capitolo tre- sto bene.

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MASON POV:

dopo aver detto a vittoria di andare in camera, la sala da pranzo è calata in un silenzio tombale.

nessuno si sarebbe mai aspettato atteggiamenti così simili ai miei e un attacco di rabbia così "violento".

voleva ucciderla.

e se non l'avessi fermata, l'avrebbe avuta sulla coscienza.

-FLASHBACK-
(età 16)

siamo a pranzo con i nonni, gli zii e i cugini.

alcuni chiacchierano di lavoro, come Alex, il nonno, papà e gli zii.

di calcio: Lucca,mattia e i cugini più piccoli.

di nuovi articoli di moda: la nonna e le zie.

e poi io.

la "nuova categoria" in famiglia a quanto pare.

:-eii mason, parla un po' con noi dai. stai zitto, zitto.- dice Dante, ridendo.

serro i pugni.

:-che c'è ti hanno mangiato la lingua? ahaha- continua domenico.

sbatto il pugno sul tavolo, che tace tutta la stanza.

:-che cazzo hai detto?- dico guardandolo negli occhi.
:-stavamo scherzando mason.- dice con paura.

mi alzo di scatto facendo cadere la sedia a terra e anche il resto della famiglia lo fa con più calma.

:-quando volete scherzate tutti eh?! PRIMA MI IGNORATE E ADESSO VOLETE FARE I SIMPATICONI?! CAZZO DI STRONZI!- urlo ormai perdendo il controllo.

:-calma mason.- dice Alexander serio.

:-NO! NON DIRMI COSA DEVO FARE PROPRIO ORA CHE DOPO TANTO TEMPO MI HAI PARLATO!-

per quanto io non possa controllare la mia rabbia, avevo ragione.

un tocco improvviso alla spalla mi fa prendere il coltello e alzare velocemente il braccio a chiunque fosse.

mi blocco quando vedo Lucca che si copre la faccia con le braccia.

spalanco gli occhi quando mi rendo di cosa stavo per fare.

papà mi si para davanti e mi accoppetta la faccia.

io sono impegnato a guardare il coltello con cui stavo per uccidere mio fratello.

:-figliolo.. guardami negli occhi, calmati, non è colpa tua.- dice rassicurante, ma potevo benissimo vedere dolore nel vedermi così.

:-stavo per ucciderlo?- chiedo facendo scorrere una lacrima dagli occhi.

lui non mi risponde e io mi stacco dalla sua presa andando velocemente e corro su per le scale.

-FINE FLASHBACK-

quello è stato solo uno dei tanti miei episodi di rabbia.

ormai tutti sanno quando sto per averne uno e cosa sto per fare.

ma vedere, davanti ai miei occhi, cosa si prova quando io stesso faccio queste cose, è tutt'altra storia.

nel momento in cui si stava scagliando su di lei, qualcosa mi ha spinto a fermarla.

quando è arrivata la chiamata a mio padre, dopo il mio episodio, non ci credevo.

inutile dire che ho pianto tutto il viaggio.

quando l'ho vista in quella stanzetta, con i suoi vestiti giganti, il suo piercing e del mascara sbavato sotto agli occhi, mi sono reso conto che io sono completamente estraneo a lei.

riuniti ||DISCONTINUADove le storie prendono vita. Scoprilo ora