Punizione🔴

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Dopo qualche minuto, Jason ritornò con una cintura e una corda.

Appena lo vide, Isabel saltò giù dal letto e cominciò ad indietreggiare, fino ad arrivare al muro, ecco, li non aveva via di scampo.

Jason si avvicinò a lei e la intrappolò al muro con le sue possenti braccia tatuate.

La prese per un braccio e la buttò sul letto.

Isabel provò ad rialzarsi, ma venne fermata da Jeson.

Con la corda la legò al letto dalle caviglie e con la cintura I polsi.

Isabel provò a ribellarsi e a muoversi, ma tutta energia e tempo sprecato.

Quando Jason ebbe finito di legarla le disse:"Adesso fai la brava che ci divertiamo un po', ok ?!"

Isabel quando sentì quelle parole gli sputò in faccia e cominciò a ridere per la paura.

Non doveva farlo, perché poi se ne pentì.

"Come osi, piccola ragazzina! Adesso si che sono guai per te"

Isabel non rispose, era traumatizzata anzi continuava a muoversi.

Poi ad un certo punto urlò:"AIUTO, AIUTO, QUALCUNO MI AIUTIII".

Jason le tappò la bocca.

"Sei così scema da capire che apparte noi due non ce nessun'altro".

Le tappò la bocca e cominciò a spogliarsi

Si tolse la maglia.

"mamma mia che addominali" pensò Isabel.

"ma che cazzo sto dicendo, questo mi sta per stuprare e io penso a queste cose. BHA. RIPIGLIATI ISABEL"

Jason in tanto la stava baciando su tutto il corpo e in alcuni punti si fermava per fargli alcuni succhiotti.

Alcuni ne aveva fatti sul collo e altri sulla pancia.

Ad un certo punto, Jason mise le mani dietro la schiena e le slacciò il reggiseno e cominciò a baciarle.

Isabel fece qualche gemito di piacere. Alla fine lo voleva anche lei.

Jason le tolse la maglia dalla bocca e disse:"voglio sentire che mi supplichi, che urli il mio nome".

Andò fino alla sua intimita e con la bocca le tolse le mutandine.

Senza preavviso con 2 dita entrò dentro di lei e cominciò a muovere le dita.

Isabel cominciò a gemire.

"J-J-JASON, PIÙ VELOCE".

"Voglio che tu mi supplichi"

"Ti p-prego Jason, vai più veloce".

E senza farselo ripetere altre volte cominciò ad andare più veloce.

"S-st-sto per venire".

Quando Isabel stava per venire Jason tolse le dita e fece un ghigno.

"Ma che cazzo fai, allora tu mi vuoi proprio male"

"te l'ho detto, questa era una punizione, la prossima volta andiamo avanti, ok piccola?".

"Sei proprio stronzo, ma allora che cazzo mi hai legato"

"per fartelo credere, piccola".

"per farmelo credere, tu devi essere proprio malato.

Da piccolo per caso hai sbattuto la testa?"

Jason rise.

"che cazzo hai da ridere!"

"non capisco se tu sei scema o sei coraggiosa, mia piccola ribelle"

"NON CHIAMARMI PICCOLA, E ADESSO SLEGAMI".

Come non detto, Jason la slegò e se ne andò.

sindrome di StoccolmaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora