Tredici.

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I minuti in quell'auto erano interminabili, considerando il fatto che Touya non fosse un chiacchierone e Keigo era un tipo che doveva per forza dire la prima stronzata che gli passava per la testa, pur di parlare e non stare in silenzio. Ma ciò non gli capitava quando era con il corvino. Non riusciva a dire nulla in sua presenza. Afferrò il collo di lana del maglione e affondò la testa in esso, poi guardò fuori: le strade erano piene di addobbi Natalizi, di luci e di tanti colori. Si stava avvicinando il natale, una festa amata da tutti i bambini, e sarebbe stato anche il suo compleanno cosa che lui odiava siccome stava invecchiando, anche perché lui si sentiva sempre giovane.
Keigo distolse lo sguardo dalla strada e guardò il guidatore; dio, era così bello, guardava la strada concentrato, gli occhi chiari che erano in contrasto con la pelle bianca e i capelli scuri. Era troppo bello per essere vero; era uno sconosciuto per lui e poi era arrivato al punto in cui si trovavano nella stessa auto.
Avrebbe pur dovuto dire qualcosa, aprì la bocca. Aveva intenzione di dire qualcosa, ma il corvino parlò al suo posto:<siamo arrivati. Scendi.>
Disse, parcheggiando davanti a una struttura.
Gli occhi di Keigo si spostarono nuovamente dalla cosa più bella che avesse mai visto a qualcosa di così brutto e sgradevole per i suoi occhi; si erano fermati davanti a una struttura grigia e cupa. era un palazzo anonimo, senza nulla e delle pareti incrostate. Erano fermi nel parcheggio, con due macchine a tenere compagnia a quella del corvino.
<Vieni anche tu ?> Gli chiese Keigo, guardandolo.
<No, io ho da fare. Muovi il culo e scendi che vado di fretta. >
Il biondo non se lo fece ripete più di due volte che fece un sospiro e scese dall'auto. Si strinse nelle spalle, vedendo l'auto dell'altro sgommare e fuggire via dal parcheggio, innalzando una scia di polvere dietro.
Era proprio uno stronzo quando ci si metteva.
Girò le spalle e si incamminò verso la struttura.

Quando entrò all'interno, venne subito colpito da un odore di plastica e sudore.
C'era un banco reception, dietro vi era un uomo con una pelata, alto, tatuato e pieno di muscoli.
I due si lanciarono uno sguardo:<tu devi essere Keigo. Touya mi ha parlato di te.> L'uomo  fece il giro del bancone, si avvicinò a lui e gli pose la mano.
Il giorno gliela strinse, ma notò che l'altro fosse molto ma molto più alto di lui. Doveva alzare la testa per guardarlo.
<Che posto è questo ?>
L'altro sorrise:<seguimi.>

Varcarono un lungo corridoio, alla fine di esso vi era una porta blu e  ampia con due ante. L'uomo spinse il maniglione di un'anta e la aprì.
Era una palestra.
Al centro della stanza un grosso ring dove c'erano due persone ad allenarsi. Fuori dal ring vi erano tutti attrezzi, vuoti.
Le uniche persone presenti erano quelle sul ring.
<Touya ha lasciato una tuta per te, negli spogliatoi. Cambiati che iniziamo.>
Cosa stava succedendo ?
Non stava capendo un granché. Era andato lì solo per prendere le botte ?

Dangerous love (Dabihawks)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora