Ventuno.

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Sceso dall'auto, una folata di vento gli andò a colpire dritto il viso. Suo padre doveva stare al molo da lì a poco; sarebbe sceso dalla sua lussuosa auto nera insieme a quella puttana bionda con la quale si vedeva da qualche mese, ma che l'avrebbe scaricata da lì a poco. Faceva sempre così, cercava una donna al mese, la trovava e le crociere erano di solito una scusa per lasciarle, così poteva ritornare a cacciare altre donne come sempre. Ci viveva da una vita con quell'uomo così viscido, non si meravigliava.
Nascosto dietro uno dei tanti container presenti, vide un paio di guardie vicino alla passerella del molo, in attesa dell'auto che arrivò da lì a poco. Tutta la carrozzeria scusa era illuminata dai pochi raggi del sole; non ed una bella giornata, date le nuvole grigie che incombevano su nel cielo, ma c'era abbastanza sole da rendere quell'auto più chiara di quello che fosse.
Uscì allo scoperto, infilandosi le mani nelle tasche e camminando con disinvoltura verso quelle guardie. Lo conoscevano, sapevano fosse il giglio del capo, e non pensavano che avesse fatto qualcosa di male.
<Cosa ci fai qui, Touya ? Tuo padre non ti ha mandato da nessuna parte ?>
Chiese al corvino uno di loro, il ragazzo fece un sorriso scaltro e falso.
<No, in realtà mi ha detto di aspettarlo qui e che voi potete andare a riposarvi. Andatevi a prendere un caffè.> Prese dalla tasca una banconota da un valore più alto di un semplice caffè; i due si guardarono confusi per un minuto e quello che aveva parlato alzò le spalle, poi prese la banconota.
<Ordini del capo. Tanto ci sei tu qui.>
Si lanciarono un'occhiata, annuendo e poi andarono via, tranquilli.
Touya aspettò. Enji sarebbe dovuto essere lì a momenti, infilò le mani nelle tasche, appoggiandosi con la schiena contro un palo e accese l'auricolare.
Non sentiva Keigo da un bel po', quindi decise di sussurrare il suo nome al microfono, o meglio l'alias che aveva scelto:<Hawks. Che nome ridicolo che hai scelto.>
L'altro non ci mise tanto a rispondere, dall'altro capo arrivò subito uno sbuffo infatti:<significa falco. Il che vuol dire che ho una visita acuta per pararti il culo.> C'era un po' di intermittenza, ma lo sentiva chiaramente nonostante ciò. Da quanto in qua aveva cacciato tutta quella sfacciataggine?
Touya non controbattè, aveva altro a cui pensare quando vide l'auto avvicinarsi. Chiuse la chiamata con il biondo e attese che l'auto si fermò, da questa scese suo padre. Come si aspettava, quest'ultimo era stupito nel vederlo lì e non i suoi sottoposti.
<Cosa ci fai qui ?>
Era vestito elegante. Dopo di lui, scese la puttana dai capelli biondi, poi la macchina andò via e rimasero solo loro tre.
Touya era sicuro che fosse solo. Fece un sorriso ampio, forse troppo ampio, e allargò le braccia.
<Papà.> Disse in falsetto, guardandolo:<avevo bisogno di parlare proprio con te.>
Velocemente, con un cenno della mano, sfilò la pistola dalla cinta e fece partire un primo colpo. Lui era un miratore molto bravo, non aveva bisogno di infilare l'occhio nel mirino per colpire il suo bersaglio che quella volta di la donna che accompagnava l'uomo. La colpí dritta sulla fronte, lei cadde a terra e lasciò una pozza di sangue sotto di lei,  che si espanse sul suolo. Enji Todoroki sobbalzò e guardò la donna a terra; era successo tutto troppo improvviso.
<Che cazzo fai, Touya?!>
La sua voce era alta.
Lui era terrorizzato. Gli piaceva quella sua espressione, non l'aveva mai vista sul suo viso e ciò gli aveva fatto crescere di più il sorriso che aveva.
<Volevo parlare solo con te, papà.> Disse, accentuando l'ultima parola, poi gli puntò l'arma contro:<ti odio, ti odio così tanto che ti vorrei morto. Dio, sei così ridicolo con quella faccia da stupido. Ah, se solo potessi vederti.> Si lasciò scappare una risata amara e gli puntò l'arma contro. Nell'aria si sentì uno sparo, ma non era stato lui a premere il grilletto. 
Enji Todoroki, suo padre, aveva preso la pistola che portava sempre con sé e lo aveva sparato. Suo padre gli aveva sparato.
Touya cadde a terra, non aveva la forza di parlare.
Vedeva tutto appannato. Non aveva colpito un punto vitale, ma sentiva un dolore lancinante.
Sentì il piede di suo padre pestarlo e spostarlo a pancia su. Respirava con affanno, mentre si appoggiò le dita tremanti sulla ferita allo stomaco. Sentiva la pallottola fredda dentro di sé, che gli scavava nella carne. Fece una smorfia di dolore.
<Tu sei sempre stato inutile. Non mi sei mai servito come figlio. Ti ho sempre odiato.> Sibilò l'altro, alzò la pistola verso il suo viso con un'espressione neutra mentre spinse con il piede sulla ferita. Touya urlò, sentendo il dolore lacerarlo dentro.
Enji spinse il dito sul grilletto e si sentì un altro sparo sferzare l'aria.

Spazio autrice
Buonasera ho deciso che la finirò oggi questa storia e pubblicherò anche l'epilogo, in quanto saranno gli ultimi capitoli, proprio oggi. Se volete seguirmi per altre storie sul mio profilo trovare comunque una Bakudeku che mi farebbe piacere se la leggiate, anch'essa in fase di scrittura e terminerà tra pochi capitoli.
Detto questo vi lascerò il prologo a tra poco!

Dangerous love (Dabihawks)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora