Il sibilo della freccia scoccata tagliò l'aria. Questa andò a conficcarsi sul tronco di un albero in cui era stato disegnato in gesso un bersaglio. La punta metallica della freccia penetrò salda nel centro affondando nella corteccia. Un tiro perfetto.
"Niente male... e pensare che hai fatto pratica solo per un mese. Beh, certo, gli occhi da cecchino li avevi già prima, dovevi solo imparare a usare l'arco. Comunque un tempo record, considerando che l'hai fatto con gli automail!"
Gli elogi di Amon mi entravano da un orecchio e uscivano dall'altro. Con la mia mano meccanica afferrai un'altra freccia dalla faretra, la posizionai sulla corda e portai indietro il mio braccio d'acciaio con essa fin quando non sentii un "click", ero pronto al prossimo tiro.
"Nero!"
Preso di sorpresa da Otis alle spalle, la mia freccia andò a colpire il terreno.
"Otis. Quante volte ti ho chiesto di smetterla con le tue imboscate?"
Cercai di rimproverarlo con un tono calmo, ma finii comunque per far trapelare un po' irritazione.
"Non posso farci niente! Cammino così! Me lo fai usare l'arco?"
"No. E non si dicono le bugie."
"Non è una bugia!"
Sospirai. Amon si mise a ridere e si avvicinò a entrambi, scompigliandoci i capelli.
"Sembrate proprio due fratelli!"
Gli occhi di Otis brillarono a quelle parole.
Io mi sentii straniato e confuso. Senza rimuginarci su, cambiai discorso.
"Pensi che sia pronto a cacciare qualcosa, Amon?"
Quello mi guardò riflettendo.
"Beh, sì. Però non sai niente dei boschi qua attorno, potresti perderti."
"Oh! Io invece li conosco alla perfezione! Posso venire con te!"
A quel punto presi Amon in disparte, abbassando il mio tono di voce.
"Non pensarci nemmeno. Non avrei idea di come gestirlo."
"Non sottovalutare mio figlio, gioca in questa zona fin da quando ha iniziato a camminare! È più indipendente di quanto pensi."
"Okay, ma se dovessimo venir assaliti da, metti caso, un orso?"
Amon sorrise e mi mise una mano sulla spalla.
"Non c'è niente di pericoloso in questi boschi. E poi, non facevi la scorta in passato? Ti assicuro che tenere gli occhi su mio figlio è molto più facile."
"È un'occasione per rafforzare il vostro legame. E per creare dei nuovi ricordi" L'uomo aggiunse tra sé e sé, mantenendo il suo sorrisetto compiaciuto.
Sospirai.
Partimmo il giorno dopo, la mattina presto.
Trasportavo con me faretra ed arco e all'ingresso della foresta ispirai l'umida aria mattutina. L'odore del terriccio misto a quello di pino mi rilassò i nervi. Il piccolo Otis era subito affianco a me, portandosi dietro il pranzo a sacco preparato da suo padre.
Dopo qualche minuto di silenziosa camminata arrivammo a una biforcazione. Uno dei sentieri andava verso il lago mentre l'altro, più roccioso, saliva verso la montagna."Sulla destra!"
"Perché?"
"Perché qui c'è molta più selvaggina sui pendii della montagna."
"Uh..."
Non lo avrei mai immaginato, d'impulso sarei sceso verso il lago nella speranza di beccare qualche uccello acquatico.
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Il Caporale e il Colonnello di fuoco
Fanfiction"Sarò onesto con te. Hai perso tutto stanotte. Ma se senti ancora qualcosa dentro che ti spinga, anche ciecamente, verso una nuova meta... perseguila. Corri e non guardarti indietro. Noi umani siamo fatti così." La storia riprende gli eventi di FMA...