Venti.

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Non aveva avuto il tempo di fare nulla, solo una veloce doccia per togliersi di dosso l'odore di sesso e alcool che si portava dietro dalla sera prima, che era in macchina insieme al corvino. Silenziosi, come sempre. Quel solito silenzio stava stancando il biondo. Non voleva parlare di ciò che era successo la sera prima, era imbarazzante per entrambi, ma voleva colmare quel silenzio con qualcosa.
<Perché vuoi uccidere tuo padre ?> Gli chiese; teneva le mani strette in due pugni infilate in mezzo alle cosce, faceva freddo ma era comunque vestito abbastanza pesante. L'aria era diventata pesante tra i due, tanto da innalzare un muro così tanto freddo da congelare le sue ossa, forse anche più freddo di quell'aria invernale.
Touya era silenzioso, guardava avanti a se e guidava sulla sua strada.
Keigo ci aveva perso le speranze su una eventuale risposta, ma, proprio quando si stava girando verso il finestrino per farsi i fatti suoi, questa arrivò:< mio padre è uno stronzo. Lui...non mi ha mai dato voce in capitolo, nonostante io abbia fatto qualsiasi cosa mi avesse chiesto. Ha ucciso i nostri fratelli.> Nostri ? Enji Todoroki aveva altri figli ? Lui non lo sapeva. <Poi, un giorno, mia madre ha dato alla luce Shoto. Lei è morta di parto, lui non le ha dato nemmeno una degna sepoltura e l'ha cremata, dando le sue ceneri a un suo sottoposto dicendogli che doveva spargerle da qualche parte. Non voleva nessuna sua traccia in casa.
Da quel giorno, mio padre ha iniziato a considerare più Shoto che me. Ha fatto tutto per lui, come se io non esistessi e come se non fossi suo figlio. Per questo, ora, ho una concessionaria tutta mia e un giro mio. Ma lui...> Disse stringendo i denti e le mani sul volante in pelle. Dal suo sguardo trapelava la rabbia, forse l'unico sentimento che avesse mai mostrato fino a quel momento. <Lui deve morire. E se io dovessi farlo prima, lui cadrà insieme a me. Io voglio la fine di Enji Todoroki.> Il biondo osservò l'uomo, così bello. I suoi occhi inespressivi erano il suo punto debole. Quegli occhi color oceano erano i più belli che avesse mai visto in vita sua. Non avrebbe mai pensato che, un uomo di un tale calibro, potesse mai nascondere così tanti segreti.
Touya Todoroki era un uomo così bello ma altrettanto dannato e a Keigo piaceva la dannazione.
Si era confidato con lui. Avrebbe fatto lo stesso.
Una sorta di ringraziamento, per essersi aperto. Non gli importava se non lo avesse sentito.
<Io non conosco mio padre, invece. Mia madre, lei... Probabilmente era una tossica, non la vedevo mai durante il giorno, rientrava a casa solo per mangiare e poi usciva di nuovo. Mi hanno messo in affido solo quando lei, quando avevo cinque anni, è scomparsa totalmente. Mi hanno cresciuto i miei genitori affidatari, fino a quando non ho deciso io di andare via per essere indipendente.>
Lanciò uno sguardo al corvino, vide quella che era l'ombra di un sorriso. Non voleva aver visto male.
<Che vita di merda.> Commentò poi.
Non potevano lamentarsi. Il destino li aveva fatti incontrare. Keigo non disse nulla, sospirò e si lasciò affondare nel sediolino. Appariva troppo rilassato per quello che stavano andando a fare.
Non gli importava. L'essenziale per lui, era stare con Touya.

Le istruzioni del corvino erano abbastanza chiare. Lo aveva portato al molo; lo stesso posto di giorni prima, dove aveva 'imparato' a utilizzare un'arma.
Il piano era abbastanza semplice: cogliere alla sprovvista Enji, ammazzarlo e tornare a casa sani e salvi. Sapevano che sarebbe salpato quel giorno per una crociera di due settimane, con la sua compagna del momento. Un piano semplice, ma era pieno di guardie e pallottole fino ai denti, quindi avrebbero dovuto superare prima quelle intemperie.
Avrebbe fatto tutto il corvino, forse per non fargli sporcare le mani.
Erano in auto, l'altro impegnato a fare istruzioni mentre caricava le varie armi e inseriva le munizioni nelle apposite custodie che poi avrebbe messo nella cinta, poi si allungò verso il biondo.
Keigo aveva il cuore che gli batteva all'impazzata, era la stessa sensazione della sera precedente.

Chiuse gli occhi di scatto, in attesa di un bacio, ma non arrivò. Quando li riaprì, vide Touya rovistare sotto il cruscotto ed estrarre un'arma di un calibro più piccolo rispetto a come le aveva lui. Rimase deluso, guardava l'arma e poi lui, che gli allungò la medesima.
<È per protezione. Vedi di non farti ammazzare e tienila con te. Tu sorvegli e io vado. Se vedi qualcosa di strano, chiamami.>
Erano le ennesime istruzioni, che Keigo sapeva a memoria ormai in quanto gliele stava ripetendo da quando erano arrivati.
<Lo so.> Sussurrò il biondo, prendendo l'arma ancora deluso e infilandola nella cinta.
<Un'ultima cosa. Io mi chiamerò Dabi, sarà un nome in codice. Non devi farti scoprire. Scegli il tuo.>
Il biondo ci pensò su e poi annuì:<Hawks.>
Disse semplicemente. Dabi, Touya, aprì la portiera ma prima di scendere si girò verso di lui:<ho dimenticato...> A quel punto il biondo era sul punto di sbuffare; ne era pieno delle raccomandazioni, non era un bambino.<cosa ?> L'irritazione era chiara nelle sue parole, ma venne colto alla sprovvista: le labbra del corvino si appoggiarono sulle sue in un singolo bacio a stampo.
<Lo stavi aspettando.> Gli disse prima di uscire dall'auto e sparire dalla vsiuale; si sentì troppo in imbarazzo.
Era stato così evidente ?

Dangerous love (Dabihawks)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora