Capitolo 12

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Salii le scale e andai in camera mia, Daniela ancora non era tornata da scuola.

Buttai dove capitava lo zaino e tolsi da la maglietta di Mechi rimanendo in reggiseno, posai la maglietta sulla spalliera della sedia e mi avvicinai all'armadio aprendolo.

Presi una maglietta a mezze maniche rossa semplice scollata e la indossai.

Uscii dalla camera e mi recai verso il bagno, passai davanti alla camera di Jorge, la porta era aperta.

Mi soffermai un poco, lui non c'era. Avanzai a passo lento ed entrai rimanendo la porta aperta. Ci ero già entrata, ma non mi ero mai osservata intorno guardando nello specifico com'era fatta.

Le pareti erano tutte di pittate di blu, c'era una finstra con una tendina rossa. Il letto era uno, ovviamente, era appoggiato all'angolo del muro, le coperte che lo rivestivano erano di celeste.

Al lato opposto del letto c'era una scrivania bianca, con una sedia con le rotelle sotto dello stesso colore della scrivania.

Su di essa c'era un foglio, un portatile e un portapenne con si o no quattro/cinque matite dentro.

Attaccata alla scrivania c'era un mobiletto più corto di colore rosso e i casetti blu, ce ne erano tre. Su di esso c'era un telefono, quello di Jorge, e una cornite, la presi fra le mani e c'era una foto di Jorge da piccolo, com'era carino, ovvio lo è anche ora.

Alla fine all'ultima parete c'era l'armadio, di colore bianco, era una stanza abbastanza accogliente.

Sopra al letto alla parete c'era attaccato un orologio, subito vicino una foto di una moto. Gli piacevano le moto, si era capito.

Mi guardavo intorno ancora con la cornice fra le mani restando sullo stesso punto.

Jorge:<<Che ci fai qui?>> appena Jorge entrò dalla porta velocemente posai la cornice sul mobiletto e mi voltai verso di lui, <<Che stavi facendo?>> mi chiede facendo un passo più vicino a me.

Martina:<<Io.. niente, cioè sono passata per di qui e sono entrata.. ma giuro non stavo facendo niente>> cercai di giustificarmi, ma ottenni solo una sua smorfia.

Jorge:<<Se cercavi me.. dimmelo>> socchiuse la porta e si avvicinò ancora di più a me, il cuore incominciò a battere più forte e mi morsi il labbro inferiore, segno che mi stavo innervosendo.

Si, forse cercavo lui, io non volevo essere un suo obbiettivo come aveva detto per telefono a Diego, sono sicura che lui mi vuole bene e non so perché, ma io quando ci tengo ad una persona voglio che siamo amici, perché cazzo tengo a lui arrogante e menefreghista?

Jorge:<<Ho capito, che devi dirmi?>> appoggia la sua mano sulla mia spalla e la fa scendere lungo tutto il braccio fino a toccare la mia mano, la quale incrocia con la sua. Per poco e non svenni.

Martina:<<Si..>> mi bloccai, dopo un paio di secondi continuai <<Jorge.. io volevo sapere se.. insomma da quando ti ho sentito dire quelle cose a Diego io non faccio che preoccuparmi, io non voglio essere un tuo obbiettivo, cioè.. voglio dire..>> all'improvviso mi blocca.

Jorge:<<Ho capito.. amici>> sorride e avvicina le sue labbra al mio orecchio <<Ma ti conquisterò ugualemente>> sussura e mi da un lieve bacio sulla guancia vicina.

Dopo si allontana lasciandomi la mano ed esce dalla stanza rimanendomi ancora intontita.

Dopo cinque minuti mi sveglio dal mio sonnellino ad occhi aperti e scendo le scale,p che cazzo era appena successo?

•Prologo•Il destino ha deciso per noiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora