Capitolo 14

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Feci una tosse finta per far notare a quei due che c'ero, sebbene non conoscessi quella ragazza era come se mi stesse antipatica.

Praticamente avevo visto Jorge baciarsi con quella, lui è appoggiato al mobile con le mani su di esso, mentre quella ragazza era di fronte a lui, le mani sulle sue spalle e labbra contro labbra.

Quelle labbra, le sue labbra erano su quelle di un'altra, anche se facessi un grosso sbaglio a pensarlo, vorrei che in questo preciso istante ci fossi io al suo posto.

Appena la ragazza si allontana i loro sguardi finisco su di me.

Martina:<<Scusate l'interruzione, ma devo prendere delle cose>> mi giustificai e infondo era la realtà, anche se la mia voce non era tanto sicuro, il problema è che sono rimasta un po' scossa.

<<Oh.. non preoccuparti, sono Valeria piacere>> mi allungò la mano, forse mi sbagliavo, forse era.. simpatica(?)

Gliela strinsi e subito dopo disse <<E' meglio che vada, ci vediamo Jorge>> gli lascia uno sguardo prima di scomparire dietro la porta del restro, ovvero quella della cucina.

Jorge:<<Grazie per aver interrotto>> disse seccato rimanendo sempre appoggiato al mobile.

Martina:<<Ti ho chiesto scusa, dovevo prendere delle cose per studiare>> gli risposi ancora più seccata di come aveva fatto lui.

Jorge:<<Come vuoi>> rispose antipatico <<Che ti serve?>> mi guardò tipo da aria di sfida.

Martina:<<Che ti importa? So prendermi le cose da sola>> gli risposi sbuffando, era una discussione questa o cosa..?

Aprii il frigo e presi una bottiglia d'acqua, l'appoggiai sul banco, dopo feci lo stesso con la scodella, sale, uovo e infine un imbuto. Appoggiai ciò che ci entrava nella scodella, in modo che mi sarebbe stato più facile salirlo sopra.

Da una mano presi la bottiglia, nell'altra la scodella e quando stavo per uscire la voce di Jorge mi bloccò.

Jorge:<<Ora cade>> lo sento mormorare divertito. Pensa che non lo sentissi? Bhe caro mio, ti ho sentito forte e chiaro.

Martina:<<Ti ho sentito>> dissi stringendo i denti e mantenendo la calma a non lanciargli quello che avevo fra le mani dritto in faccia.

Jorge:<<Era quello che volevo!>> disse con una voce infantile, mi girai verso di lui ancora di più incazzata.

Martina:<<Sei uno stronzo antipatico>> gli urlai contro praticamente.

Jorge:<<Ha parlato la cogliona>> disse finalmente spostandosi dal mobile e sorpassandomi e andare non so dove.

Perché era così? Perché aveva gli sbalsi d'umore peggio di una donna con il ciclo? Prima è tutto dolce, ora è tutto coglione orgoglioso menefreghista arrogante antipatico.. potrei continuare fino all'infinito, ma ho lasciato Lodovica sola di sopra.

<<...>>

Ero triste, tristissima, un'altra giornata stava per incominciare e io non mi sentivo in forma di sopportare tutto.

Presi il mio zaino, prima lanciato a terra in cucina ai piedi del divano, lo metto su una spalla ed esco dalla cucina per dirigermi alla porta per uscire.

Proprio in quel momento il mio sguardo deluso, triste e amareggiato si incontra con i suoi occhi verdi, non mi considera per niente, uno sguardo e va in cucina, perfetto.

Esco e vado alla fermata dell'autobus, perfettissimo, se ne appena andato. Ora mi tocca farmela a piedi, perfetto, arriverò anche in ritardo.

Questa giornata è proprio PERFETTA. Notate l'ironia please.

Dopo tipo quarantacinque minuti arrivo a scuola in perfetto ritardo, quante volte ho già detto perfetto? Bhe.. è normale, lo si dice quando è una giornata perfetta come questa.

Entro alle 8:40, prima di bussare noto se sono sistemata, jeans nero stretto, maglia bianca a fantasia giornale, dato che era tutta scritta, felpa sbottonata grigia sopra con il cappuccio in testa e maniche rannicchiate ai gomiti, zaino in spalla.

Busso lentamente e dopo aver sentito un <<avanti>> da parte della professoressa entro.

Chiudo la porta e guardo la prof, abbasso il cappuccio e mostro i miei lunghi capelli.

Bernini:<<Stoessel, alla buon'ora>> disse guardandomi, ma prima appoggia gli occhiali sulla cattedra.

Martina:<<Mi scusi prof, ma ho perso il bus>> mi giustificai.

Bernini:<<Hai perso anche quest'ora>> ridacchia <<Siediti>> disse indicando il mio posto, ovvero vicino a Mercedes.

Dopo dieci minuti al mio arrivo suona la campanella della prima ora, si.. mi ero persa la prima ora.

Professore di educazione fisica in arrivo.

Frenca:<<Ragazzi andatevi a cambiare vi aspetto in palestra>> il mio professore preferito.

Forse perché era giovane, ci capiva sempre e ci copriva con gli altri insegnanti. Ovviamente lo conosco da meno di due settimane, ma mi ha aiutato fin dall'inizio.

Insieme a Candelaria andiamo ai nostri armadietti, erano vicini, non proprio attaccati perché fra il mio e il suo ce ne era un altro.

Prendiamo la tuta e andiamo in bagno, c'era un piccolo mobiletto in legno e una panca, servivono proprio per cambiarci.

Indosso la tuta nera non molto larga, un po' a cavallo basso, e portava la molla alle caviglie, rimetto le mie converce e indosso una maglietta a bratelle larghe rosa.

Candelaria:<<Martina tutto okay? Ti vedo un po' strana stammatina>> come ha fatto a capirlo?

Martina:<<Niente>> continuai ad allacciarmi le scarpe senza guardarla.

Candelaria:<<Okay.. di cosa si tratta?>> ma che ...

Martina:<<Il problema sai qual è?>> la guardo abbassando il piedi dalla panca <<C'è un ragazzo che prima è dolce, poi è arrogante, ora non so come potrei trovarlo quando torno a casa, ma è figo da paura>> le dico tutto d'un fiato.

Candelaria:<<Ti interessa?>> no.

Martina:<<Io.. credo di no>>

•Prologo•Il destino ha deciso per noiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora