CAPITOLO 7

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Capitolo 7

-OKAY ROBERTO, GRAZIE, ANCHE IL TUO È UN BEL NOME. :)-
Sorrido, mi sembra simpatica... "sei uno stupido idiota lo sai?" Ma perché! Faccio solo amicizia.
Voglio che continui a scrivermi, quindi le rispondo:
-STAI LAVORANDO???-
"certo, metti un altro punto interrogativo" mi piacciono, zitto!
Il cellulare vibra quasi immediatamente
-SONO A CASA TUA...-
Interessante... "l'intervista" mi guardo attorno, mi alzo in piedi e prendo congedo
-Scusami, il lavoro mi aspetta.
"Ma quale lavoro?" Che ti frega!.
Mi siedo sul primo sgabello del primo bar che trovo e recupero il cellulare
-ANCH'IO SONO A LAVORO-

-DEVI AVERE UN LAVORO FATICOSO, PER NON ESSERE MAI A CASA.-
"Ma che cosa dice? " credo che non lo sappia davvero "è mai possibile che non sappia che lavoro fai? Ti ricordo che ogni santo giorno sei su riviste, giornali, in televisione..." spero che tu la smetta...
-LAVORO SPESSO FINO A TARDI, RACHELE.-
"Sì, si ubriaca spesso fino a tardi" io non mi ubriaco, spesso...
-POSSO CHIEDERTI UNA COSA?.-
che strano il mio cuore ha perso qualche battito "te lo dico sempre che devi smettere con le sigarette, vai in ospedale è un infarto" che coglione, infilo la mano nella tasca della giacca ed estraggo le sigarette, ne accendo una ed aspiro una boccata di fumo.
-CERTO...-
risposta secca!
-COME MAI NON C'È NEPPURE UNA FOTOGRAFIA IN QUESTA CASA?-
Mio dio che domanda assurda, perché sono un uomo... "no, perché non ti piaci" ma certo che mi piaccio, che pensiero assurdo!
-HO ACQUISTATO LA VILLA DA POCO, NON CI HO ANCORA PENSATO-

-CAPISCO, MI METTO A LAVORARE-
Cosa? no! "Ti sta pulendo la casa"
-SEI SPOSATA?-
L'ho invito davvero?
-Cristo.
Impreco ad alta voce. Adesso cosa penserà di me? "Che sei un marpione, e bravo!!".
Continuo a fissare il cellulare, ma del segnale di un messaggio nessuna traccia, "l'avrai messa in imbarazzo" era solo curiosità la mia. Ripongo il telefono in tasca e mi avvio al ristorante per il pranzo. Nello stesso attimo in cui mi siedo lo squillo del cellulare mi fa trasalire, lo recupero col cuore in gola "ecco, il marito che vuole soddisfazione". Il mio agente, faccio un sospiro di sollievo e rispondo "ammettiamolo, ci sei rimasto male, avresti voluto sentire la sua voce" anche, chissà perché...
-Pronto, dimmi.
-Roberto ti ho fatto avere il provino per un altro film, come attore principale, cercano uno come te non mi deludere.
Diretto, no direttissimo. Che casino di vita, sempre sotto i riflettori.
-Quando...
-Domani mattina alle dieci hai il colloquio, io ci sarò.
-A domani allora.
-A domani.
Chiudiamo la comunicazione contemporaneamente, "e c'è un messaggio" le mie mani corrono ad aprirlo: Leopoldo... roteo gli occhi.
-TESORO BELLO, BELLISSIMO. NON VEDO L'ORA CHE SIA STASERA, CI VEDIAMO ALLA CENA DOPO LA TUA SFILATA, DEVO ASSSSOLUTAMENTE PARLARTI-
dovrebbe desistere dal suo intento di accalappiarmi, "potresti avere schiere di uomini belli e prestanti, proprio lui, no eh!" per carità, troppo gay, ma io non voglio nessun uomo bello che sia... "non essere esagerato" che esasperazione! Perché devo continuare ad avere questi strani pensieri gay, io non sono gay! "Tu non sei neppure etero" ma per quale motivo bisogna amare per forza in quel modo? "Il rapporto fisico è la naturale evoluzione dell'amore" okay, allora non sono innamorato sarà per questo che... "che, che, che... tu hai grossi problemi fisici, devi farti curare". Quel pensiero mi fa boccheggiare, farmi toccare... un altro indesiderato attacco di panico mi coglie, un uomo che mi mette le mani addosso, mi spoglia "hai un bel corpo per avere quattordici anni" l'asma, non respiro, mi alzo di scatto rovesciando il tavolo con tutto quello che sta sopra, decine di occhi addosso, le mie mani tremano tanto da non riuscire a nasconderle in tasca.
-Signore si sente bene?.
Voci lontane, cercano di riportarmi alla realtà. "Ti prego è passato calmati, nessuno, nessuno ti sfiorerà" è successo ancora, si prendono libertà su di me, io non voglio, non ci riesco, non posso. Chiudo gli occhi e li riapro tornando in me. Senza rendermene conto mi sono inginocchiato come uno smidollato accanto al tavolo gettato in terra, il respiro comincia a regolarizzarsi, l'imbarazzo provocato dall'impatto con la realtà mi annichilisce. Cerco di ritrovare la mia dignità rialzandomi.
Una giovane cameriera molto pallida mi si avvicina, tenendo la testa bassa le lancio uno sguardo di scuse.
-Pagherò tutti i danni, aggiungili al mio conto.
La vedo sorridere.
-Non importa, deve perdonarmi lei, ha per caso avuto un attacco d'asma? Sa ne soffro anch'io.
Il suo bel visino si tinge di una graziosa tonalità di rosa sulla gote, mette le mani in tasca e ne estrae uno strano aggeggio.
-Prego usi uno spruzzo del mio Salamol, sa in questi casi è meglio appoggiare le mani al muro e fare dei respiri profondi, però davvero lo usi, potrebbe riaccadere per stada.
Le faccio un sorriso di gratitudine, "veramente sembrava uno di quelli da seduttore" ma no che sciocchezze.
-Grazie, ma non ce n'è bisogno, sto bene davvero.
Intanto la gente presente nella sala è tornata a pensare ai fatti propri. Aiuto quella graziosa ragazza a rimettere a posto il tavolo poi esco pronto o quasi alla sfilata che mi attende.
"Domani il tuo teatrino sarà su tutte le riviste scandalistiche" quel pensiero molesto mi colpisce come un maglio arroventato, tanto che mi blocco sul mio posto. Potrei fare brutta figura con Rachele. mi riscuoto, domani penserò al da farsi...
Intanto il mio pensiero corre al telefono, un nuovo messaggio:
-NON ANCORA-.

ROBERTO incasinatamente ioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora