MIHAI
Dodici anni prima...
Non capivo come mi sentissi ma sapevo che mi piaceva la sensazione che mi stava appesantendo il petto, era un calore morbido che mi avvolgeva l'anima di bellezza, la sua bellezza.
Non capivo cosa mi facesse quella ragazza ma sapevo che mi piaceva come i miei occhi la cercassero, come il mio sorriso si facesse vivo spontaneamente quando era intorno a me, come io mi sentissi in dovere di starle accanto perchè lo volevo.
Forse era tutto nella mia testa ma non mi importava, non mi ero mai sentito così ed era strano, ma proprio per quello desideravo vivere quel calore attraente ancora per molto, tanto tempo, consapevole che mai mi sarei potuto stancare.
Sorrideva e io sorridevo, rideva e i miei occhi la osservavano rapiti. Mi sentivo quasi un adolescente alla prima cotta, ma quella ragazzina aveva la capacità di portarmi indietro a quando avevo la sua età, quando non avevo problemi che mi passavano per la testa e vedevo nel mio futuro ogni mio sogno e desiderio senza privarmi di usare l'immaginazione neppure per un secondo.
Se ne stava seduta accanto a me, a tavola, con la sua amica e i nostri fratelli, in un hotel di lusso senza più pensare al suo telefono ormai distrutto, la sua famiglia pressante e quel tipo, qualunque cosa lui sia per lei, che l'aspetta a casa. Ecco questo forse mi confondeva.
Non avevo idea di cosa sarebbe successo al nostro ritorno, sia con la sua famiglia ma soprattutto tra di noi, probabilmente sarebbe tornata nel suo regno salutando la libertà, non mi avrebbe stupito se lo avesse fatto, ma io cosa avrei fatto? Avrei continuato a correrle dietro sperando che si concedesse di vivere seriamente? Me ne sarei fregato e avrei ripreso la mia vita di prima?
Questo non lo sapevo ed era dannatamente fastidioso non conoscere cosa ci attendeva.
Presi la saliera che Henry mi passò e lasciai cadere qualche chicco di sale in più sulla nostra cena anticipata, non avremmo avuto modo di cenare più tardi, io e mio fratello dovevamo essere al concerto prima del dovuto per sistemare le ultime cose e essere pronti all'inizio, così lo spuntino pomeridiano per noi era diventato una vera e propria cena.
Parlavamo del più e del meno, per la prima volta non vi erano tensioni da quando eravamo partiti ed era rilassante vedere come stesse andando tutto bene, fin troppo bene forse. Intorno a noi non si erano fatte vive guardie dei Martin pronte ad assalirci per riprendersi la loro protetta, nessuno si era fatto vivo per dar fastidio e tutto filava liscio. Probabilmente era più snervante quella calma del caos.
Incrociai per sbaglio lo sguardo di mio fratello e lo sorpresi a guardarmi con una strana luce negli occhi, sembrava soddisfatto, contento, fiero del fatto che fossi io stesso a mia volta felice. Non aveva ancora completamente accettato Keira, ma non perchè fosse cattivo e non la volesse con noi, semplicemente perchè la vedeva come un pericolo. Credeva che con lei io corressi un pericolo fin troppo rischioso per provarci, ma a me il rischio piaceva, un pericolo con gli occhi zaffiro, i capelli raccolti in una crocchia disordinata e il viso struccato dalla pelle candida, per quanto potesse rivelarsi rischioso io ero pronto a qualsiasi cosa pur di vincerlo. Eppure dall'altro lato, gli piaceva vedermi così tranquillo, rilassato e spensierato.
Gli feci l'occhiolino e lui sorrise tornando a mangiare in santa pace.
<<Quali sono quindi i piani per stasera ragazzi?>> Stef gli stava seduta accanto mentre addentava un pezzo di quella bistecca prelibata che aveva ordinato, aveva buon gusto, soprattutto perchè sembrava alquanto invitante ma prima di ogni concerto non mangiavo mai roba troppo pesante. La mia insalata era squisita, ma sinceramente una bella bistecca succosa non l'avrei rifiutata in altre circostanze.
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Painful melody
ChickLitATTENZIONE: SONO PRESENTI SCENE DI SESSO ESPLICITO E DI VIOLENZA!!! Lei è nata nell'agio della famiglia più potente di Los Angeles, lui è un comune ragazzo rumeno di vent'anni che grazie ad un'audizione fortunata ha iniziato la propria carriera da c...