Caduta dal balconcino

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Chiunque avesse anche solo incrociato per cinque secondi i propri occhi con quelli di Dennis, avrebbe sicuramente detto che, per essere un bambino, aveva davvero lo sguardo cattivo. Non con l'intenzione di dire che fosse una cattiva persona, ma con l'intenzione di dire che il modo in cui quel bambino guardava tutti coloro che lo circondavano, eccetto i suoi genitori, metteva ansia, soggezione, paura.

L'ultima volta che Dennis era stato a casa di suo padre le cose erano andate serene, Tracy aveva deciso di attuare un approccio diverso con Dennis: sarebbe stato un rapporto di sola presenza, il bambino avrebbe avuto la consapevolezza di averla in casa e di chiederle qualsiasi cosa avesse avuto bisogno. Altrimenti ognuno si sarebbe fatto i fatti propri.

Per i primi dieci giorni le cose andarono molto bene, nessuno strillo, nessuna discussione, nessun dispetto. James per primo pensò di aver raggiunto finalmente un piccolo traguardo con Dennis, anche se avrebbe preferito che si parlassero un po' di più, ma era meglio di niente infondo, e cinque giorni dopo le sue risposte mute iniziarono ad avere qualche monosillabo.

Un giorno, mentre James e Tracy erano sdraiati sul divano, abbracciati e a sorseggiare due calici di vino rosso, Dennis arrivò con una scatola in mano, gialla e piena di nastrini coi brillantini: «Che cos'è questa?»
«Oh, è la mia scatola dei ricordi.» rispose Tracy mettendosi seduta e appoggiando il calice sul tavolino piccolo di fronte al divano, «Una cosa che si fa da bambini.»
«E cosa c'è dentro?»
«Be', i miei ricordi di quando ero piccola.»
«Papi, io ho una scatola così?»

James si schiarì la voce e appoggiò il calice sul tavolino come aveva fatto Tracy: «No, ma possiamo farla insieme se lo vuoi.»

Dennis rimase in silenzio per qualche secondo in piedi con la scatola in mano, più grande di lui. Quando quel silenzio risultò imbarazzante per tutti Tracy cercò un varco: «Vuoi vedere quello che contiene?»

Dennis annuì e si avvicinò, appoggiò la scatola vicino ai calici e lasciò che Tracy facesse il resto.

Dentro la scatola erano presenti tre conchiglie, una foto della ragazza con due amiche di scuola, un'altra foto di Tracy vestita di Halloween, due disegni fatti con le tempere, un biglietto del concerto di una band che Dennis non conosceva e una molletta a forma di farfalla. Il bambino osservò tutto con estrema attenzione, soprattutto le conchiglie, la prima foto e la molletta.

Tracy ogni volta che tirava fuori qualcosa gli spiegava che cosa fosse e cosa le ricordasse: le conchiglie erano state la sua prima vacanza al mare, la prima foto era il ricordo delle sue amiche del cuore che ora vivevano in altri paesi, la seconda foto era la prima volta che faceva “dolcetto o scherzetto”, i disegni erano un regalo delle sue cugine più piccole, il concerto era degli AC/DC del 1987 e la molletta l'aveva vinta al luna park. Quando finirono le spiegazioni Tracy richiuse la scatola e bevve un lungo sorso di vino.

«Dennis, rimettila dove l'hai trovata, sono ricordi preziosi ed è meglio non rovinarla.»
«Ok.»

Il bambino tornò al piano di sopra barcollando sotto la grande scatola gialla che trasportava.

«È andata bene vero?»
«Penso che sia il discorso più lungo che abbiamo fatto io e lui.»

James le spostò una ciocca di capelli: «La facciamo insieme? Questa bella scatola dei ricordi?»
«Credo che sia meglio che la facciate solo voi due, ma posso rimediare delle belle decorazioni.»

Sulle tracce di Dennis LoganDove le storie prendono vita. Scoprilo ora