capitolo uno- per sempre.

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ho sempre desiderato essere improgianata per qualcosa di cui sono consapevole, ma so che non avrei neppure il coraggio di compiere un omicidio.

eppure sono sempre più vicina a compiere quest'atto.

[...]

:-dove andrai questa volta vittoria?- mi chiede Jessica, la mia compagna di stanza.
:-me ne vado per sempre, non starò un minuto in più in questo rottame.- dico con fare sprezzante, buttando tutte le mie cose in una borsa.
:-devo fare qualcosa?- la fermo.
:-me ne andrò a notte inoltrata.- aggiungo con voce ferma, questa volta guardandola.

annuisce e sale le scalette per stendersi sul materasso del letto a castello.
:-l'unica cosa che dovrai dire è che me ne sono andata per poco tempo, di solo che sono scappata e fai una brutta fine.- aggiungo sedendomi, con i piedi sulla scrivania.

Jessica mi annuisce rapidamente e schiaccia la faccia sul cuscino.

[...]

a notte fonda, quando tutti dormono, esco dalla finestra, ma essendo al secondo piano non prevedo una buona caduta.

butto per prima la borsa con i vestiti, poi mi aggrappo al tubo di fianco alla finestra che arriva al primo piano.

arrivata alla fine del tubo, mi manca il piano terra, quindi decido di saltare.

poco prima di atterrare sul terreno, un ramo mi graffia lo zigomo superficialmente.
atterro bruscamente sul terreno, strizzo gli occhi per l'impatto, poi tiro un sospiro ti sollievo quando mi rendo conto che sono libera.

dopo questi cinque minuti di calma, mi rialzo e scuoto i vestiti sporchi di terra, raccolgo la borsa e mi incammino.

l'unico posto a me fedele è la pista di auto da corsa, il mio posto sicuro.

dove l'ansia scompare e l'adrenalina riempie le vene.

mi accorgo solo ora che il taglio sta iniziando a sanguinare leggermente.

:-sono ritornata!!- urlo facendo eco con le mani.
tutti applaudono, fischiano e fanno ululati.

mi avvicino al bancone, è una sorta di bar all'aperto.
:-ciao V, il solito?- mi chiede il barista.
:-ciao, si grazie!-

mi mette davanti due shottini di vodka alla ciliegia con un cubetto di ghiaccio.

ogni bicchiere lo bevo in un sorso e dopo aver pagato e salutato alcune persone, mi avvio agli spogliatoi.

per gli spogliatoi si paga, e di certo io non ho voglia di stare fra quei vecchi sudati, quindi ho un "bagno" privato.

apro l'armadietto dove trovo il mio solito cambio total black, formato da dei cargo e una maglia over-size.
allaccio le converse rosse e mi sistemo il trucco che è un po' mascara.

mi scacquo la ferita sullo zigomo e finalmente sono pronta.

vado verso la mia auto e quando riscaldo i motori il pubblico fischia, urla o applaude.

:-3..2..1...VIA!- e in un attimo mi ritrovo a tutta velocità sulla pista.

[...]

dopo circa cinque giri di corsa decido di fermarmi.

a pochi passi dallo spogliatoio si iniziano a sentire le sirene della polizia e le persone iniziano ad urlare e a scappare.

vado in panico e corro a prendere la mia borsa.

appena esco dallo spogliatoio, non l'avessi mai fatto, mi si parano due poliziotti davanti.

:-merda..-

[...]

dopo avermi ammanettata e caricata in macchina, mi hanno portata alla stazione.

:-V, ci rivediamo di nuovo.
beh, siccome sei minorenne e non hai fatto nulla di grave, ma non pensare di passarla liscia, mi limiterò ad una multa di 300 dollari.
però un adulto deve pagarla, chi posso contattare?- mi chiede la poliziotta.

:-pf, ciao anche a te Carlotta.. mia madre è morta e non so dov'è mio padre, quindi se lo trovereste mi fareste un grosso piacere.- mi guarda scettica poi gli viene un'illuminazione.
:-potremmo fare un test del DNA per poi contattarlo.-
annuisco felice, carlotta mi porta in una stanzetta, si mette dei guanti e mi strappa una minuscola ciocca di capelli che mette in una busta.
:-dovrai aspettare un po' di ore, ti consiglio di sederti su quella panca lì.- dice indicandola.
:-posso prima andarmi a cambiare.-
lei annuisce e mi porta in un bagno poi mi vado a sedere e in un attimo cado nelle braccia di Morfeo...

MASSIMO POV:

:-NO! NON CE LA FACCIO PIÙ BASTA!BASTA!- grida mio figlio Mason in preda ad un attacco d'ira.

fallimento.

ecco come mi sento a vedere mio figlio cadere nella disperazione più totale mentre in qualche parte del mondo ho una figlia, e io me ne sto con le mani in mano.

:-calmati, respira, respira..- lo calma Alexander.

Mason struscia la schiena contro il pavimento, per poi sedersi con i gomiti sulle ginocchia e iniziando a piangere istericamente.

ogni giorno i suoi attacchi di rabbia frequentano e si aggravano, spesso rompe oggetti o aggredisce i suoi fratelli senza controllarsi.

mi accovaccio davanti a lui e gli accarezzo i capelli, visto che non posso vedere la faccia perché ha la fronte appoggiata alle ginocchia.
:-figliolo.. ci fa male vederti così..ti prego, possiamo farcela insieme, possiamo superarla..- lo rassicuro.
alza la testa e annuisce, tira su col naso e rimane seduto.

sento il telefono vibrare in tasca quindi mi allontano dai miei figli.

:-pronto?-
:-salve, parlo con Sg. Massimo Russo?-
:-si, salve, sono io.-
:-perfetto, la chiamo dalla centrale di polizia della florida, le comunico che sua figlia, Vittoria Athena Russo deve pagare una multa di 300 euro e mi ha detto che lei è l'unica persona che le rimane, ma che è scomparsa, così abbiamo fatto così un test del DNA ed è risultato padre biologico, può venire in centrale a firmale la sua tutela o la inseriremo in un sistema affidatario, accetta?-
il mio cuore perse un battito.
:-vittoria?- dico alzando la voce, facendo così che la stanza cadde in un silenzio mortale.
:-si, signore.-
:-si, assolutamente sì, arriveremo fra tre ore.-
:-perfetto, arrivederci.- e riattaccò.

avevo il respiro irregolare e la vista si faceva appannata per le lacrime.
:-papà?..- mi chiede Lucca scioccato.
:-andiamo in florida.-

[...]

due ore in aereo dopo, passate nel completo silenzio, arriviamo in Florida.

abbiamo chiamato due taxi che ci hanno portato in stazione.

:-perchè deve pagare una multa di 300 dollari?- chiede mattia.
:-non saprei..- dico.

inizio a fare gli scalini che ci dividono dalla porta d'ingresso, appena i poliziotti ci vedono spalancano gli occhi e si spostano.

vado dalla segretaria e le chiedo.
:-mi scusi? sa dirmi dove si trova vittoria russo? mi hanno chiamato tre ore fa per venirla a prendere.-

sembra pensarci un po' poi le si accende una lampadina.
:-ah si, il signor massimo Russo?-
:-si sono io.-
:-bene, deve firmare questo fogli per la sua tutela.-
:-me per la multa?- le chiedo.
:-si farà successivamente.-

firmo tutto quello che devo firmare e mi dice di aspettare.

ho ritrovato mia figlia.

riuniti ||DISCONTINUADove le storie prendono vita. Scoprilo ora