Aveva ancora il viso tutto dolorante e, essendo caduto con la schiena a terra, aveva dolori in tutto il corpo. Aveva mentito a Touya ma gli avrebbe mai potuto dire che stava davvero così male ? Poi lo avrebbe preso per una persona debole, lo avrebbe ucciso sicuramente perché non gli era utile.
Si infilò i vestiti, ci mise un bel po' del solito dolorante com'era e poi si guardò in uno specchio del bagno: il suo viso era gonfissimo, un livido sotto l'occhio molto evidente grande quanto il pugno di Shigaraki, il labbro spaccato da cui gocciolava ancora un po' di sangue e il naso era rosso, probabilmente il dottore aveva asciugato male dell'altro sangue che era caduto, o forse era stata la psicopatica in gonnella. Nemmeno una medicazione era presente sul suo viso.
Si diede una veloce sciacquata d'acqua fredda al viso e si asciugò con un po' di carta. Non voleva far aspettare troppo Touya, quindi uscì subito fuori dalla stanza e diede una veloce occhiata all'orologio che aveva sul polso e che in quel momento segnava le tre del pomeriggio. Per quanto tempo aveva perso coscienza ? Era mattina presto quando era arrivato lì.
Erano le tre spaccate e lui percepiva una leggera fame, essendo stato a digiuno dalla mattina. Sperava solo che Touya lo avrebbe portato a mangiare come aveva fatto la sera prima, ma ne dubitava siccome sembrava essere molto su di giri. Velocemente, camminò lungo il corridoio dove si trovava la porta antipanico che conduceva alla palestra e aprì il maniglione.
Si guardò intorno, non vide ancora Touya e quindi dedusse che fosse ad aspettarlo nel parcheggio. Diede un'occhiata veloce al ring; Shigaraki si trovava ancora all'interno di esso, si stava allenando con il pelato della reception, e, non appena si accorse del biondo, si girò verso di lui:< ti sei ripreso,eh ? Ci hai messo tanto tempo, ci eravamo preoccupati. Eppure non ci sono andato troppo pesante.> Si appese alle corde con le braccia bianche quasi cadaveriche, poi si avvicinò anche l'altro.
<Touya ti aspetta in macchina.> Fu il pelato a parlare, Keigo annuì alle sue parole, ignorando le frecciatine dell'altro, e si diresse alla reception, per poi uscire da lì. Non ci avrebbe mai più messo piede in quella palestra.
<Ce ne hai messo di tempo.> Sbuffò il corvino, quando l'altro salì in auto, e mise in moto.
<Mi hanno trattenuto e poi mi stavo guardando allo specchio questo bel capolavoro che mi ha fatto il tuo amico lì.>
Keigo si lasciò andare sul sedile, era già esausto di quella giornata e voleva andare a dormire. Gli mancava il suo lavoro, era più facile battibeccare con il suo capo.
<Ah, Shigaraki. Lui fa le finte.> Rispose solo Todoroki, uscendo dal parcheggio con l'auto. Il biondo era troppo stanco e affamato per controbattere, decise di rimanere in silenzio.<Svegliati!>
Percepì delle leggere spinte alle gambe, che divennero più insistenti e forti a ogni secondo che passava.
Quando si era addormentato?
Aprì gli occhi, socchiudendoli poco dopo quando la luce del giorno andò a colpire le sue iridi.
Quante ore erano passate da quando avevano lasciato la palestra ?
<Che ore sono ?>
Chiese il biondo, mettendosi dritto sul sedile e facendo uno sbadiglio.
<Le tre e mezza del pomeriggio.> Aveva dormito solo per una mezz'ora. Era ancora stanco.
Posò lo sguardo stanco dapprima sul guidatore che lo osservava; tra le mani aveva una busta di carta del McDonald's, poi si guardò intorno e osservò cosa ci fosse, in che luogo si trovassero.
Davanti a loro vi era un palazzo altrissimo, fatto in vetro, interamente. La luce del sole rifletteva su di esso, andando ad abbagliare le case e gli altri palazzi nei dintorni.
<Mangia in fretta che andiamo.>
Dove si trovava ? E perché ogni volta che Touya lo portava da qualche parte doveva muoversi in fretta ?
Quando finì di mangiare, scese dall'auto insieme a Touya, entrambi entrarono nell'edificio e rimase estasiato da cosa ci trovò all'interno. Dentro, infatti, si presentava più grande del solito rispetto a com'era fuori, c'era un lungo corridoio con un tappeto rosso a terra e alla fine di questo corridoio vi era una reception diversa da quella della palestra, e dietro di essa vi era una ragazza in tailleur con i capelli scuri raccolti.
<Buonasera signor Todoroki. Buonasera signor Takami.> Disse lei salutando entrambi con un sorriso ampio. Come faceva a sapere il suo cognome ? Magari era stato proprio Touya a dirglielo. Non voleva pensare a quello in quel momento, quindi scosse la testa scacciando subito quel pensiero mentre varcò la soglia di un'ampia porta di vetro dietro la quale vi era un piccolo salone con un ascensore. Loro presero l'ascensore.
<Dove ci troviamo?>
Chiese il biondo e l'altro pigiò il tasto di un piano: l'ultimo.
<Nell'azienda della mia famiglia. Ora conoscerai mio padre e lui ti darà delle indicazioni.>
L'ascensore si aprì alle loro spalle e Touya uscì da lì.
Non poteva crederci, avrebbe incontrato di persona Enji Todoroki.Spazio autrice
Buonasera a tutt*
Vi scrivo questo annuncio per avvisarvi che sono arrivata a scrivere il capitolo 18 e sto continuando come un fiume in piena
Ho tantissime idee per questa coppia, tutte da inserire in pochissimi capitoli. Quindi vi avviso già che ci saranno dei colpi di scena, tanto per tenervi pronti psicologicamente. Non mancheranno delle scene piccanti e probabilmente quando arriverete al capitolo 18 io già avrò tutto il libro finito nelle bozze.
Detto questo, vi auguro una buona lettura !
Vi amoooo
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Dangerous love (Dabihawks)
Fanfic✓sono presenti: linguaggio scurrile, scene di sesso e violenza. ✓non adatto ai più sensibili. ✓ i personaggi non sono i miei ma sono frutto dell'opera di Kōhei Horikoshi, io li ho solo presi in considerazione ma la storia sarà del tutto diversa. Q...