entusiasmo non fu ricambiato, le mie labbra si curvarono in un broncio.

"N-Non verrai? Lo capisco, qui... hai tutto. Sarebbe un cambiamento un po' traumatico e-"

Quello mi interruppe stringendomi in un abbraccio improvviso.

"Sciocco. Certo che verrò."

Siamo una famiglia.

Il Caporale e il Colonnello di fuocoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora