Dodici.

475 19 0
                                    

Quando il giorno dopo aprì gli occhi, sperò tanto che tutto ciò che aveva passato il giorno precedente non fosse stato il frutto della sua fantasia. Si tirò giù dal letto, buttando all'aria le coperte e alzandosi da esso. Un'altra giornata era iniziata e lui non aveva proprio voglia di ritornare a lavoro. Avrebbe lavorato tutta la mattina e tutto il pomeriggio, sarebbe poi tornato a casa stanco e si sarebbe messo direttamente a letto. Ormai era questa la sua routine di tutti i giorni, quando andava a lavoro. Tornava sempre a casa stanco, così tanto che non aveva mai voglia di fare niente però, quando il fine settimana non lavorava, si concedeva del divertimento. Almeno quello, sennò sarebbe impazzito per davvero.
Comunque dopo essersi alzato dal letto, con il pensiero che Touya Todoroki fosse stato solo un sogno, si infilò una maglietta a mezze maniche grigia rimanendo in boxer bianchi e, a piedi scalzi, si diresse verso la cucina. Si era svegliato con una gran fame, come qualsiasi giorno d'altronde. Non appena apriva gli occhi aveva bisogno di cibo.
Keigo fece per arrivare in cucina, ma subito si arrestò sui suoi passi, pensando che Touya Todoroki non fosse un sogno come credeva, dato che in quel momento si trovava nella sua cucina appoggiato al mobiletto del lavandino. Come aveva fatto a entrare ?
A Keigo si fermò il respiro per un istante, si sentì improvvisamente in imbarazzo siccome era nudo dalla caviglia alla coscia e il corvino lo stava guardando, in silenzio. Forse stava aspettando che dicesse qualcosa. I suoi occhi erano così pungenti, il suo sguardo gli scavava dentro l'anima e lui, se fosse stato un ghiacciolo, si sarebbe sciolto sotto quello sguardo così possente.
<Cosa ci fai qui ? E soprattutto come hai fatto a entrare ? Mi hai fatto prendere un colpo.>
Ebbe finalmente il coraggio di cacciare la sua voce, dopo un primo shock inziale. Non era cosa di tutti i giorni ritrovarsi davanti un Todoroki, in cappotto in pelle e quel dolcevita nero che faceva pandant con i pantaloni stretti che gli andavano a evidenziare la vita, comunque coperta da quel cappotto scuro.
Vestiva sempre di nero, ma gli si addiceva proprio.
<Ho provato a chiamarti. Ma non rispondevi e, per la seconda domanda, anch'io ho le mie conoscenze.>
L'uomo si voltò e aprì un cassetto.
Keigo lo guardò: stava facendo proprio come se stesse in casa sua.
Tirò fuori dal cassetto una confezione di cereali e si lasciò scappare un risolino:<cereali colorati. Proprio come quelli che piacciono ai bambini.>
Il biondo alzò un sopracciglio; sapeva di certo che non fosse lì solo per criticare i suoi gusti con il cibo, ma aveva intenzione di dirgli qualcos'altro e stava cercando solo l'occasione giusta per dirglielo.
<Sono buoni.> Riuscì a dire solo Keigo e il corvino si girò verso di lui, si accovacciò a terra e prese un paio di buste.
<Vestiti.> Gli lanciò le buste.<ho fatto spesa per te.>

Da quanto in qua aveva dato il permesso a quell'impertinente di comandare anche la sua vita privata? Pensò il biondo mentre si osservava allo specchio; il maglione con il collo alto, color panna, gli andava a pizzicare la pelle e i jeans erano così stretti che gli stavano strizzando i coglioni.
Lui non stava bene vestito così, quello era più un abbigliamento per Touya.
Era tutta roba di marca e lui si sentiva un poveraccio, perché nel suo armadio non c'erano mica tutte quelle firme.
Fece un sospiro, passandosi una mano tra i capelli e scompigliandoli.
Non si era nemmeno fatto una doccia, aveva solo sciacquato il viso e basta.
Poi indossò un giubbotto con la pelliccia, beige, che si andava a intonare con il maglioncino sotto.
Uscì dalla stanza; Touya era lì, seduto sul divano, con una gamba appoggiata sull'altra e il telefono in una mano.
Quando lo vide entrare, spense il cellulare e gli parlò:< andiamo.>
<Cosa ?> Fece Keigo confuso. <Dove ?>
<Andiamo da una parte.>
<Ma io devo andare a lavoro.> Rispose il biondo, mentre l'altro si alzò e si infilò il cappotto.
Solo in quel momento si accorse di quanto il dolcevita nero che aveva fosse così tanto aderente da mettere in risalto il suo fisico.
<Oggi avrai la giornata libera. Stai con me. Già ho avvisato il tuo capo.>

Dangerous love (Dabihawks)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora