Dennis fissò per due ore buone le ricette stampate in rosso dal suo medico. Di recente aveva affrontato un grave attacco di raffreddore e ultimamente gli si arrosavano spesso gli occhi, così dopo vari consigli da parte di sua madre, aveva deciso di sottoporsi ai test allergici.
E ora, osservandole svogliato, aveva tra le mani le ricette del suoi farmaci per la terapia. Le buttò sul tavolo prima di sistemare qualche cosa in casa, preparandosi ad uscire e raggiungere la farmacia. Prese la giacca più leggera, ormai le temperature si erano alzate, e piegando i fogli del medico, si avviò giù per le scale del palazzo, tenendo il volto basso per non finire vittima dei vicini che volevano a tutti costi fare due chiacchiere.
In quel periodo stavano facendo dei lavori ai tombini, così l'unico marciapiede disponibile era quello dalla parte del portone, dettaglio fortunato per lui che non doveva nemmeno attraversare la strada, un po' meno per chi abitualmente usava quello parallelo.
La farmacia distava appena quindici minuti a piedi, dieci se il passo era veloce come quello di Dennis. Si trovava dopo un piazzale usato come parcheggio per le attività che la affiancavano, sotto al portico insieme al parrucchiere e un piccolo discount usato dalle famiglie che abitavano sugli appartamenti sopra.
Già dalla porta scorrevole Dennis potè vedere che la farmacia, per sua fortuna, non era piena nonostante l'apertura avvenuta un'ora fa. Tutte le volte che ci era passato davanti l'aveva sempre trovata piena come una discoteca, solo che dentro erano presenti persone adulte o anziane e non ragazzi ubriachi.
Entrò con il suo solito passo svelto e, dopo un veloce cenno di saluto, passò le ricette rosse al farmacista e rimase in attesa.
Tra uno scanner e un altro ed etichette staccate e attaccate su un foglio vicino alla cassa, l'uomo dietro al bancone prese un sacchetto e mentre infilava le scatole cercò di fare una battuta simpatica: «Quante scatole per una persona sola eh?»
«Sono solo quattro.»
«Sì vero. Ma volevo dire che, per una persona giovane come te, quattro scatole di farmaci sono tante.»
«Sono solo temporanee.»
«Già, per fortuna. Brutta storia imbottirsi di pasticche già da giovani. Meglio lasciarle agli anziani che hanno più bisogno giusto? Comunque, contanti o bancomat?»
Dennis alzò la carta tra l'indice e il medio, e mantenendo un religioso silenzio, pagò i suoi acquisti e se ne andò salutando con un veloce gesto del capo.
***
Un delicato rumore ticchettante sull'asfalto fermò il ritorno a casa di Dennis, che si fermò e si voltò per scoprire di cosa si trattasse.
I suoi occhi si spostarono da su a giù, trovando un piccolo cagnolino scodinzolante deciso ad annusargli le scarpe. Appena fu abbastanza vicino iniziò a girargli intorno, inciampando qualche volta sulle punte delle sue nike bianche e nere. Sembrava un cagnolino abbastanza vecchio, un po' spelacchiato e gli mancava il collare, e questo dettaglio fece pensare a Dennis di aver incontrato un randagio, finchè una voce non gli fece cambiare idea: «Wally! Torna subito qui!»
La voce apparteneva a un ragazzo, più giovane di Dennis di uno o due anni al massimo, e stava correndo proprio nella sua direzione chiamando a quanto sembrava il cane. Aveva in mano un guinzaglio con un collare rosso penzolante.
«Wally! Sei incorreggibile, al signor Brahams sarebbe venuto un infarto se fossi tornato senza di te.» rimise il collare al cane e si assicurò che non si sfilasse di nuovo, «Scusami, spero davvero che non ti abbia dato fastidio. È un monello ma è buono.»
Dennis fece un gesto con le spalle.
«Ma... forse, io e te non ci siamo già visti?»
«Non che io sappia.»
«Eppure hai una faccia familiare. Forse di sfuggita, ma credo di averti già incontrato. Ah ma sì! Sei l'inquilino del terzo piano.»
«Chi?»
«Vivi nello stesso palazzo del signor Brahams, l'edificio verde scuro poco piu avanti no?»
Dennis fece un cenno del capo, realizzando solo in quel momento che stavano parlando del vecchietto al piano terra. Quello della seconda porta sulla parete di destra che ogni giovedì comprava il pane. Non sapeva che avesse un cagnolino, ma a giudicare la presenza di quel ragazzo, non fu difficile immaginare perché non lo avesse mai visto.
«Inquilino del terzo piano eh?»
«Il signor Brahams non ricorda il tuo nome, o credo non lo abbia mai saputo, così come la maggior parte degli altri insomma.»
«Parlo poco con la gente.»
Cioè mai.
«Ogni tanto ti vedo uscire, immagino vai al lavoro. Sembri un tipo solo sai? Non hai mai pensato di avere al tuo fianco un amico peloso che ti rallegri la serata?»
Dennis fece una smorfia, un angolo della bocca si sollevò più del dovuto, e fece cadere il suo sguardo verso il cane, strizzando gli occhi nella sua direzione mentre quello faceva pendere la lingua di lato assumendo un'espressione da idiota.
Non aveva niente contro gli animali, ma non era mai stato attratto da loro o aveva mai sentito il bisogno di riempirsi la casa di tali essere pelosi e bavosi. Cadde un silenzio pesante tra i due, rotto solo dai quotidiani suoni della città: una macchina che passava, qualche piccione, urla sconosciute provenienti da qualche abitazione, forse una madre che sgrida i figli.
Connor si piegò vicini al cane, accarezzandolo dietro alle orecchie e questo iniziò a picchiettare la zampa posteriore contro il terreno, poi si scrollò e si preparò a riprendere la sua passeggiata.
«Sai, anche stare soli ha i suoi benefici.» disse Dennis a un tratto, mettendo le braccia conserte.
«Oh, non lo metto in dubbio. Anche io necessito dei miei momenti di solitudine, ma troppa potrebbe portarti alla depressione no? Non hai mai momenti, come dire, tristi?»
«Del tipo?»
«Be' tipo, boh, che ti viene il magone, che ti senti troppo solo e sei pieno di pensieri negativi.»
«No, a dire il vero. Il mio silenzio mi piace, mi fa stare bene, non sottovalutarlo.»
Incalzò la presa sul sacchetto della farmacia e se ne andò, voltandosi verso la via di ritorno. Alle sue spalle sentì ancora Connor blaterare qualcosa al cane, forse invogliandolo a ritornare dal suo padrone visto che si stava facendo tardi per loro, o forse gli stava facendo i soliti complimenti che si fanno ai cani per farli felici.
Qualsiasi fosse la risposta però, a Dennis non interessava, piuttosto la sua mente tornò al luogo dove si fossero incontrati, quel punto del palazzo in decadenza, con un grosso buco crollato nel corso del tempo.
È un bel buco, ma un buco bisogna anche riempirlo, giusto?
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Sulle tracce di Dennis Logan
Mystery / ThrillerDennis Logan è uno spietato serial killer che uccide solo per il gusto di farlo macchiandosi così della morte di oltre quarantasette persone. A un certo punto, in seguito a un video dove confessa tutti i suoi omicidi, Dennis scompare definitivament...
